Il Conclave è entrato nel vivo. E già i 133 cardinalil elettori hanno fatto una prima votazione, il cui esito è stato negativo come ha dimostrato la fumata nera avvenuta alle 21 di oggi 7 maggio, dopo una lunga attesa che aveva lasciato qualche dubbio sull’effettiva votazione. Ma pare che la meditazione del cardinale Cantalamessa sia stata molto lunga e che le operazioni di voto abbiano richiesto più tempo del previsto.

Da stamattina, 8 maggio, secondo quanto prevede la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, i cardinalli elettori sono chiamati a due votazioni. Con molta probabilità l’inizio delle votazioni è attorno alle 9. Ogni cardinale riceverà la scheda su cui è scritta la frase in latino «Eligo in Summum Pontificem» nella parte superiore, mentre nella parte inferiore l’elettore scriverà il nome del cardinale da eleggere. Una volta piegata la scheda, l’elettore si reca presso l’urna e pronuncia la frase in latino «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto», mette la scheda sul piatto che chiude l’urna e lo gira facendo cadere la scheda nell’urna.
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Completate le operazioni di voto si procede allo scrutinio. A farlo saranno tre cardinali estratti a sorte, così come i tre revisori e tre «infirmarii», cioè incaricati di raccogliere il voto di eventuali cardinali non presenti per motivi di salute nella Cappella Sistina ma nell’area del Conclave. Dall’urna verranno estratte una scheda per volta, si controllerà il nome e il terzo scrutatore leggerà a voce alta il nome del cardinale votato.. Terminato lo scrutinio, e controllato che il numero delle schede corrisponda la numero dei votanti (che sono 133), si proclama l’esito della votazione. Se un cardinale avrà ottenuto almeno 89 voti (la maggioranza dei due terzi) risulterà eletto. Ma sarà necessario che l’eletto accetti questo risultato. Sarà il vice decano (essendo il decano Re ultraottantenne) a chiedere all’eletto se accetta la sua elezione a Sommo Pontefice. Se la risposta sarà positiva, gli verrà chiesto «con quale nome vuoi essere chiamato?». Solo a questo punto l’elezione sarà valida e le schede saranno bruciate nella stufa per la fumata bianca che annuncerà l’elezione del nuovo Papa ai fedeli riuniti in piazza San Pietro e al mondo intero.
Se le due votazioni del mattino saranno entrambe negative, si procederà a una sola fumata, che secondo alcuni calcoli potrebbe avvenire attorno alle 12. Nel caso fosse positiva la prima votazione del mattino, la fumata potrebbe avvenire tra le 10.30 e le 11. Stesso ragionamento per le due votazioni del pomeriggio: si dovrebbe iniziare a iniziare attorno alle 16. Se la prima votazione del pomeriggio fosse positiva la fumata bianca potrebbe arrivare attorno alle 17. Se entrambe fossero negative la fumata nera è prevista attorno alle 19.30. Ovviamente sono orari indicativi e quindi c’è da immaginarsi che le dirette televisive terranno una finestra aperta sul comignolo posto sul tetto della Cappella Sistina per cogliere i primi segnali del fumo.
Come detto la fumata bianca segnala l’elezione del nuovo Papa, ma per conoscere il nome dell’eletto e quello che ha scelto da Pontefice, bisognerà attendere almeno una trentina di minuti, perchédalla Loggia Centrale della Basilica Vaticana appaia il protodiacono, il cardinale Dominique Mamberti, che annuncerà «Habemus Papam» e rivelerà il nome del cardinale eletto e con quale nome sarà chiamato durante il suo pontificato.
A questo punto mancherà soltanto la prima apparizione del nuovo Papa, che impartirà la sua prima benedizione Urbi et Orbi. Il suo primo atto pubblico dopo l’elezione. Quindi tornerà in Conclave, quindi a Casa Santa Marta assieme a tutti i cardinali elettori. Il giorno dopo la Messa con i cardinali elettori nella Cappella Sistina, che sarà anche l’atto conclusivo del Conclave.
Fonte: Enrico Lenzi | Avvenire.it