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Un’ora di guardia a S. Maria della cella: l’arma più potente a difesa della famiglia

«I diritti individuali sono già ampiamente assicurati» e «mettere sullo stesso piano il matrimonio con altre unioni significa indebolire la famiglia». Lo ha detto, a margine del consiglio delle Conferenze episcopali europee, il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, commentando l’annuncio del voto di questa settimana alla Camera sulle cosiddette “unioni civili”. «La famiglia è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla generazione. Essa è il fondamento della società civile», ha ricordato Bagnasco.

Il presidente del consiglio Renzi ha invece invitato i suoi a tenersi «liberi tra l’11 ed il 12 maggio perché è il giorno in cui sarà approvata la legge sulle unioni civili». Sulla questione, Renzi aveva inizialmente garantito un «ampio dibattito democratico». Ma, prima ha saltato la commissione giustizia del Senato, dove il ddl Cirinnà era stato sommerso di emendamenti, poi, dopo che il Movimento Cinque Stelle si era rifiutato di votare il maxi-emendamento “canguro” per soccorrere il Partito Democratico in difficoltà anche in aula al Senato, il premier ha ulteriormente calato la maschera. E, su una legge con gravi implicazioni di coscienza, il governo ha imposto la fiducia. Il testo è stato poi approvato in commissione giustizia alla Camera, con la bocciatura in blocco di oltre ottocento emendamenti, molti dei quali presentati dalla maggioranza stessa. Anche questo era stato chiesto dal governo. Il testo è quindi in aula dal 9 maggio, e anche qui il premier ha promesso un voto lampo, con la fiducia.

La versione finale del ddl Cirinnà non contempla esplicitamente l’adozione del figlio del convivente. Ma non pone neanche alcun paletto. E a sdoganare l’utero in affitto ci pensano i giudici. In un anno e mezzo, ci sono state varie sentenze favorevoli all’ “adozione del figliastro”, soprattutto dopo l’approvazione al Senato del testo senza “stepchild adoption”. E un leader di partito come Nichi Vendola compra un bambino negli Stati Uniti con l’approvazione del coro dei media, nonostante una soverchiante opposizione popolare all’utero in affitto.

Ma l’utero in affitto non è che la punta di un iceberg – introdotto con le cosiddette “unioni civili” – che pretende di rivoluzionare l’antropologia. Perché una volta ridefinito il matrimonio sulla base del sentimento, qualsiasi arbitrio, ad esempio la poligamia, diventa possibile. E se cambia il concetto di famiglia, cambieranno anche le politiche familiari. Qualsiasi proposta “per la famiglia” sarà applicata non solo alla famiglia naturale ma a tutto quanto sarà definito a tavolino come tale.

Secondo una nota del Ministero, nel recente incontro bilaterale con la Germania, la ministra dell’istruzione Giannini ha detto che bisognerà «abituarsi a una sempre maggiore mobilità lavorativa», e che la famiglia «come l’abbiamo conosciuta esisterà sempre meno». «Alla dissoluzione delle identità – ha commentato il giovane filosofo marxista Diego Fusaro – si accompagna la disgregazione del radicamento: l’homo instabilis deve, per sua natura, essere portatore di un’identità e di una territorialità nomadi e mai stabilizzate, sempre modificabili secondo le sollecitazioni dell’economico e, dunque, incessantemente pronte a essere ridefinite». Le nuove politiche sono quindi funzionali alla distruzione della famiglia, ostacolo alla piena disponibilità del “capitale umano” da parte del mondo del business. Del resto, sono pubbliche le pressioni di molte grandi industrie americane presso la Corte suprema USA perché imponesse il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso a tutti gli Stati dell’Unione.

Riferendo del recente incontro con Papa Francesco, il presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli”, Massimo Gandolfini, ha detto che il Santo Padre «ha ripetuto che l’ideologia del gender è una colonizzazione ideologica inaccettabile e ha ribadito che è impensabile costringere un bambino a non avere un padre e una madre. Ci ha, quindi, invitati a combattere contro tutto questo». Gandolfini ha anche sottolineato che il comitato sta «effettuando un forcing sul capo dello Stato su alcuni profili di incostituzionalità del testo Cirinnà, che andranno vagliati parola per parola. Abbiamo un documento redatto da una sessantina di costituzionalisti che presenteremo a Mattarella».

Intanto, è appena entrato nello staff di Palazzo Chigi, come consulente per la comunicazione in particolare in vista del referendum costituzionale del prossimo autunno, Alessio De Giorgi, fondatore e direttore del sito gay.it. De Giorgi era stato inizialmente arruolato come candidato in “Lista Civica” alle ultime elezioni politiche, salvo poi lasciare la corsa a seguito di quella che definì una «denigratoria campagna mediatica».

La scorsa settimana, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha cancellato il corso riservato ai cronisti su “Unioni civili, omofobia, famiglia. L’uso del linguaggio per le minoranze sessuali nei mass mediaLa decisione è avvenuta dopo che un articolo della “Nuova Bussola Quotidiana” denunciava che il seminario, valido per avere i punti formativi obbligatori per i giornalisti, sarebbe stato tenuto da un “pedagogo dei diritti gay” che però sui social network aggrediva, insultandoli, quei giornalisti o politici (e anche il Papa) che si oppongono alla dittatura del relativismo e all’indottrinamento della nuova lingua gay friendly.

Proprio alla vigilia del voto finale alla Camera, mercoledì 11 luglio, alle 20.30, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Cella, in Via Ferrante Aporti a Sampierdarena, si terrà una nuova “Ora di guardia”, la veglia di preghiera per la famiglia e perché venga risparmiata all’Italia una legge ingiusta ed estremamente pericolosa.

 

Approfondimenti: Unoradiguardia.it

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