
“Forse non sai che sei nata per l’eternità…”
— 11 Giugno 2015 — pubblicato da Redazione. —Con la rottura del sacco amniotico, l’enorme pancia di Chiara si svuota in pochi minuti. Lei ed Enrico hanno detto a Daniela che padre Vito forse è già lì fuori ed è pronto per battezzare la piccola. Daniela lo trova in sala d’attesa. Dopo essersi presentata velocemente, gli dà un camice azzurro e lo invita a seguirla.
Travaglio e parto si succedono senza intoppi, da lasciare senza parole. Tutto ciò che era stato paventato non si avvera. Maria Grazia Letizia nasce. I medici la portano subito nell’isola neonatale. Alcuni, considerandola già morta, non vogliono farla vedere ai genitori. Daniela si oppone e ottiene di riportarla in stanza. Quando Enrico prende sua figlia in braccio, sente che il suo cuore batte ancora. La porta da Chiara. Avevano chiesto al Signore che il parto fosse naturale e che Maria Grazia Letizia nascesse viva, così da poterla battezzare. Enrico entra e le dice che è proprio così, che Maria è ancora viva. Padre Vito la battezza. Per Chiara è un momento indimenticabile. “Il suo battesimo è stato il dono più grande che il Signore potesse farci” ha detto. “Guardavo Enrico con nostra figlia in braccio: così fiero di lei. Ero sicura che non avrebbe potuto avere un padre migliore”.
Si fanno foto, tante foto. Enrico porta la piccola fuori per farla conoscere a nonni, parenti e amici. Sono tutti commossi. “Nella casa famiglia i bambini che vi entrano ti vengono affidati per pochi mesi o anni, ma questo non ti impedisce di amarli di meno, anzi hai il dovere di accudirli con quanto più amore hai, per lasciare in loro un ricordo dell’amroe che Dio ha voluto donargli attraverso i tuoi semplici gesti. Dio amerà questa creatura attraverso i nostri gesti, dobbiamo quindi essere onorati di un compito tanto grande”. Così aveva scritto Chiara nella sua lettera a Enrico per annunciargli l’arrivo di sua figlia. Dopo appena quaranta minuti dalla nascita in terra, Maria Grazia Letizia nasce al Cielo. Chiara ed Enrico sono veramente felici. Erano preparati al peggio, non a tanta bellezza.
E’ difficile gestire la confusione del personale medico, ognuno è scosso, messo alla prova. Mentre alcuni restano ammutoliti dal mistero, altri pensano che questa coppia abbia dimostrato pazzia dalla prima all’ultima scelta. Ma tutte le decisioni che gli altri non condividono, Enrico e Chiara le hanno prese insieme. E questo li ha uniti in modo speciale. Per loro non ci sono alternative, questa è l’unica strada che Dio chiede loro di percorrere. Devono solo fidarsi di lui per sperimentare la grazia. “Il Signore ha pregato per noi affinché non perdessimo la fede” racconta Enrico. E così è stato. Proprio come era successo a suo tempo all’apostolo Pietro. Più tardi è Enrico a portare Maria Grazia Letizia nella camera mortuaria.
Abbiamo salutato Chiara, stava benissimo. Come se non avesse appena partorito, fresca come una rosa. Qualche lacrima scendeva ma era di commozione. Aveva un viso e una pace spiazzante.
Chiara condivideva la sua stanza d’ospedale con un’altra mamma. La donna aveva perso il suo terzo figlio al nono mese per il distacco della placenta. Stava ferma, non diceva una parola. Chiara sottovoce ci aveva informato della sua situazione chiedendo di pregare per lei. Qualla notte le ha parlato. Il giorno delle dimissioni la donna ha ringraziato il medico del reparto non tanto per l’assistenza quanto per averla messa in stanza “con quella ragazza, che mi ha aiutato ad accettare la morte del mio bambino”.
Appena due giorni dopo, il 12 giugno, c’è il funerale di Maria Grazia Letizia. Chi immagina di vedere Chiara ed Enrico nell’afflizione, seduti su una delle prime panche, si sbaglia. Sono su un lato, dove sta il coro. Suonano. Lui la chitarra, lei il violino, e cantano vestiti di bianco. Vederli è sconvolgente.
E’ una festa bellissima, un clima sereno. Non c’è molta gente in chiesa. In tanti non sono venuti perché non sanno cosa dire. Hanno perso un’occasione unica di vedere che il Cielo può esistere qui sulla terra. Chi partecipa alla celebrazione vive un momento di eternità, un’esperienza fortissima, quasi una prova che il Paradiso esiste veramente. Tutti sono commossi, Enrico e Chiara gioiscono tra le lacrime, insieme alle loro famiglie.
L’omelia di padre Vito, ancora una volta presente, contiene un riferimento al roveto ardente, a un amore che brucia ma non si consuma. Chiara ed Enrico hanno messo da parte se stessi con le proprie aspettative per far spazio a Dio perché “un dono di Dio è un dono di Dio e non si tocca”. Non si è uomini per il lavoro, la casa, la salute, la reputazione. Si è uomini per amare. Maria Grazia Letizia è già pronta. Ha già vissuto tutto il necessario.
