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Sant’Atanasio: la verità predicata con la pazienza e con la persuasione

Sant’Atanasio, Santo di oggi 2 maggio,  Vescovo e Dottore della Chiesa. Nacque ad Alessandria d’Egitto alla fine del III secolo, pochi anni prima dell’ultima grande persecuzione contro i cristiani scatenata dall’imperatore Diocleziano, e morì poco prima dell’adozione del Cristianesimo come religione ufficiale e unica dell’Impero romano. Si formò nell’ambiente alessandrino, dove esisteva una rinomata scuola cristiana, e iniziò la carriera ecclesiastica come segretario del vescovo Alessandro. La sua vita fu legata al grande sforzo che la Chiesa dovette sostenere in quegli anni per definire l’accesa controversia sul dogma trinitario, alla cui difesa si dedicò con tutte le sue energie.
Ancora diacono accompagnò il suo vescovo Alessandro al primo Concilio di Nicea del 325, voluto dall’imperatore Costantino I per dirimere la questione sollevata dalla predicazione di Ario, anch’egli di Alessandria, circa la natura di Cristo. Il concilio elaborò un “simbolo”, cioè una definizione dogmatica relativa alla fede in Dio, nel quale compare, attribuito al Cristo, il termine “homooùsios” (della stessa sostanza del Padre), che costituisce, tuttora, la base dogmatica del Cristianesimo storico. Il cosiddetto “simbolo niceno” si poneva in netta antitesi con il pensiero di Ario, che predicava invece la creazione del Figlio ad opera del Padre e quindi negava la consustanzialità, ovvero la divinità, di Cristo.
Nel suo primo esilio a Treviri, nella Gallia Belgica, tra il 335 e il 337, completò il doppio trattato “Contro i Gentili” sull’Incarnazione, nel quale esponeva le sue ragioni sull’identità di Cristo come “vero Dio” e “vero uomo”. In quel momento la cristianità si dibatteva per trovare una posizione univoca: da una parte la Chiesa di Roma, sede patriarcale d’Occidente, guidata da papa Giulio I, fermo sui principi del concilio di Nicea; dall’altra la Chiesa d’Oriente, più speculativa e culturalmente vivace.
Con vari concili indetti dall’imperatore tra il 351 e il 359 tenutisi a Sirmio, si tentò di contrapporre varie formule a quella di Atanasio. Nel 358 si riuscì a far condannare da papa Liberio Atanasio per l’uso del termine consostanziale. Ancora vari concili si tennero nel più completo disordine e senza nessuna chiarezza fino alla proclamazione del nuovo imperatore Flavio Claudio Giuliano indicato dai cristiani come l’ “Apostata”. Con il suo editto di tolleranza nei confronti di tutte le fedi e confessioni religiose del 361, permise a tutti i vescovi cristiani di fede non ariana di rientrare dall’esilio. Così anche per Atanasio, che negli ultimi esili si era dovuto rifugiare nel deserto presso gli anacoreti monaci del deserto già conosciuti in gioventù e che furono sempre molto ammirati da lui. Atanasio scrisse la vita di uno dei più famosi: sant’Antonio abate.
Al termine di questa travagliata vita ebbe la soddisfazione di riuscire a convocare nel 362 nella sua Alessandria un concilio d’oriente che, con grande prova di larghezza d’animo, pose fine a tutte le dispute dogmatiche, facendo semplicemente rivivere i decreti del concilio di Nicea rifuggendo da qualsiasi discussione di termini. Moriva il 2 maggio del 373 nel suo letto, lui che aveva dovuto per buona parte della sua vita girovagare esiliato e profugo.
CURIOSITA’: Il corpo è conservato ad Alessandria d’Egitto presso la cattedrale copta di San Marco. Alcune reliquie si conservano a Venezia, presso l’antica chiesa di San Zaccaria, dove il corpo rimase sino al maggio del 1973. 

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