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Trasformazione o malattia della famiglia?

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Questa è la definizione dell’Articolo 29 della Costituzione Italiana, ovvero il documento fondativo  dell’Ordinamento giuridico della nostra Repubblica. Dal 1° gennaio del 1948, cioè dalla sua promulgazione, molte cose sono cambiate. La società si è profondamente trasformata e, parallelamente, la definizione di famiglia.  In tale contesto si celano e si palesano ormai vari modelli che vanno dalle cosiddette famiglie monocomponenti a quelle “arcobaleno”. In vari ambiti si parla con sempre maggiore insistenza di una crisi che attraversa sia la famiglia che il mondo contemporaneo. Trovare una cura è un’impresa complessa, ardua, forse impossibile. La strada forse perseguibile per un approccio intellettualmente onesto passa attraverso una riflessione pragmatica e ponderata, senza pregiudizi della realtà in cui viviamo. Un percorso in grado di evidenziare luci ed ombre, con l’obiettivo condiviso di preservare la dignità di tutti, a cominciare dai soggetti fragili in una prospettiva di tutela delle generazioni future.

La famiglia rappresenta ancora l’organismo sociale maggiormente necessario nella formazione dell’individuo: ma cosa sta accadendo alla famiglia?

Le cronache quotidiane riportano, sembra oggi più frequentemente, problematiche riferibili a dinamiche di coppia e familiari sempre più  difficoltose. Omicidi tra coniugi o ex coniugi, figlicidi e infanticidi, omicidi di genitori,  pedofilia e abusi sessuali all’interno del “focolare domestico”, e poi denatalità,  infertilità, le complesse questioni etiche della procreazione assistita e dalle “nuove” tipologie arcobaleno  di famiglia:  sembrano la punta dell’iceberg del disagio profondo che  attraversa l’Occidente… La struttura del carattere individuale, la struttura della famiglia e la struttura della società sono da sempre  considerate   in collegamento interattivo mediante fattori causativi tridirezionali (Gert e Mills 1969).

Aumentano  i disturbi psichici degli adolescenti nella fase evolutiva della personalità: depressione, tentativi di suicidio,  anoressia e bulimia nervosa, disturbi di personalità,  abuso di sostanze,  disforie di genere, dipendenza dai vari devices , etc.  sono anche l’emblematica espressione di una sofferenza  della famiglia che si manifesta proprio in quella fase della vita in cui i problemi di autonomia, separazione e costituzione dell’identità richiedono presenze significative. I genitori – sovente incompiuti e portatori di  vere patologie di personalità  – e figli sono accomunanti da una sorta di “angoscia da disidentità”: genitori in crisi crescono figli problematici, figli problematici mettono ulteriormente  in crisi i genitori. La crisi della famiglia tradizionale incide sulla formazione dei nuovi individui e quindi dei nuovi genitori.

Le fasi evolutive della personalità dei figli sono rese complicate   nella transizione dalla dipendenza all’autonomia e conseguente  angoscia da dis-identità. La famiglia problematica, malata, è lo specchio di una società altrettanto malata? Le trasformazioni della società attuale dovute a fattori socio-culturali, religiosi, economici, alla diversa organizzazione del lavoro, allo sviluppo poco governato di nuove tecnologie e all’incontro con modelli culturali subliminali, comunque deviati da quelli tradizionali  hanno alterato gli equilibri all’interno della famiglia, mettendo in discussione i ruoli stabiliti e deludendo spesso le aspettative reciproche dei membri della famiglia. E così da focolare  degli affetti, protettivo e formativo, la famiglia è diventata il luogo talora elettivo in cui e su cui scaricare l’aggressività e rabbia  accumulata attraverso contrasti, angosce, la mancanza di dialogo, la reciproca incomprensione.

La vita contemporanea è infatti contraddistinta dalla tensione, per l’elevata competitività nei rapporti sociali e lavorativi, per i modelli culturali confusivi improntati alla ricerca del successo, del “tutto subito”, per l’investimento eccessivo sul singolo individuo. La realtà finzionale e fuorviante promossa dai mass-media si contrappone a quella quotidiana, spesso grigia e normale, e la famiglia non è in grado di fornire  affetto, stabilità e confini che favoriscano  risposte ottimali alle inevitabili frustrazioni del crescere,  per la strutturazione di personalità idonee ad appartenenza e cooperatività, e quindi al vivere in comunità….

Le famiglie attuali sono ancora in grado di generare genitori compiuti, e quindi famiglie? 

