È bello che, guardando alla nostra chiamata, alle realtà e alle persone che ci sono state affidate, agli impegni che portiamo avanti, al nostro servizio nella Chiesa, ciascuno di noi può dire con fiducia: anche se sono fragile, il Signore non si vergogna della mia umanità, anzi, viene a prendere dimora dentro di me. Egli mi accompagna col suo Spirito, mi illumina e mi rende strumento del suo amore per gli altri, per la società e per il mondo. Papa Leone XIV, Regina Caeli, 25 maggio 2025
Anche se sono fragile. Nel primo Regina Caeli pronunciato dalla finestra del Palazzo Apostolico, il 267.mo Papa sa di essere il successore di Pietro, cioè di un umile pescatore di Galilea, che ha rinnegato tre volte il Maestro, fingendo di non conoscerlo. Eppure è a lui che Gesù affida la sua Chiesa. L’affida a un uomo fragile, a un peccatore perdonato. La affida a un anello debole della catena, perché la forza è quella di Dio, non quella del povero Pietro. Come ha affermato lo scrittore inglese Chesterton, Gesù non ha scelto per sua pietra angolare il geniale Paolo o il mistico Giovanni, ma un uomo fragile. La Chiesa Cristiana è stata fondata su un uomo debole e per questo motivo è indistruttibile, poiché nessuna catena è più forte del suo anello più debole.
Da parte mia, esprimo il desiderio e l’impegno di entrare in questo cantiere così vasto mettendomi, per quanto mi sarà possibile, in ascolto di tutti, per apprendere, comprendere e decidere insieme: “cristiano con voi e Vescovo per voi”, come diceva Sant’Agostino. Vi chiedo di aiutarmi a farlo in uno sforzo comune di preghiera e di carità, ricordando le parole di San Leone Magno: “Tutto il bene da noi compiuto nello svolgimento del nostro ministero è opera di Cristo; e non di noi, che non possiamo nulla senza di lui, ma di lui ci gloriamo, lui da cui deriva tutta l’efficacia del nostro operare”. Papa Leone XIV, Omelia celebrazione per l’insediamento sulla Cathedra Romana, san Giovanni in Laterano domenica, 25 maggio 2025
In una assolata domenica di fine maggio, Leone XIV ha preso possesso della cattedra romana, che dà inizio al suo ministero come Vescovo della capitale. Centinaia di fedeli hanno reso omaggio al Pontefice. È bello che Papa Leone parli della Chiesa di Roma e delle sue attività come un cantiere, e non dobbiamo credere che ciò sia dovuto ai tanti cantieri ancora aperti a Roma. È piuttosto l’indicazione di uno stile, ascoltare tutti per imparare, comprendere e decidere insieme. Ma le parole finali di questo brano dell’omelia di Leone XIV ci ricollegano anche al primo brano che abbiamo ascoltato. Tutto il bene che compiamo è opera di Cristo, non nostra, perché noi non possiamo nulla senza di Lui. Ancora una volta, anche l’anello debole della catena, anche chi è fragile, può diventare pietra su cui poggiare, perché la forza non è la nostra.
Fonte: Andrea Tornielli | Vatican.va