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Oggi 270° anniversario di Alessandro Volta: il contributo decisivo di scienziati cattolici messi nel dimenticatoio

Come ha spiegato più volte il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ai cattolici è giusto attribuire la qualifica di “soci fondatori” del Regno d’Italia.

Nonostante la Chiesa cattolica fosse accusata di essere oscurantista e contraria alla scienza, ad una analisi più accurata si scopre quanti furono i sacerdoti scienziati e quanto i cattolici contribuirono a tessere e rafforzare e il tessuto civile e culturale nel periodo compreso tra l’Illumismo e l’Unità d’Italia.

In un capitolo del volume “Nei 150 anni dell’Unità d’Italia” pubblicato dalle Edizioni Dehoniane di Bologna (EDB) che riporta gli interventi del Decimo Forum del progetto Culturale della CEI, il prof. Giuseppe Tanzella-Nitti racconta dei sacerdoti impegnati nelle scienze e nella promozione sociale nel Piemonte del XIX secolo.

Si scopre un mondo di personaggi la cui scienza era di valore mondiale. Scienziati e conoscenze che oggi si trovano con difficoltà nei libri scolastici.

Pochi sanno per esempio che Alessandro Volta, l’inventore della pila, fosse un devotissimo seguace di Maria, un testimone e un insegnante della dottrina cattolica.

Anche il genio di Alessandro Volta non è stato pienamente compreso.

Nel 1769, appena ventiquattrenne, pubblicà il suo primo lavoro nel quale tracciò un programma di ricerca tendente a unificare le forze elettriche con quelle di attrazione di origine newtoniana. Nel 1771 scrisse un secondo lavoro, nel quale, presentò una nuova macchina elettrostatica. Nel 1774 il conte Firmian, ministro dell’Impero asburgico per la Lombardia, lo nominò soprintendente (cioè preside) e successivamente docente di Fisica sperimentale nelle Regie Scuole di Como.

Nel 1775 Voltà costruì “l’elettroforo perpetuo”, un nuovo apparecchio in grado di fornire elettricità senza bisogno di un continuo strofinio. Nel 1780 realizzò il primo condensatore elettrico con due piatti metallici separati da uno strato isolante, dandone descrizione alla Royal Society in una lettera in cui descrisse la prima legge dell’elettrostatica.

Nel 1800 Volta comunicò alla Royal Society, la sua scoperta più importante, la pila, il primo generatore di corrente continua.

Pochi sanno che Volta era profondamente religioso, frequentava la Messa quotidiana, praticava i sacramenti (confessione e comunione), recitava il rosario ogni giorno. I contemporanei raccontano che Volta insegnava dottrina cristiana ai ragazzi nella chiesa parrocchiale di San Donnino a Como, dove tuttora una lapide ricorda “qui insegnando il catechismo si preparò al miracolo della pila”.

Inoltre, Silvio Pellico racconta in una lirica che furono le argomentazioni di Volta a riaccendere in lui un germe di fede che poi maturerà nel carcere dello Spielberg.

Leggi di più: Zenit

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