Home / MONDO / TOP NEWS / Edgar Morin: «Sull’Ucraina dico che è venuto il momento di trovare un compromesso»
Edgar Morin: «Sull’Ucraina dico che è venuto il momento di trovare un compromesso»
— 16 Agosto 2022— pubblicato da Redazione. —
Edgar Morin, filosofo della complessità e uno degli intellettuali europei — francese di nascita, con ascendenze greche, ebraiche, livornesi — più influenti e politicamente impegnati del secolo scorso e dell’attuale, conclude così mezz’ora di conversazione via zoom sul pacifismo di ieri e di oggi. 101 anni compiuti giorni fa che hanno lasciato intatta la sua chiarezza di pensiero, di parola, di sguardo, Morin risponde dalle Isole Canarie dove trascorre l’estate.
Per lui, sottolinea, nessun paragone è possibile tra l’idea pacifista radicata nell’Europa dei suoi anni giovanili, sorta di «religione civile» in particolare per la sinistra che è sempre stata il suo campo, e quanto accade oggi in Ucraina. «Il pacifismo di allora scaturiva dalla tragedia della Prima guerra mondiale, che seminò soprattutto nella sinistra la convinzione profonda, assoluta che un’altra carneficina così andasse evitata a qualunque prezzo. Moltissimi intellettuali erano pacifisti, pacifisti ‘integrali’. Fu l’antifascismo a mettere in crisi il pacifismo. Ricordo in Francia la vicenda di un gruppo importante, il Comité de vigilance des intellectuels antifascistes: era diretto da pacifisti e rimase pacifista fino alla guerra, molti antifascisti nel corso degli anni lo abbandonarono.
Tutto cominciò a cambiare dal 1933 con l’arrivo al potere di Hitler: la rimilitarizzazione della Renania e poi la guerra di Spagna indebolirono molto le posizioni pacifiste. Ma fino alla guerra un certo numero di intellettuali e anche di politici di sinistra rimasero pacifisti ‘integrali’. In Francia alcuni di loro finirono per collaborare con il regime di Vichy, accettando la prospettiva di una dominazione nazista su tutta l’Europa, altri come Jean Giono continuarono a testimoniare il loro pacifismo assoluto senza mai scendere a patti con i nazisti».
Continua Morin: «Quando ero adolescente mi sentivo anch’io pacifista, credevo che si dovesse fare di tutto per evitare la guerra. Poi nel ’41, avevo vent’anni, quando ci fu l’attacco tedesco contro l’Unione Sovietica entrai nella Resistenza. Non vedo legami tra quelle vicende e l’attualità ucraina, e quanto a me non mi sento più pacifista ma rifiuto il bellicismo e coltivo la speranza di una pace di compromesso nei termini obiettivamente possibili.
Oggi non c’è un vero movimento pacifista. Ci sono, sì, “partigiani” di una pace tra la Russia e l’Ucraina, ma sono voci disperse e rese pressoché silenziose dal fatto che i media hanno plasmato nell’opinione pubblica un sentimento di solidarietà totale con l’Ucraina, di demonizzazione della Russia. Anche a buon diritto, perché Putin è un dittatore e l’invasione russa porta lutti e distruzioni. Io però penso che bisogna tanto fermare i massacri degli ucraini, quanto scongiurare un allargamento di questa guerra che è già una guerra internazionale sebbene combattuta entro le frontiere dell’Ucraina. È come se fossero due guerre in una: quella di resistenza dell’Ucraina che difende la sua sovranità, e poi un conflitto molto più grande tra Russia e Stati Uniti. Penso anche che questa guerra tiri fuori il peggio da entrambi i campi: rafforza sia il carattere dispotico del regime di Putin sia l’ultranazionalismo di una parte degli ucraini, mi viene in mente la proibizione della letteratura e della musica russe. Insomma, più la guerra durerà e più farà disastri».
