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L’ENERGIA DELLA CREAZIONE/ Un docufilm sul senso e la bellezza del lavoro umano
— 4 Giugno 2025— pubblicato da Redazione. —
Nelle sale dal 5 giugno, “L’energia della creazione” è un “viaggio” che mostra come il lavoro può trasformarsi in atto creativo.
“Quando il lavoro non è solo una necessità economica o sociale, quando il lavoro diventa il campo in cui mettiamo in gioco tutte le nostre capacità e i nostri valori, quando il lavoro si trasforma in mezzo per esprimere la nostra creatività, la nostra verità più intima, la nostra vita interiore, allora il lavoro diventa volontà, fuoco, energia. Diventa espressione pura, un frammento dell’evoluzione umana, un atto che trascende il presente e abbraccia l’infinito”.
Nella società di oggi, da una parte così frenetica per gli adulti e dall’altra, per molti giovani, drammaticamente indolente e quasi ostile all’idea stessa del lavoro, le parole di Giacomo Gatti, regista del docufilm L’energia della creazione, nelle sale dal 5 giugno, sono una vera rivoluzione. Perché con lui si scopre che “il lavoro non è solo necessità, ma atto di creazione e partecipazione”.
Il film è suddiviso in quattro capitoli tematici che, attraverso le immagini affascinanti di un mondo tradizionale o modernissimo, ci avvicinano ai diversi significati dell’agire umano: la scienza come strumento di pace, il pane come simbolo di rigenerazione, l’errore come fonte di innovazione e la comunità come modello di sviluppo sociale. Con uno sguardo filosofico ed emotivo, il docufilm ci rivela come il lavoro possa essere l’espressione più profonda della nostra vita interiore, al punto di restituirci quella passione che sola può dare davvero il “gusto” di lavorare.
Per la sua produzione si è avvalso della vocazione innovatrice di INAZ (INnovazione AZiendale), la prima impresa italiana (dal 1948!) ad avere trasformato il modo di intendere e gestire il lavoro, grazie alla sua anima tecnologica avanzatissima, che ha sviluppato però anche una riflessione profonda sul significato del lavoro attraverso iniziative espressive e audiovisive.
La panoramica sul lavoro proposta da L’energia della creazione, per indagare sui valori legati alle diverse attività lavorative dell’uomo, spazia dai contesti più vicini alla realtà naturale a quelli delle tecnologie più avanzate. Nel mondo campestre, per esempio, il lavoro a mano rivela al contadino di un maso del Trentino-Alto Adige la bellezza della “lentezza” del lavoro, e lo fa godere a fine giornata del risultato visibile del tempo e della fatica dedicati alla sua attività.
Ma si guarda anche al futuro, attraverso programmi internazionali impressionanti, come quello di ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor, inteso anche nel significato originale latino di “percorso” o “cammino”), che ha come obiettivo quello di produrre energia a basso costo, cioè accessibile a tutti. Qui si utilizza la fusione, l’energia del sole. Nel momento in cui si riesce a mettere sotto controllo l’energia del sole, la disponibilità di energia diventa infinita. L’energia vuol dire pane, vuol dire caldo, vuol dire temperature controllate, disponibilità di servizi, disponibilità di trasporti.
Il progetto di ITER è un programma di cooperazione tra nazioni, come quelli che in passato hanno visto la capacità di operare insieme in campo aerospaziale. Basti pensare che un grammo di combustibile generato dalla fusione nucleare produce una quantità di energia equivalente a 10 tonnellate di carbonio. Siamo ancora a livello di prototipo, c’è dunque ancora molto lavoro da compiere perché la produzione di energia da fusione nucleare diventi consistente e economica.
Nei prossimi 15-20 anni avremo i risultati di questa avanzatissima attività di ricerca: un progetto audace che coinvolge Paesi di tutto il mondo, un grandissimo laboratorio umano che supera le barriere politiche e le inimicizie storiche delle diverse nazioni. Insomma, si tratta di una collaborazione coraggiosa aldilà di ogni confine, che si avvale del contributo di tutte le diversità culturali.
Altra esperienza lavorativa affascinante è l’Officina Politecnico di Milano, in cui giovani studenti si cimentano nella progettazione e costruzione di un’auto da corsa con elementi innovativi, collaborando e assumendosi il rischio di sbagliare, per imparare anche dagli errori. Seguono il consiglio di chi nel docufilm, dopo aver lavorato per tutta la vita, può affermare: “Penso sempre che nella vita ci sono due momenti magici e sono: o quando sei innamorato o quando crei qualcosa”.
Colpisce anche il Progetto Capacity, di Messina, impegnato nella trasformazione di un’immensa baraccopoli dalle condizioni igieniche spaventose, controllata dalla criminalità organizzata, in un nucleo abitativo moderno, offrendo un’opportunità di scelta di vita nuova per tante famiglie. Ma non mancano esperienze originali che potrebbero avvicinare i giovani a settori che richiedono una sapienza antica che può essere rilanciata verso il futuro, grazie alle novità tecnologiche, come per esempio nella produzione artigianale del pane. Davide Longoni si è dedicato a un’attività di ricerca per riscoprire il valore del pane e produrlo poi nel suo panificio all’avanguardia.
Tornando a guardare alla natura, scopriamo infine che le api mostrano con evidenza che loro cooperano insieme per un solo obiettivo: sopravvivere e avere speranza nel futuro. Anche con l’apicoltura dunque i giovani, che si avvicinano a un’attività apparentemente umile ma così vicina al mistero dell’universo, possono comprendere che il loro impegno è proprio lo strumento con cui l’uomo continua il processo di evoluzione del Creato. E questa consapevolezza regala gioia e passione.
Così forse sarà possibile anche per noi oggi, cittadini del terzo millennio, affermare con Charles Péguy: “Abbiamo conosciuto operai che avevano voglia di lavorare… si alzavano la mattina cantando all’idea di andare al lavoro”. Se anche noi torneremo a cantare, smetteremo di sbuffare in attesa del weekend.
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