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LA SPEZIA – Pellegrinaggio all’Acquasanta

Oltre duecento persone hanno partecipato stamattina al pellegrinaggio mariano del primo sabato del mese, che a novembre ha fatto tappa al santuario dell’Acquasanta, nei pressi di Marola.

Facendo riferimento al nome del santuario, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha sottolineato che «Maria è sorgente di acqua limpida. E’ sorgente, non acqua». Dio avrebbe potuto far nascere suo figlio in mille modi, ma ha scelto di incarnarsi nel seno della Vergine. «Attraverso lei giunge a noi la Parola di Dio, che arriva a illuminare anche le parti più nascoste della nostra vita e ci invita alla conversione. La Parola ci dona il senso del vivere, aprendoci una prospettiva che non si limita all’esistenza terrena».

«Maria è fonte della salvezza, grazie alla morte e risurrezione del figlio, che ha lasciato gli apostoli, perché attraverso di loro potessero giungere anche a noi i gesti della salvezza, i sacramenti».

“Chi è fedele nel poco lo è anche nel molto”, dice il Vangelo di oggi. «Se il Signore ci chiedesse conto del molto, potremmo esserne scoraggiati. Ma il “poco” non significa minimizzare, né rinunciare alla santità (“Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro”, dice il Vangelo). Significa guardare a tutto, anche alle piccole cose, perché è lì che si modella la nostra vita».

«Per la carità pensiamo a giganti come Madre Teresa o San Vincenzo de’Paoli. Ma carità è un servizio in casa, un “grazie”, lo sforzarsi, nonostante tutto, di seminare dolcezza attorno a noi. Da questi piccoli semi nasce la gioia o la tristezza. Gesù ci chiede di valorizzare le piccole cose, non per rinunciare alle grandi, ma per arrivarci».

«Non è detto che ciò che ha valore per gli uomini lo abbia anche per Dio, né viceversa. Non tutto ciò che può essere fatto è bene che sia fatto. Bisogna discernere, anche al di là di ciò che è permesso o no. Dobbiamo vedere le cose alla luce del Signore. Maria ci invita a lavare ogni giorno della nostra vita alla luce di Dio. Il Signore non pretende che siamo perfetti, che non cadiamo mai. Ma chiede tutta la chiarezza di chiamare caduta la caduta. Così, se vogliamo, ci rialza da ogni caduta».

Al termine della Messa, monsignor Palletti ha chiesto di «pregare per chi non può fare testimonianza pubblica della propria fede, per i cristiani perseguitati in Oriente e in Africa. Loro offrono la vita, noi preghiamo per loro. Chiediamo anche la conversione dei persecutori, ricordando che San Paolo è stato salvato dal martirio di Santo Stefano, silenziosamente».

di Francesco Bellotti

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