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Chiamata alla preghiera: MONASTERO WiFi 2.0 – Per chi non c’era e non solo…

Dal blog di Costanza Miriano leggiamo cosa si è portata a casa lei : ….”E niente, come dicevo all’inizio, torno a casa con un bel bagaglio, un sacco di catechesi da riascoltare e ruminare (io in particolare voglio riascoltare la prima, su cosa è la preghiera, perché molto densa: credo di essermi persa la metà dei concetti) e soprattutto con la certezza che Dio mi vuole incontrare, e che la preghiera è un mettersi lì pronti, così quando passa mi trova. No, dico, guardate la trepidante attesa di un ragazzo che aspetta Fifa 22, come sobbalza a ogni suono del citofono sperando che sia il fattorino: ecco, io voglio aspettare Dio come mio figlio ha aspettato l’omino delle consegne, che non è un gran che come livello di mistica, ma è un inizio.

Da oggi pubblicheremo ogni giorno i link ai  video delle 6 catechesi separate e dei file audio in mp3 da poter scaricare.

Qui sotto il primo:

1 . Catechesi di don Antonio Grappone al Monastero WiFi



Basilica di San Pietro, 2 ottobre 2021

Ripercorrendo la parabola esistenziale agostiniana, dal momento che «le Confessioni sono la più lunga preghiera mai scritta», monsignor Antonio Grappone sottolinea che ogni preghiera «richiede una relazione autentica con il Padre, poiché se non comporta la conversione, ossia il desiderio di vivere nella volontà di Dio, non è nemmeno preghiera».

 

La preghiera «è elevazione dell’anima a Dio e domanda di beni convenienti», recita il Catechismo della Chiesa. Dunque, prosegue monsignor Grappone, «non è una tecnica per ottenere risultati e non ha nulla a che vedere con lo yoga, bensì è risposta a Dio ci precede sempre nell’amore». Di qui «la qualità della preghiera non dipende dal nostro sforzo, funziona pure se hai mal di testa o stai cascando dal sonno, perché Dio conosce il nostro cuore. Consiste nel riconoscere la propria miseria dinanzi all’amore del Padre. Le parole che pronunciamo non sono nostre, sono parole di un Altro, (basti pensare al Padre Nostro e ai Salmi), che siamo però invitati a fare nostre». In questo modo, «riconciliandoci con Dio, la preghiera ci restituisce a noi stessi». Insomma la preghiera «non è mai tempo perso, perché Dio sa ascoltare, anche ciò che non riusciamo a esprimere». E relativamente ai periodi di aridità e desolazione spirituale, monsignor Grappone ricorda che il Padre permette tali momenti per insegnarci la gratuità e farci crescere spiritualmente, affinché possiamo essere riconoscenti al Suo amore, al di là della dinamica del do ut des nella quale comunemente ci rivolgiamo a Lui. In sostanza, il «frutto più prezioso della preghiera è la perseveranza nella fede, nella speranza e nella carità; in questo senso “chi prega si salva” (Sant’Alfonso)».

 

(sintesi della catechesi da Il Timone)

 

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