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LEONE DIXIT -Una questione di umanità – Ep. 2

La vita però è fatta di incontri, e in questi incontri veniamo fuori per quello che siamo. Ci troviamo davanti all’altro, davanti alla sua fragilità e alla sua debolezza e possiamo decidere cosa fare: prendercene cura o fare finta di niente. Un sacerdote e un levita scendono per quella medesima strada. Sono persone che prestano servizio nel Tempio di Gerusalemme, che abitano nello spazio sacro. Eppure, la pratica del culto non porta automaticamente ad essere compassionevoli. Infatti, prima che una questione religiosa, la compassione è una questione di umanità! Prima di essere credenti, siamo chiamati a essere umani. Papa Leone XIV, Udienza generale, 28 maggio 2025

Leone XIV parla del Buon Samaritano e della sfida che la realtà ci pone quando ci imbattiamo in chi ha bisogno, in chi è ferito nel corpo o nell’anima, in chi è in difficoltà, in chi ci chiede anche soltanto di essere ascoltato. E ci ricorda che la “pratica del culto”, l’essere persone che vanno in chiesa regolarmente, non significa automaticamente diventare capaci di compassione. È bello ciò che il Papa afferma: prima di essere una questione religiosa, la compassione è una questione di umanità. Perché, in fondo, essere cristiani significa essere pienamente umani, come Gesù ci ha testimoniato. Significa non restare indifferenti di fronte alla realtà, agli incontri, ai bisogni di chi incontriamo. La parabola del Buon Samaritano ci insegna che a volte proprio da chi secondo i nostri schemi è lontano, e magari meno religioso, riceviamo le testimonianze di umanità più belle e più evangeliche.

Cari fratelli e sorelle, c’è troppa violenza nel mondo, c’è troppa violenza nelle nostre società. Di fronte alle guerre, al terrorismo, alla tratta di esseri umani, all’aggressività diffusa, i ragazzi e i giovani hanno bisogno di esperienze che educano alla cultura della vita, del dialogo, del rispetto reciproco. E prima di tutto hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento. Pertanto, dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni. Papa Leone XIV, Udienza ai Movimenti e alle Associazioni che hanno dato vita all’ “Arena di Pace” (Verona), 30 maggio 2025

Il 30 maggio nel discorso a Movimenti e Associazioni dell’Arena della pace, Papa Leone ha parlato della nonviolenza come metodo e come stile. La guerra infatti ha inizio nel cuore dell’uomo. Anche la pace ha inizio nel cuore dell’uomo. In un tempo in cui la folle corsa agli armamenti ci sta portando verso il baratro, in un mondo in cui sembrano prevalere la sopraffazione e il linguaggio d’odio, il Successore di Pietro ci invita a essere testimoni di uno stile di vita diverso, non violento. Un modo per essere davvero piccolo lievito nella pasta, testimoni di fraternità, testimoni di quella pace “disarmata e disarmante” di cui Leone ci ha parlato fin dai primi istanti del suo ministero. Essere testimoni di pace è un altro modo per essere veramente umani.

Fonte: Andrea Tornielli  | Vatican.va

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