Home / MONDO / TOP NEWS / UDIENZA GENERALE : Catechesi sulle Beatitudini: 3. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati
UDIENZA GENERALE : Catechesi sulle Beatitudini: 3. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati
— 12 Febbraio 2020— pubblicato da Redazione. —
Abbiamo intrapreso il viaggio nelle Beatitudini e oggi ci soffermiamo sulla seconda: Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Nella lingua greca in cui è scritto il Vangelo, questa beatitudine viene espressa con un verbo che non è al passivo – infatti i beati non subiscono questo pianto – ma all’attivo: “si affliggono”; piangono, ma da dentro. Si tratta di un atteggiamento che è diventato centrale nella spiritualità cristiana e che i padri del deserto, i primi monaci della storia, chiamavano “penthos”, cioè un dolore interiore che apre ad una relazione con il Signore e con il prossimo; a una rinnovata relazione con il Signore e con il prossimo.
Questo pianto, nelle Scritture, può avere due aspetti: il primo è per la morte o per la sofferenza di qualcuno. L’altro aspetto sono le lacrime per il peccato – per il proprio peccato – , quando il cuore sanguina per il dolore di avere offeso Dio e il prossimo.
Si tratta quindi di voler bene all’altro in maniera tale da vincolarci a lui o lei fino a condividere il suo dolore. Ci sono persone che restano distanti, un passo indietro; invece è importante che gli altri facciano breccia nel nostro cuore.
Ho parlato spesso del dono delle lacrime, e di quanto sia prezioso.[1] Si può amare in maniera fredda? Si può amare per funzione, per dovere? Certamente no. Ci sono degli afflitti da consolare, ma talvolta ci sono pure dei consolati da affliggere, da risvegliare, che hanno un cuore di pietra e hanno disimparato a piangere. C’è pure da risvegliare la gente che non sa commuoversi del dolore altrui.
Il lutto, ad esempio, è una strada amara, ma può essere utile per aprire gli occhi sulla vita e sul valore sacro e insostituibile di ogni persona, e in quel momento ci si rende conto di quanto sia breve il tempo.
Vi è un secondo significato di questa paradossale beatitudine: piangere per il peccato.
Qui bisogna distinguere: c’è chi si adira perché ha sbagliato. Ma questo è orgoglio. Invece c’è chi piange per il male fatto, per il bene omesso, per il tradimento del rapporto con Dio. Questo è il pianto per non aver amato, che sgorga dall’avere a cuore la vita altrui. Qui si piange perché non si corrisponde al Signore che ci vuole tanto bene, e ci rattrista il pensiero del bene non fatto; questo è il senso del peccato. Costoro dicono: “Ho ferito colui che amo”, e questo li addolora fino alle lacrime. Dio sia benedetto se arrivano queste lacrime!
Questo è il tema dei propri errori da affrontare, difficile ma vitale. Pensiamo al pianto di san Pietro, che lo porterà a un amore nuovo e molto più vero: è un pianto che purifica, che rinnova. Pietro guardò Gesù e pianse: il suo cuore è stato rinnovato. A differenza di Giuda, che non accettò di aver sbagliato e, poveretto, si suicidò. Capire il peccato è un dono di Dio, è un’opera dello Spirito Santo. Noi, da soli, non possiamo capire il peccato. È una grazia che dobbiamo chiedere. Signore, che io capisca il male che ho fatto o che posso fare. Questo è un dono molto grande e dopo aver capito questo, viene il pianto del pentimento.
Uno dei primi monaci, Efrem il Siro dice che un viso lavato dalle lacrime è indicibilmente bello (cfr Discorso ascetico). La bellezza del pentimento, la bellezza del pianto, la bellezza della contrizione! Come sempre la vita cristiana ha nella misericordia la sua espressione migliore. Saggio e beato è colui che accoglie il dolore legato all’amore, perché riceverà la consolazione dello Spirito Santo che è la tenerezza di Dio che perdona e corregge. Dio sempre perdona: non dimentichiamoci di questo. Dio sempre perdona, anche i peccati più brutti, sempre. Il problema è in noi, che ci stanchiamo di chiedere perdono, ci chiudiamo in noi stessi e non chiediamo il perdono. Questo è il problema; ma Lui è lì per perdonare.
Se teniamo sempre presente che Dio «non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe» (Sal 103,10), viviamo nella misericordia e nella compassione, e appare in noi l’amore. Che il Signore ci conceda di amare in abbondanza, di amare con il sorriso, con la vicinanza, con il servizio e anche con il pianto.
Si è spento la notte scorsa a Genova, all’ospedale di San Martino, il canonico don Mario Perinetti, ricoverato per complicazioni cardiache. Don Perinetti era nato a Brugnato il 16 luglio 1941, ed avrebbe quindi compiuto tra pochi giorni 84 anni. Entrato in seminario a Sarzana era stato ordinato sacerdote alla Spezia dal vescovo Giuseppe Stella…
Conto alla rovescia a Lerici per la festa annuale di Avvenire, che giunge nel 2025 alla sua quarantanovesima edizione e che si svolgerà da sabato 26 luglio a domenica 3 agosto. Il tema della festa di quest’anno, “Annunciare la speranza”, si allinea con quello, “Pellegrini di speranza”, assegnato al Giubileo mondiale aperto nel dicembre scorso da papa…
Si è svolta a Roma la Conferenza per la ricostruzione Non so se sia stata voluta o casuale la scelta di organizzare la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina nei due giorni del 10 e 11 luglio, in uno dei quali si celebra la festa di san Benedetto, co-patrono d’Europa. La Conferenza, infatti, è stata uno dei…
Futuro Aperto invita gli adolescenti a Sarzana per un nuovo incontro con la psicoterapeuta Anna Maria Bertola Dopo la riuscita del primo appuntamento dedicato all’affettività, Futuro Aperto propone una seconda serata di confronto per gli adolescenti, dai 15 ai 17 anni d’età, questa volta sul tema “Estate: voglia di libertà o bisogno di fare come…
«DIN DON DOWN – Alla ricerca di (D)io» è uno spettacolo comico del tutto originale, fuori dagli schemi, che mette in discussione il concetto stesso di “normalità”. Lo fa unendo comicità, provocazione e dolcezza in un mix che aveva già decretato il successo di “Up&Down”, lo show lanciato nel 2018 che ha collezionato oltre 200…
Quando Paolo VI (1963-19789 proclamò San Benedetto da Norcia, Patrono d’Europa nel lontano 24 ottobre 1964 così scrisse nella Lettera “Pacis Nuntius”: “Messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in Occidente: questi i giusti titoli della esaltazione di san Benedetto Abate….
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.