Padri e madri separati, con nuovi compagne/i, madri e padri soli, coppie senza figli, che non vogliono figli, o li cercano a tutti i costi  in provetta, con maternità surrogate, figli di separati, figli di genitori biologici, genitori sconosciuti: come si può governare una simile (dis) morfogenesi della famiglia? Da quando sono  considerate  le minoranze sessuali e di genere (SGM)  è evidente la necessità  di maggior studi  sulle famiglie omogenitoriali,  sulle famiglie bisessuali, transgender queer, asessuali e intersessuali, etc.

Venti anni fa il Settimo Rapporto CISF sulla famiglia in Italia  (Donati, 2003) a proposito della frammentazione della famiglia evidenziava  almeno due modi ben diversi per orientare la morfogenesi della famiglia attuale: il potere statale centrale indirizza la famiglia in termini di neutralità etica; oppure lo Stato favorisce le associazioni di famiglie e le delega a promuove una semantica di qualificazione etica per cui il bambino non è solo un semplice individuo ma soggetto di una trama generazionale fra ascendenti e discendenti. Nella famiglia c’è un preciso complesso di diritti-doveri fra coniugi-genitori che è un bene comune della società, mentre nei patti di coppia, largamente discrezionali, sussistono al proposito molti “vuoti” sui figli che necessitano di ulteriori regole da parte dello Stato.

Il  Rapporto CISF 2020 sulla famiglia in Italia, invece, considera ora come nella attuale  società post-familiare le famiglie si frammentano, scomponendosi e ricomponendosi  mostrando un individuo teso a sperimentare, anche grazie ai nuovi  devices  comunicativi sempre nuove relazioni. Sarebbe in atto un family warming surriscaldamento delle relazioni familiari, con l’ evaporazione della famiglia verso un mondo post-umano. Le famiglie abbandonate dalla società a loro stesse, a fronte delle difficoltà, si sono ritirate nel privato e avrebbero perduto il senso della trasmissione generazionale, in preda al mercato e alle mode che l’accompagnano. Secondo il Rapporto è necessario promuovere una famiglia relazionale, nella quale fiducia, cooperazione e reciprocità  alimenti le relazioni fra uomini e donne, così come fra generazioni..  .

Negli ultimi 50 anni c’è stata una mole di ricerche e polemiche sul rapporto tra genitorialità e psicopatologia per individuare  più efficaci modelli di cura per il disagio di adolescenti e giovani. Una vasta letteratura dimostra come  le relazioni familiari di origine siano importanti per la salute dei figli minorenni  (cfr.per es.  Psychopathology and Family Hudson & Rapee 2005; La famiglia è malata ? Fassino & Delsedime 2008 ). Un recente studio di J. Däschle, e coll. della Ulm University,  2023,  conferma la stretta relazione tra comportamento dei genitori e  personalità dei bambini. Il comportamento comprensivo  – responsive parenting behavior – dei genitori caratterizzato dalla guida, dal rispetto dell’autonomia del bambino, nonché da un approccio caloroso e attento alle sue attività  era correlato a una personalità del bambino socialmente orientata, cooperativa e autodeterminata. Invece il demanding parenting behavior caratterizzato all’imposizione, da indifferenza, atteggiamenti esigenti incoerenti, punizioni corporali, scarsa attenzione al bambino era associato a tratti più impulsivi, meno ambiziosi e cooperativi del bambino.

Presso le Università di Oulu e di Helsinki e di St.Louis USA M.Hintsanen , C.R.Cloninger e coll. (2019) hanno compiuto uno studio longitudinale prospettico di trenta anni, il primo che si conosca, per valutare lo sviluppo delle personalità di genitori e figli nell’arco di trent’anni per rilevare associazioni tra i tratti di personalità: il calore emotivo e l’accettazione dei genitori predicono la self-compassion  nella prole tre decenni dopo, in età adulta. Gli Autori rilevano come la qualità della relazione genitore-figlio ha effetti a lungo termine nei figli adulti sulla capacità di provare compassione, considerata questa come riparazione empatica: dimensione del carattere  questa che ancor più della propensione alla empatia, risulta un forte predittore di salute mentale e resilienza anche in studi neurobiologici di brain imaging.

L’esercizio corretto della paternità e della maternità è per i figli, ma anche per i genitori, essenziale al processo di identificazione, cioè di diventare persona: maschile e femminile sono dimensioni biopsicosociali costitutive di ogni soggetto, uomo o donna, che devono trovare un’armonica composizione e alternanza per la crescita maturativa del Sé. La situazione di confusiva complessità postmoderna attuale ha ripercussioni profonde anche sull’essere, divenire padre e madre.

Fonte: ENRICO LARGHERO | FrancescoMacrìBlog.it

Per arginare il crescente disagio psichico e sociale delle nuove generazioni, ben oltre agli interventi repressivi, le Agenzie per la Formazione e la Sanità devono con urgenza promuovere non solo la cura delle famiglie, ma soprattutto la formazione dei genitori…


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