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Trent’anni di Lia, tra memoria e futuro: la Spezia presenta il progetto che trasforma il museo del Prione

Cantieri, nuovi spazi e tecnologie immersive: dalla mostra con Ozmo al progetto “Lia Next”, il museo si prepara a un futuro più aperto, moderno e narrante.

Tre dicembre 1996. Quel giorno, una rigida giornata di fine autunno, la città della Spezia conobbe il suo primo museo capace di andare al di là delle collezioni civiche per lo più ereditate dal lavoro di reperimento e catalogazione svolto in origine da Ubaldo Mazzini prima e Ubaldo Formentini poi. In quella giornata si aprirono le porte del museo inevitabilmente intitolato a quell‘Amedeo Lia che donò alla città una collezione privata messa assieme in cinquant’anni di passione. Un luogo allestito su sua precisa indicazione all’interno dell’antico complesso conventuale dei frati minimi “San Francesco di Paola”, costruito a partire dal 1616. Per onorare una storia che nel 2026 traguarderà i trent’anni e che ha aiutato a cambiare anche un po’ l’inerzia sociale e, nell’ultimo decennio in parte anche economica, di una città fino a quel momento cresciuta e prosperata intorno all’Arsenale militare e all’occupazione per lo più di stampo statale e para-statale, il Comune della Spezia ha deciso di organizzare un calendario di iniziative che portino contenuti nuovi e ordinare una serie di interventi strutturali coerenti con questa desiderata ventata di novità.

 
Dipinti Lia
Testa di Apollo

 

Nei prossimi mesi il “Lia”, oltre ad essere oggetto di un ripensamento degli spazi che coinvolgerà l’ingresso, l’ex infopoint e parte dei locali della biblioteca d’arte, ospiterà a partire da giugno 2026 una mostra che pone in dialogo la collezione permanente con i lavori di Gionata Gesi, in arte Ozmo (‘Doppi Dialoghi. Capolavori del Museo Lia – Ozmo’), già protagonista in città del murale sovrastante l’ingresso del rifugio antiaereo di scalinata “Quintino Sella”: “Quattro capolavori della collezione permanente saranno posti in dialogo diretto con quattro nuove tele realizzate ad hoc dall’autore e l’esposizione degli altri lavori di Ozmo già in essere” – spiega il direttore del museo, Andrea Marmori, Il percorso, disposto a coppie per favorirne il dialogo, mostra un commento dell’artista toscano ai maestri del passato e, al contempo, una rilettura contemporanea delle sale storiche attraverso la presenza delle sue opere. “Il dialogo con le opere di Ozmo, che le realizzerà in loco e che rimarranno poi in collezione permanente, coinvolgerà quattro opere molto importanti del museo: l’autoritratto di Jacopo da Pontormo, la Nascita di Adone di Sebastiano del Piombo, il dipinto raffigurante “San Martino dona il mantello al povero”, attribuito a Raffaello, la “Testa di Apollo” – aggiunge Marmori -. Arte antica e linguaggio urbano-contemporaneo si intrecciano rafforzando l’identità del museo come luogo di continuità tra passato e presente”.

 

Lia Next

 

Fin qui la parte più squisitamente artistica ma, come annunciato, c’è dell’altro. Perché l’ingresso del museo sarà interamente ripensato con due eleganti lampadari che accoglieranno i visitatori, con la ristrutturazione del desk della reception con un banco in legno, cornici a rilievo e immagini delle opere retroilluminate mentre l’area bookshop sarà completamente rinnovata e saranno sostituite le vetrate nelle parti superiori senza oscuranti, per permettere la visita sulla sala 1. “Vogliamo un museo capace di parlare alle nuove generazioni, di accogliere pubblici diversi e di essere un punto di riferimento culturale sempre più dinamico, aperto e accessibile. Investire in cultura significa investire nella nostra comunità, nella sua capacità di immaginare il futuro e partire dalla bellezza e dal sapere” – chiarisce il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini.

 

 

Un museo che sarà anche destinato ad allargarsi (qui render e didascalie) con la trasformazione dell’ex infopoint in un nuovo spazio del Lia, dedicato alla divulgazione, alla formazione e alla sperimentazione visiva: “In questo ambiente saranno installati ledwall indoor ad alta definizione così da trasormare il museo in un luogo vivo e narrante, in grado di accogliere cicli tematici, mostre multimediali, esperienze visive su grandi autori o collezioni civiche e di rendere accessibile anche il patrimonio non esposto. La cultura non è un evento isolato ma un impegno costante e una promessa per il futuro”. L’operazione si chiama “Lia Next. Il museo oltre il museo”: “Nasce per ampliarne le funzioni e aprirsi a pubblici diversi, proponendo percorsi fra arte, tecnologia e didattica, in un ambiente accessibile e immersivo – spiega la dirigente culturale Rosanna Ghirri.

 

Biblioteca d'arte: progetto futuro

 

Coinvolgerà due spazi in particolare: oltre all’ex infopoint anche la biblioteca d’Arte e Archeologia che diventerà una polo di educazione e di formazione specifico che accoglierà visitatori e beneficiari con un display da 85” ad alta luminosità e un computer per la gestione dei contenuti: “S’interfaccerà col mondo della scuola e della ricerca grazie alla progettazione di percorsi formativi dedicati a studenti, docenti, ricercatori e professionisti del settore culturale con particolare attenzione alla valorizzazione e alla promozione delle collezione dei musei spezzini – dice Sara Bruschi, responsabile del Sistema Bibliotecario Urbano”. Qui troveranno dimora attività educative per le scuole, proposte per le famiglie, bambini e pubblico generalista, collaborazioni con università, accademie e centri di ricerca, percorsi di alta formazione.

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