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17 profezie di Chesterton che si sono avverate

Gilbert Keith Chesterton, nato a Londra nel 1874 e morto a Beaconsfield nel giugno del 1936, non viene ricordato per la morigeratezza e lo spirito ascetico: apprezzava il bere, il gustare il cibo, la convivialità (e gliene siamo piuttosto grati: i testimoni della fede hanno ognuno un accento particolare). Il suo acume e la sua capacità visionaria, invece, spiccano decisamente e gli hanno permesso di formulare precise anticipazioni di fatti, tendenze, catastrofi e conquiste che si sarebbero realizzati fino a molti decenni dopo.

Secondo Dale Ahlquist, presidente dell’American Chesterton Society e grande esperto dell’opera e della vita dello scrittore inglese, le sue opere hanno contribuito alla conversione di due giganti della letteratura cristiana contemporanea, a loro volta divenuti nutrimento per il pensiero di molti credenti: C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien. La sua influenza è rintracciabile e decisiva anche  nella conversione del poeta argentino Jorge Luis Borges. Il suo stesso cammino di conversione approderà alla fede cattolica solo dieci prima della sua morte e sarà un approdo sospinto soprattutto dalla gratitudine.

Autore vivace, geniale e prolifico ha lasciato nelle sue opere, interviste e articoli delle vere e proprie profezie che si sono verificate. La lucidità e la profondità del suo modo di leggere la realtà (quella era la grande epifania: il mondo come un grande pacco regalo che Qualcuno di buono gli aveva consegnato) gli hanno permesso di cogliere fenomeni presenti in fase embrionale e di immaginarli nel loro dispiegarsi futuro:«“Chesterton profetico” è il lavoro di Ahlquist su questo, che fa parte del volume Chesterton in piedi»; ne parla la testata online Religion en libertad, che riporta l’elenco di 17 protezione chestertoniane:

Ecco come ha immaginato il web e le sue ricadute sulla stampa:

1-Arriverà un giorno in cui ci sarà un modo economico per trasmettere informazioni a un gran numero di persone. «Non so come funzionerà, diceva, «ma quel giorno The Times andrà dietro il tempo»: tutti i problemi attuali della stampa cartacea sono lì!

Vide prima che ce ne fossero segnali evidenti il grande rivolgimento della rivoluzione d’ottobre che travolse l’impero zarista, ma profetizzò anche la sua implosione:

2-Nel 1905 predisse la rivoluzione russa, e nel 1919 (due anni dopo quella Rivoluzione), che quella si sarebbe estinta dopo alcune generazioni, perché non poteva essere sostenuta: sarebbe diventata un impero… e poi si sarebbe smembrata in piccole nazionalità. Proprio quello che è successo a partire dal 1991.

Non era tra i pastorelli portoghesi e non lo sentì dire dalla Vergine, ma ipotizzò lo scoppio del secondo conflitto mondiale indicando anche il luogo:

3-Ha predetto nel 1933 la seconda guerra mondiale, e un anno prima, nel 1932, ha anticipato che «probabilmente inizierà al confine polacco».

In tempi in cui il pericolo islamista non era alle porte lo indicò con certezza:

4-Ha sostenuto che l’Islam sarebbe sempre “una minaccia costante”, qualcosa di impensabile all’inizio del XX secolo.

Ai suoi tempi i poteri forti erano britannici e la leadership della sponda europea dell’Atlantico non sembrava in crisi, eppure…

5-Nel 1935 anticipò che il potere economico si sarebbe trasferito da Londra a New York, e poi da New York a Pechino.

Chi poteva dire che saremmo arrivati sul satellite terrestre se non qualche autore di libri di fantascienza? Sempre lui:

6- «L’uomo arriverà sulla Luna (1930).».. anche se non si sentiva in grado di rispondere a ciò che lì abbiamo perso.

Una costante nella vita dell’uomo moderno sarebbe stato il traffico. Qualcuno lo avrà preso per matto, negli anni 20, dove le auto erano rade come fiori nel deserto:

7-(…) nel 1926 ha sottolineato che «il mondo moderno è una moltitudine di auto da corsa veloci che si trovano bloccate in un ingorgo.»

La crisi demografica a inizio ‘900 non doveva riempire i titoli come fa (inutilmente) ai nostri tempi, ma la vide in nuce, accompagnata da un altro eccesso tipico dei nostri tempi:

8-Nel 1914 si rammaricava che la gente aveva sempre più animali domestici e sempre meno bambini, e nel 1929 “l’impegno di avere bagni e di non avere bambini”.

Chesterton è anche l’autore di quella massima per cui quando la gente smette di credere in Dio, non è vero che non crede in niente, perché crede in tutto. 

9- Nel 1929 disse che «la vera religione di oggi non si preoccupa dei dogmi o delle dottrine. Si preoccupa quasi solo della dieta».