Alla fine della celebrazione i genitori si avvicinano alla piccola bara bianca al centro della navata, davanti all’altare. La sollevano e con la pace nel cuore la accompagnano all’esterno mentre tutti piangono di commozione. Tutto è così bello che siamo quasi portati a desiderare quelle difficoltà, per poter provare la stessa consolazione. E’ asssurdo pensarci, ma è proprio quello che è accaduto. Potremmo chiamarla una santa invidia. Enrico ha preparato un ricordino, in cui un’immagine della Vergine Maria con in braccio il Bambino accompagna un messaggio che la loro storia ci ha reso familiare, ma che in quell’occasione sentiamo tutti per la prima volta. “Siamo nati per l’eternità, per non morire mai più”.
anche se per una mezzoretta siamo stati bene
non riscivamo a smettere di guardare il tuo naso
uguale al mio
e quelle mani e quei piedini
non abbiamo tanto tempo per dirti tante cose
che ti amiamo so che lo sai
ma forse non sai che sei nata per l’eternità
e che io non sono tuo padre né lei è tua madre
pensa! Chi ti ha desiderato è anche notro Padre
lo so, è un po’ complicato ma presto capirai
la vità è meravigliosa
per questo anche noi ti abbiamo cercato
è meraviglioso che tu ora possa capire
non importa quanto tempo passeremo insieme
a noi importa quello che sarai
qui ogni cosa non serve veramente
possiamo fare a meno di tutto
il necessario è conoscere il Padre
è prepararsi per questo incontro
e tu sei nata pronta
ed io non so dirti quanto siamo orgogliosi di te
fino a dove potevamo ti abbiamo accompagnato
ora conoscerai il Padre
Maria Grazia e Letizia della nostra vita.
Articoli Correlati
-
-
Chiara Corbella e il giogo dolce del Signore
16 Giugno 2016 -
Elisa Lardani: una donna che ha amato fino alla fine
26 Febbraio 2016 -
La promessa di una vita piena
16 Ottobre 2015
Iscriviti alla nostra Mailing list
Tags
TOP NEWS
-
La politica del perdono
— 30 Giugno 2025Le tregue non bastano senza realismo e conversioni Sembra che una tregua regga nel conflitto fra Iran e Israele. Ma per quanto tempo? La fine della guerra esplicita e dichiarata non significa la fine dello scontro, non quello politico, come avviene nelle società occidentali, ma quello comunque militare, terroristico, violento e senza regole. Guido Olimpio…
-
Nel fitto di Luca Carboni, con «Gesù e il diavolo»
— 30 Giugno 2025I viaggi-pellegrinaggi delle sue canzoni, i ricordi dell’infanzia, la Madonna di San Luca e la “compagnia cantante”. Il cantautore si è raccontato così a don Massimo Vacchetti «In questo fitto c’era anche Gesù, e il diavolo», così Luca Carboni ha fissato un’immagine della sua infanzia durante una chiacchierata-intervista con don Massimo Vacchetti, svoltasi il 25…
-
Nullafacenza o stupefacenza?
— 30 Giugno 2025Vacanza viene da vacuus: vuoto. A che serve questo vuoto? A metterci qualcosa di nuovo. Ma che cosa è veramente nuovo? Ciò che non si esaurisce e ti rinnova. Può riuscirci un luogo mai visto, ma non è detto, perché se dopo averlo visto non ci torneremmo allora non era «nuovo» ma solo «una novità»,…
-
“Ciò che inferno non è”, la sorpresa della speranza
— 27 Giugno 2025Fino al 29 giugno a Finale Ligure è in corso il West Coast Meeting, arrivato alla sua decima edizione L’esempio di 40 anni fa del Meeting di Rimini fa metodo. Non ci si può rassegnare al fatto che le località turistiche siano luoghi ove dimenticare le piccole e grandi questioni che interessano la vita personale…
-
I bambini sudcoreani non giocano più
— 27 Giugno 2025I giovani studenti sono risucchiati da un meccanismo pervasivo, che li schiaccia fin da piccolissimi in nome di due totem: l’istruzione e la prestazione. L’imperativo è di avere successo Cancellato. Evaporato. Quello spazio unico, da sempre destinato alla creatività e sospeso tra regole e libertà, sta scomparendo. I bambini sudcoreani non giocano più. Semplicemente non…
-
La vita nuova di Chiara Corbella continua nel volto degli altri
— 27 Giugno 2025A dieci anni dalla morte la serva di Dio continua a tonificare la fede di tanti che si rivolgono al suo esempio. I genitori: «Ha saputo trasmettere il senso sorridente della sofferenza trasfigurata» Entri al cimitero del Verano, a Roma, domandi della tomba di Chiara e tutti te la sanno indicare. Dal giorno della sua…