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Lombardi saluta Radio Vaticana: guardare con fiducia a riforma dei media

Missione, conversione, comunione. Sono i tre punti forti dell’omelia che padre Federico Lombardi ha pronunciato nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina, in occasione della conclusione del suo servizio come direttore generale della Radio Vaticana. In una chiesa gremita di persone, il nostro direttore generale ha esortato la comunità dell’emittente pontificia a guardare con speranza e fiducia alla riforma dei media vaticani, in un rinnovato servizio al Papa e alla Chiesa. Tra i concelebranti anche mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, e mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario del medesimo dicastero. Dopo la Messa, nella Sala Marconi della nostra emittente, è stato il momento del congedo alla nostra comunità di lavoro da parte di padre Lombardi e Alberto Gasbarri, il direttore amministrativo della Radio Vaticana. A loro è andato il grazie anche della Segreteria di Stato, attraverso il saluto del sostituto, mons. Angelo Becciu, presente alla cerimonia. Il servizio di Alessandro Gisotti:

In un clima di grande intensità spirituale e sincera commozione, padre Federico Lombardi ha celebrato nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina la Messa di ringraziamento a conclusione del suo servizio di 25 anni alla Radio Vaticana. Nella Chiesa, a pochi passi dalla sede dell’emittente pontificia, si sono raccolti non solo i dipendenti della Radio, né sono mancati molti colleghi in pensione, ma pure molti giornalisti e dipendenti di altri enti vaticani che hanno collaborato con padre Lombardi in questi 5 lustri di servizio alla “Radio del Papa” e che hanno voluto ringraziare un grande servitore della Chiesa, impegnato nel vasto mondo della comunicazione sociale. Un servizio che padre Lombardi continua alla Sala Stampa della Santa Sede.

Missione della Radio Vaticana: portare il Vangelo ai confini della Terra
Nell’omelia, padre Lombardi si è soffermato su tre punti forti: missione, conversione e comunione. Innanzitutto, ha sottolineato che non bisogna mai perdere di vista, come comunicatori al servizio della Chiesa, quale sia la missione: annunciare la Parola di Dio a tutti. Per molti decenni, ha rammentato, il portare il Vangelo fino ai confini della Terra era rappresentato dalle antenne della Radio; ora, bisogna lavorare sui nuovi strumenti e nuovi linguaggi che possano portare la Buona Notizia fino ai confini geografici della Terra e alle periferie esistenziali. Questa è la missione, portare Gesù al cuore di tutti:

“Missione: mi pare bello anche per noi, pregare su questo tema; capire a che cosa siamo stati chiamati anche noi, nella nostra vita e con il nostro servizio. Gesù è venuto per questa salvezza fino ai confini della terra; la Chiesa continua la sua opera per questo; i Papi – il Papa – continua a servire questa missione; noi siamo stati chiamati a collaborare, nel nostro piccolo, a questa missione”.

Sempre necessaria conversione, essere disponibili e responsabili
Padre Lombardi ha, quindi, constatato che in molti – in questo momento di transizione per i media vaticani – vivono la situazione con un sentimento misto di disponibilità e di perplessità:

“Attenzione anche ai rischi, a volte, di sfiducia o di dubbio, di paura, a volte di divisione, a volte di chiacchiere portate dalle incertezze e dalla non conoscenza chiara del futuro. In questo tempo, in questa situazione che però è anche ricchissima di potenzialità, perché il Signore continua sempre a chiamarci nel nuovo, dobbiamo pregare e pregare molto; dobbiamo assumere l’atteggiamento giusto della disponibilità, della responsabilità, della speranza e della fiducia”.

In questo tempo quaresimale, dunque, ha ribadito che bisogna trovare nella preghiera le vie per servire al meglio nella missione a cui siamo stati chiamati.

Costruire una comunità di “comunicatori in uscita”
Infine, padre Lombardi ha messo l’accento sullo spirito di comunione che deve contraddistinguere questo momento di passaggio. Siamo chiamati, ha detto il nostro direttore generale, a costruire sempre più una “comunità di comunicatori”. Non bisogna aver paura, ha ribadito, incoraggiati da quanto ci chiede Papa Francesco di essere, anche nella comunicazione, una Chiesa in uscita, in movimento:

“Domandiamo veramente anche nella nostra preghiera, di continuare a costruire comunità e sempre di più, una comunità che adesso si trova in un momento anche di evoluzione e di cambiamento, perché sarà un po’ diversa da quella che abbiamo vissuto e costruito finora parlando di ‘Radio Vaticana’. E’ la comunità dei comunicatori al servizio della missione, in unione con il Papa, sotto la guida del nuovo Dicastero … Ecco, costruiamo pregando insieme a Gesù Cristo, la comunità più ampia di lavoro dei comunicatori”.

Di qui bisogna andare avanti con fiducia e speranza. Al momento delle intenzioni di preghiera, padre Lombardi ha così rivolto una pensiero proprio ai responsabili della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Edorardo Viganò per primo, affinché svolgano al meglio quanto gli è stato affidato dal Papa. La celebrazione si è conclusa con il grazie di padre Lombardi ai presenti e a quanti erano vicini spiritualmente, accompagnato da un lunghissimo applauso dei presenti.

Il congedo di Lombardi e Gasbarri: la comunicazione cuore della Chiesa
Dopo la Messa, padre Federico Lombardi assieme ad Alberto Gasbarri, direttore amministrativo della Radio Vaticana, si sono congedati dalla nostra comunità di lavoro. La cerimonia informale, a cui ha preso parte anche mons. Angelo Becciu e i vertici della Segreteria per la Comunicazione, si è svolta nella Sala Marconi della nostra emittente. Tuttavia, tanta era la folla di gente presente che anche lo spazio all’ingresso della Radio era gremito di persone che seguivano l’evento su due televisori. Padre Lombardi ha ringraziato quanti in questi anni hanno lavorato con lui alla Radio e con la Radio. Quindi, ha recitato commosso la preghiera del capo scout che, ha confidato, lo ha accompagnato e ancora lo accompagna in ogni sua giornata. Dal canto suo, Alberto Gasbarri ha messo l’accento sulla missione svolta dalla Radio Vaticana, ribadendo che la comunicazione non può essere un accessorio, ma una centralità nella missione della Chiesa. E in questa direzione, ha rammentato, sono stati rivolti gli sforzi della Compagnia di Gesù alla Radio Vaticana negli ultimi 50 anni:

“Nella Santa Sede la comunicazione è centrale, perché questa non fa altro che divulgare un messaggio. Quindi se cade una comunicazione, cade tutto. La Santa Sede e la Chiesa diventano fabbriche di vescovi e di preti che non fanno nulla se non comunicano! Quindi, quella che una volta si chiamava predicazione oggi si chiama comunicazione. L’invito e l’augurio che io faccio a don Dario Viganò è che lui riesca dove noi abbiamo fallito. Dico ‘fallito’ perché fino ad oggi questa sensazione non c’è, quindi di far capire che la comunicazione è una centralità della Santa Sede. Ringrazio tutti”.

Fonte: RadioVaticana.it

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