E l’Europa? «L’Europa fa bene a sostenere la resistenza ucraina, a sostenerla finanziariamente e anche militarmente. Ma dovrebbe impegnarsi al tempo stesso in un’azione mediatrice, non può lasciare questo ruolo alla Turchia guidata da un regime non proprio raccomandabile. Serve una pace di compromesso: che garantisca sia l’indipendenza che la neutralità dell’Ucraina e ne consenta l’integrazione nell’Unione europea, e che preveda uno statuto autonomo, stabilito attraverso referendum, per le province a maggioranza russofona del Donbass che furono “russificate” ai tempi dell’industrializzazione dell’Urss. Le condizioni oggettive per un compromesso così ci sarebbero tutte, manca la volontà soggettiva di perseguirle com’è mancata, anche da parte europea, la capacità di vedere già dopo la ribellione filorussa del 2014 nel Donbass — allora ne scrissi — che stava esplodendo un grande problema».
Queste per lei le condizioni di una «pace giusta». Ma una «guerra giusta» può esistere? «Mi viene in mente la guerra bosniaca di oltre vent’anni fa, con la Serbia e anche la Croazia che inseguivano disegni di pulizia etnica. Io non ero allora antiserbo come non sono oggi antirusso, ho sempre avuto rispetto e simpatia per il popolo serbo ma era giusto intervenire militarmente contro la Serbia a difesa dei musulmani di Bosnia e dell’idea di una Bosnia multietnica. Andai a Sarajevo durante l’assedio serbo, la guerra in Bosnia mi scosse profondamente. Dunque sì, penso che possa esistere una guerra giusta, ma senza mai dimenticare che qualunque guerra porta ingiustizia.
Esiste tra i cattolici impegnati in politica una divisione che non ha senso. Un luogo di discussione pre-politico, unitario, sarebbe già possibile Leggo che alcuni cattolici impegnati in politica nel centro-sinistra sono intervenuti su quanto ha detto Giorgia Meloni al Meeting di Rimini, mi sembra un po’ stizziti dal fatto che la premier si sia rivolta…
Sudan. Dove la guerra e la fame uccidono anche la coscienza Ci sono luoghi al mondo dove le sorti terrificanti di intere popolazioni restano celate in quel frammento di spazio e tempo che si vorrebbe restasse fuori dalla storia dell’umanità, ma che inevitabilmente ne fa parte macchiandola della colpa più grave: l’indifferenza. Uno di questi…
Missionario e giornalista, padre Giulio Albanese riflette sull’Africa delle guerre e delle rinascite, dei giovani in piazza e dei regimi militari, della cooperazione e del neocolonialismo. In questa lunga intervista parla del fallimento dell’Occidente, del ruolo delle Chiese africane, del racconto paternalista da superare. «L’Africa non è povera: è stata impoverita. Non servono benefattori, ma…
L’ausiliare di Cipro riflette sul coraggio del Patriarca nel difendere le vite umane a Gaza e chiede di non lasciarlo solo Da due giorni non faccio che pensare al nostro Patriarca il Cardinale Pizzaballa. Quando è stato emanato l’ordine di evacuazione, avrebbe potuto andare via dall’inferno creato da Israele in cui si addentra ogni…
Cinquantacinquenne parigino, matematico, economista e gesuita, Gaël Giraud ha pubblicato tre anni fa il libro Composer un monde en commun. Une théologie politique de l’anthropocène (Seuil, 2022) per proporre i «beni comuni» in alternativa alla tendenza, da lui denunciata, verso una privatizzazione senza limiti. Il libro nasce dalla tesi di dottorato discussa nel 2020 presso…
Non sembra ma la scuola e le ferie hanno la stessa essenza: l’incontro con la meraviglia. Durante le ferie è lo stupore che cerchiamo. In montagna o al mare, in campagna o in città, in un libro, panorama, volto, vogliamo incantarci. In queste occasioni, che non a caso poi ricordiamo e raccontiamo, tratteniamo il respiro…
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.