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La promessa di una vita piena

LIBRI – “Piccoli passi possibili” è la raccolta delle testimonianze di chi ha conosciuto Chiara Corbella Petrillo. Mamma e moglie, nel 2012 è morta per far nascere Francesco. La letizia del suo “sì” a Cristo genera figli ancora oggi.

«Dopo la risurrezione, Gesù non si vedeva più. Si vedeva la vita in coloro ai quali l’aveva donata. Si vedeva in Pietro, Giovanni, Giacomo… Gente che aveva cambiato vita. Erano sempre gli stessi ma non proprio uguali. Noi la vita di Chiara la vediamo, in Enrico, in Francesco e in tanta gente che ha cambiato vita, che è stata cambiata dalla sua testimonianza».

Chiara Corbella Petrillo continua a vivere negli occhi di chi ha condiviso con lei la sua esistenza di moglie e mamma, salita al Cielo a 28 anni per una malattia che non ha voluto curare subito pur di lasciar nascere suo figlio Francesco. Il marito Enrico, il padre spirituale fra’ Vito, i tanti amici tra Roma ed Assisi, i familiari: sono loro i coautori di Piccoli passi possibili, volume che raccoglie le testimonianze proposte il 15 settembre 2013 in un uno degli incontri periodici che si svolgono ad Assisi per conoscere di più la sua figura.

Dopo la biografia Siamo nati e non moriremo mai più, questo nuovo testo, con la prefazione di Costanza Miriano, aggiunge dettagli e riflessioni su «una storia che insegna una logica diversa, la logica cristiana» nelle parole di Simone. Il titolo rimanda al metodo che i francescani hanno insegnato a Chiara ed Enrico ad Assisi durante il fidanzamento: «Per arrivare al Signore non devi correre né camminare troppo piano: devi avere un passo costante, continuo e soprattutto sul presente; perché la stanchezza viene se pensi al passato e al futuro, mentre se cammini pensando soltanto al piccolo passo possibile che tu ora puoi fare, a un certo punto arrivi alla meta e dici: “Sono già arrivata! Incredibile, Signore, ti ringrazio!”».

Grazie a piccoli passi possibili, la croce si è rivelata progressivamente letizia, e la vita una continua scoperta di grazia. Alle centinaia di persone che avevano preso parte all’ultimo pellegrinaggio a Medjugorje prima di morire, Chiara disse: «Signore, sono qui per chiedere la grazia di vivere la Grazia», prima ancora che la guarigione. E il Signore ha esaudito la sua richiesta perché, come ha raccontato padre Vito, «Dio realizza i suoi progetti di bene, le sue promesse, per vie che tu non sai. Dio non ha promesso a Chiara ed Enrico dei figli sani, (…) il venticinquesimo di matrimonio. (…) A Chiara ed Enrico, Dio aveva fatto delle promesse nel giorno del loro matrimonio (…) aveva promesso una vita piena, ma questo risultato lo raggiunge come Lui solo sa».

Nella casa fondata sulla roccia arrivano Maria Letizia, prima, e Davide Giovanni, dopo: nascono e subito muoiono per malformazioni gravi. E nella stessa casa entra anche il “drago”: un tumore aggressivo e raro alla lingua, scoperto quando Chiara attendeva Francesco, e curato solo dopo la nascita del bimbo. Inutilmente: Chiara salirà al Cielo il 13 giugno 2012. Ma tutto è stato per i due sposi occasione di incontro con Gesù, mai di lamento, mai di disperazione.

Il sacramento del matrimonio è esperienza cruciale per comprendere Chiara ed Enrico. Racconta il marito: «Lei qualche mese prima di morire, era già malata terminale, mi disse: “La cosa che mi dispiace lasciare di più sei tu Enrico, non è Francesco. Io ho scelto te, io volevo invecchiare con te”». E aggiunge poco più avanti: «Se tu ami tuo figlio più di tua moglie o di tuo marito, tu stai venendo meno a quella promessa che hai fatto a Gesù sull’altare, cioè di amare tuo marito e tua moglie sopra ogni cosa». Spiega l’amica Cristiana: «Chiara era molto ordinata: c’era il Signore, c’era lei, c’era Enrico; e tutto questo prendeva il ritmo giusto. Fino alla fine».

Oggi sono tanti i figli di Chiara in Italia e all’estero. Sulla sua tomba al Verano di Roma non manca mai un fiore. Negli occhi di una ragazza di 28 anni che ha saputo dirgli di sì, e nel cuore di quelli che l’hanno conosciuta, Cristo si fa presente. A noi, non resta che mendicare «la grazia di vivere la Grazia».

Fonte: Tracce.it

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