Ancora sull’odio, motore delle rivoluzioni. E su come combatterlo.
L’odio è il motore delle rivoluzioni che hanno colpito l’Europa negli ultimi secoli. L’odio contro il papato animava i Riformatori del XVI secolo; l’odio faceva dire a Saint Just, durante la Rivoluzione francese, che il re doveva morire perché era il padre del popolo, non per quello che aveva fatto; l’odio di classe muoveva i comunisti e quello contro gli ebrei i nazionalsocialisti. Infine, dopo il ‘68, l’odio contro l’uomo, così come Dio lo ha voluto, anima l’ideologia gender. Naturalmente l’odio spesso trova dei pretesti apparentemente ragionevoli nei comportamenti sgradevoli di chi dovrebbe testimoniare il vero e il bene. Ma, come dice il proverbio, “non si butta via il bambino con l’acqua sporca”.
L’odio ha anche armato la mano di chi ha assassinato Charlie Kirk. Ma, allora, chiediamoci: come si combatte contro l’odio? Ci sono tante parole che potrebbero essere usate, ma rischiano di apparire banali: amore, giustizia, tutte certamente vere, ma forse troppo scontate.
C’è una reazione inevitabile, che va prevenuta perché rappresenta una tentazione: opporre odio a odio secondo una spirale infinita. E’ quello che rischia di accadere nella “terza guerra mondiale a pezzi”, per usare la felice espressione di Papa Francesco, non perché non si debba combattere per difendere una patria aggredita o per proteggere un popolo minacciato, ma perché bisogna andare alla radice del male, se vogliamo estirparlo dal cuore degli uomini, senza peraltro avere la pretesa di potere costruire un mondo senza la presenza del peccato e delle sue conseguenze.
Mi pare, però, che la tentazione di opporre il male al male non appartenga alla reazione in corso negli Stati Uniti, fra gli amici di Kirk e nel movimento che lui ha fondato e diretto. Del resto, lui non avrebbe mai approvato una simile reazione. Per quel che ne so (e non sono un esperto della storia del suo gruppo), Kirk aveva capito che il mondo occidentale di oggi andava ricostruito attraverso la semina del vero e del bene one to one, accostando una persona per volta (ancorché riunite in gruppi) e cominciando dai più giovani. Parlando loro, ma anche e soprattutto ascoltandoli, per poi “smontare” le tossine ideologiche seminate nei loro cuori da decenni di cultura woke. In Europa diremmo seminate da un processo ideologico che per secoli ha insinuato l’odio contro la verità incarnata nel cristianesimo e ha contribuito ad allontanare dalla fede almeno due generazioni, sfruttando soprattutto le passioni dell’orgoglio e della sensualità.
Tuttavia il nostro mondo, la Magna Europa, detta anche “Occidente”, pur gravemente segnato dalla malattia che lo affligge da secoli, è ancora in grado di proporre reazioni salutari e soprattutto giovani straordinari come Charlie Kirk. Quanti ne conosciamo che, nati in un contesto profondamente “rivoluzionato”, hanno saputo miracolosamente riconoscere la Verità e abbracciarla, seguendola fino a mettere la propria vita al servizio della Verità e del Bene? Anche in Europa, anche in Italia ci sono giovani e meno giovani che stanno seguendo questa strada. Pochi ancora, ma che potrebbero diventare molti di più se incontrassero qualcuno che credesse nella loro conversione e li aiutasse a crescere.
Si tratta di un miracolo? Di una speranza vana? Di un desiderio fuori dal mondo?
Confesso che tante volte me lo chiedo anch’io. C’è una strana voce che mi dice: “ma guardati intorno”, o “in che mondo credi di vivere”, “non ti accorgi che siamo immersi nel contrario di quel che tu speri”? E poi “non vedi l’odio che suscitano i tuoi valori, che sono quelli insegnati da Cristo, ma che sono talmente esigenti e radicali che spesso molti degli stessi cristiani non hanno il coraggio di professarli o di sperare in essi?”. Poi, però, un’altra voce, molto più ricca di speranza, mi dice che questo modo di pensare è semplicemente una tentazione, la più grande che ci possa essere, forse ancora più pericolosa dell’odio: l’indifferenza che porta alla rassegnazione, e a volte alla disperazione.
E allora coraggio, perché i Kirk che ci sono in circolazione trovino chi li ascolti, li aiuti a formarsi e a crescere, e soprattutto a vincere il demone dello scoraggiamento. Non siamo noi a costruire un mondo migliore, ma Colui che «move il sole e l’altre stelle». Dopo la notte, sorge sempre un’alba nuova.
Fonte: Marco Invernizzi | AlleanzaCattolica.org