Quando Paolo VI (1963-19789 proclamò San Benedetto da Norcia, Patrono d’Europa nel lontano 24 ottobre 1964 così scrisse nella Lettera “Pacis Nuntius”: “Messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in Occidente: questi i giusti titoli della esaltazione di san Benedetto Abate. Al crollare dell’Impero Romano, ormai esausto, mentre alcune regioni d’Europa sembravano cadere nelle tenebre e altre erano ancora prive di civiltà e di valori spirituali, fu lui con costante e assiduo impegno a far nascere in questo nostro continente l’aurora di una nuova èra. Principalmente lui e i suoi figli portarono con la croce, con il libro e con l’aratro il progresso cristiano alle popolazioni sparse dal Mediterraneo alla Scandinavia, dall’Irlanda alle pianure della Polonia”.
Nel 1964 il continente europeo era ancora suddiviso in blocchi, da una parte per dirla in maniera semplice in Ovest ed Est. Erano altri tempi, le ideologie la facevano da padroni, la democrazia dell’Occidente voleva dire libertà, il regime nei paesi orientali, dove i diritti e le relative libertà degli esseri umani, non avevano ragion di esistere, imperversava dalla fine della seconda guerra mondiale. Poi come si dice, la storia ha fatto il suo corso, così negli anni a seguire le cose sono cambiate e con esso il destino di interi popoli e nazioni. Dopo la caduta del muro di Berlino, innalzato nel 1961, nella storica e indimenticata notte tra il 9 e il 10 novembre 1989, soprattutto nell’Est, si è tornati a parlare di libertà, di diritti umani.
Sembrava che fosse scoppiata la pace tra Occidente e Oriente, così uomini e donne, milioni di individui, assaporarono il gusto di poter conoscere altre culture e tradizioni. La storia sembrava andare lentamente avanti, verso un cambiamento, ma invece aveva voglia di correre più veloce della luce, c’erano anni di silenzio e di sottomissione e generazioni intere che non conoscevano il profumo della libertà. E così tutta Europa, stava raggiugendo quegli ideali e quei valori che dovrebbero far parte di ogni essere umano: la libertà di espressione e il rispetto.
Poi la nascita dell’Unione Europea con il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, ma che entrò in vigore il 1° novembre 1993, firmato solamente da dodici Paesi, fu il tentativo di gettare le basi per l’unione economica e monetaria, e di conseguire gli obiettivi prefissati, quali i valori comuni, dell’indipendenza e dell’integrità dell’Unione, seguendo come modello, i principi della Carta delle Nazione Unite. In tanti e in tutti c’era la voglia e il desiderio di condividere obiettivi e stilare programmi, per fare un cammino tutti insieme, pur parlando lingue differenti, ma con la consapevolezza di poter vivere e crescere in pace.
E adesso dopo varie leggi dell’Unione Europa, e i continui cambiamenti all’interno delle singole nazioni, viene da chiederci che fine hanno fatto i valori e i principi che si ispiravano a San Benedetto, se già da qualche anno a questa parte, in Europa a vanno avanti i discorsi e le immagini che parlano di guerra, di una nazione che aggredisce un’altra nazione confinante, e tutti sappiamo che cosa significhi la guerra, non solo vittime tra gli eserciti, ma anche tra i civili, persone inermi e senza possibilità di difendersi. Poi c’è il triste racconto delle distruzioni non solo di edifici, ma intere città, quasi totalmente cancellate dalle mappe geografiche.
L’Europa che voleva San Benedetto doveva essere cristianizzata con una fede profonda che considerava ogni aspetto della vita, organizzata e stabile, colta e istruita, solidale e ospitale, laboriosa e autosufficiente, valorizzando il lavoro e la dignità umana.
La sua opera, quindi, non fu un progetto politico, ma una forza civilizzatrice che, partendo, in quel preciso contesto storico, dai singoli monasteri, i benedettini erano diffusi in tante nazioni, e contribuirono così a forgiare il tessuto sociale, culturale e spirituale di quella che sarebbe diventata l’Europa medievale all’inizio e soprattutto in futuro di quella moderna.
Certo, ai giorni nostri tutto quello che sognava il monaco e abate Benedetto, adesso sembra qualcosa non solo lontano nel tempo, ma addirittura di più lontanissimo, i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, corrono tutti singolarmente, difendendo i propri interessi, soprattutto quelli che riguardano l’economia, e i valori cristiani sembrano messi da parte, i governanti hanno altre cose a cui pensare. Adesso il santo di Norcia, troverebbe un’Europa più secolarizzata, la religione non occupa più lo stesso ruolo centrale nella società, la stessa Europa è più tecnologica e più globalizzata e connessa al resto del mondo, soprattutto grazie alle sempre più moderne tecnologie di comunicazione e di trasporto e più diversificata, con una maggiore presenza di culture e di religioni diverse.
Fonte: Gualtiero Sabatini | InTerris.it