In questo vuoto provocato dall’ostinato allontanamento dalla fede vede accamparsi altri riti che ne sono un tragico surrogato:

10-E nel 1930 scrisse una frase che andrebbe bene per le cerimonie di inaugurazione dei giochi olimpici: «Il materialismo moderno è solenne con lo sport perché non ha altri riti da solennizzare.»

Chi poteva pensare alla rivoluzione sessuale, fenomeno che ancora spande i suoi effetti venefici, in quel primo scorcio di XX secolo? Gilbert, of course. Sbagliò solo il percorso geografico del movimento:

11-Nel 1926 avvertì della rivoluzione sessuale, anche se sbagliò la costa, e andò dall’ovest (la California del 1967) a est: «La prossima grande eresia sarà semplicemente l’attacco alla morale: e soprattutto alla morale sessuale… La follia di domani non sarà tanto a Mosca quanto a Manhattan».

Se pensiamo a come potevano vivere i nostri antenati di inizio Novecento, la prima cosa che ci verrebbe in mente non sarebbe l’opposizione alla morale cristiana. Invece era già in atto e Chesterton ne vide la portata distruttrice:

12-E l’attuale avversione verso la morale cristiana? «Uno strano fanatismo riempie il nostro tempo: l’odio fanatico contro la morale, soprattutto la morale cristiana» (1909)

Chi avrebbe potuto immaginare la strage silenziosa di migliaia di embrioni umani e anche la debolezza di pensiero con la quale viene solo marginalmente trattata oggi?

13-Sull’aborto e la manipolazione genetica, nel 1937: «Il governo e gli esperti saranno autorizzati, senza giudizio o discussione, a disporre delle generazioni di non nati con la leggerezza degli dei pagani.»

Chesterton aveva qualcosa da dire anche sulla sorte avversa che avrebbe colpito l’istituto del matrimonio. In molti paesi occidentali il divorzio è diventato sempre più accessibile e rapido:

14- «L’effetto ovvio di un divorzio frivolo è il matrimonio frivolo».

Secondo quella macro tendenza individuata dallo scrittore inglese per cui le ideologie non sono che verità impazzite, ha profetizzato anche l’ideologia gender e la recrudescenza di un femminismo duro e alla fine ostile alla donna:

15«Ogni sesso sta cercando di essere entrambi i sessi contemporaneamente; e il risultato è una confusione più falsa di qualsiasi convenzione».

Non solo il matrimonio è sotto attacco con la strategia della banalizzazione e dell’indifferenza: il vero soggetto colpito mortalmente sarà la famiglia:

16-«Il mondo intorno a noi ha accettato un sistema sociale che nega la famiglia. A volte aiuterà il bambino, invece della famiglia; la madre, invece della famiglia; il nonno, invece della famiglia. Non aiuterà la famiglia (1930).»

Tristo corollario di questa ostilità nei confronti della famiglia e sua necessaria premessa logica sarebbe stato l’attacco e il discredito nei confronti dei genitori. Non ci ricorda qualcosa, pensando allo stile giornalistico, televisivo, editoriale degli ultimi anni? Chesterton se ne accorse e lo disse più di un secolo fa:

17-« l’attuale tendenza della riforma sociale sembra consistere nel distruggere ogni traccia dei genitori»: «Cancelleranno la vecchia autorità parentale. Il suo posto non sarà preso dalla libertà o dalla licenza, ma dall’autorità molto più soppressiva e distruttiva dello stato» (1928).

Queste non sono le sue sole profezie, Chesterton  ha persino usato la parola Google prima che diventasse il nome del motore di ricerca più usato al mondo. Ciò che di sicuro non manca in tutto il pensiero del corpulento e finissimo autore inglese è la speranza, fondata sulla gratitudine incontenibile per il bene che, con la stessa acutezza di sguardo e con maggiore certezza e meraviglia, ha sempre visto nella realtà. E quando non poteva vederlo ne sentiva la voce. C’è un passo di un suo poema, tradotto da Annalisa Teggi e citato in un articolo scritto in piena pandemia, che può valere come viatico per passare nei tempi oscuri di qualsiasi epoca; nessun buio di nessun tempo è sufficiente a spegnere la gioia di quelli segnati da Cristo. Sono le parole della SS Vergine a un antico re, Alfred il Grande.

La notte sarà tre volte più buia su di te

e il cielo diventerà un manto d’acciaio.

Sai provar gioia senza un motivo,

dimmi, hai fede senza una speranza?

(…)

Gli uomini dell’Est scrutano le stelle,

per segnare gli eventi e i trionfi,

ma gli uomini segnati dalla croce di Cristo

vanno lieti nel buio. (G. K. Chesterton, La ballata del cavallo bianco)

Fonte: Paola Belletti | IlTimone.org

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