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«Che delusione: abbiamo scoperto che fuma la sigaretta elettronica»

Abbiamo da poco scoperto che nostra figlia sedicenne, molto attiva in oratorio e con il suo gruppo scout e brava a scuola, ha cominciato ad utilizzare la sigaretta elettronica, tenendolo segreto a noi familiari. Mi sento tradita e preoccupata: si è rotto un patto di fiducia…»7

Sono mamma di due figli adolescenti. Con mio marito abbiamo sempre cercato di far squadra nell’educazione dei ragazzi, cercando di perseguire quell’equilibrio difficile tra il fornire un contenimento solido, regole e limiti chiari, valori condivisi e il promuovere la spinta ad uscire nel mondo, ad acquisire autonomia e indipendenza.

Abbiamo da poco scoperto che nostra figlia sedicenne, molto attiva in oratorio e con il suo gruppo scout e brava a scuola, ha cominciato ad utilizzare la sigaretta elettronica, provando a mantenere questo comportamento segreto a noi familiari.

Pur avendo cercato di dissuaderla, al momento non ha avuto ripensamenti. Come mamma mi sento preoccupata per la sua salute attuale e futura, delusa per averci tenuto segreto un fatto simile, rompendo quel patto di fiducia che come genitore ritengo fondamentale.

Probabilmente sento anche rabbia, non verso mia figlia, ma verso una società che non aiuta in nulla noi genitori e che irretisce i giovani, solo con scopo di lucro. Io e mio marito abbiamo concordato di mantenere una linea comune di non accettazione della pratica, di non finanziamento (basta paghetta, se serve a questo genere di acquisti), di dialogo sul tema, di condivisione di testi informati e scientificamente validi rispetto al carattere nocivo della pratica in sé. Ma è la prima volta che ci sentiamo (io soprattutto) così impotenti e dubbiosi sul risultato.

LUCREZIA

Gentile Lucrezia, la tua lettera mostra il disorientamento dei genitori di fronte alla scelta di una figlia che ha intrapreso una trasgressione mantenendola segreta. È chiaro che nessun genitore vorrebbe che il proprio figlio diventasse fumatore. Ma, spesso, questi comportamenti vengono scelti da figli molto obbedienti e rispettosi delle regole che li usano per dire a sé stessi che sono in grado di essere diversi da come i genitori li vorrebbero.

La funzione simbolica di alcune trasgressioni serve a dire: “Guarda che io non sono come tu mi vuoi”, “Sappi che io sarò unico e speciale a modo mio”. Così a volte ci si mette una sigaretta in bocca, proprio perché quella è l’ultima cosa che un genitore vorrebbe che venisse fatta da un figlio. In tale modo un figlio si percepisce indipendente e non così legato “a doppia catena” alle regole e alle imposizioni del mondo adulto.

Certo, fumando il rischio è che quel figlio si liberi dalla catena del genitore per finire intrappolato dalla catena con cui le multinazionali cannibalizzano il desiderio di autonomia e indipendenza dei nostri figli. Però ci sono buone possibilità che, anche alla luce di tutti gli interventi educativi che avete messo in campo, tra un po’ vostra figlia abbandoni questo comportamento, riconoscendolo poco utile e funzionale per i veri bisogni di autonomia che giustamente persegue.

Fonte: Alberto Pellai | FamigliaCristiana.it

 

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