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Genova – Sabato 14 febbraio tornano le Sentinelle in Piedi

con una veglia che si terrà nello slargo sotto le Tre Caravelle, in via Diaz (piazza della Vittoria), dalle 17 alle 18, anche in caso di maltempo. Come per le veglie precedenti, i partecipanti si disporranno a scacchiera, a distanza di circa un metro l’uno dall’altro, e leggeranno un libro in piedi in silenzio.

Le Sentinelle testimonieranno pacificamente per la famiglia e la libertà di espressione, contro la propaganda del “gender”, specie nelle scuole, e il disegno di legge (ddl) Scalfarotto “sull’omofobia”.

Con il ddl Scalfarotto, chiunque si dica pubblicamente favorevole alla famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna o contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso rischia l’accusa di omofobia, un reato non definito dall’ordinamento giuridico (quindi interpretabile in maniera arbitraria) e che, se il testo diventasse legge, punirebbe i colpevoli con il carcere fino a sei anni.

Il ddl viene presentato come necessario per fermare violenze e discriminazioni. Ma il codice penale – giustamente – già punisce ogni violenza e ingiusta discriminazione, anche con l’aggravante dei motivi “futili e abietti”, che viene regolarmente applicata anche nei casi legati all’orientamento sessuale.

In realtà, il ddl Scalfarotto è uno strumento per mettere al bando l’opposizione all’agenda delle lobby LGBT (Lesbic, Gay, Bisexual, Transexual), che prevede matrimoni e adozioni gay, scomparsa del termine padre e madre, educazione omosessualista obbligatoria fin dall’asilo.

Il disegno di legge (ddl) Cirinnà sulle unioni civili è in Commissione Giustizia al Senato. L’art. 3 dice che “ad ogni effetto, all’unione civile si applicano tutte le disposizioni di legge previste per il matrimonio”, con la sola eccezione, che cadrà poco dopo, dell’adozione. Per definire cos’è la famiglia, però, bisognerebbe cambiare la Costituzione, che recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” (Art. 29).

Il comitato “Sì alla famiglia” ha proposto un testo unico che in 33 articoli offre un elenco dei diritti che già spettano ai conviventi (di diverso o dello stesso sesso) in materia di sanità, carceri, norme processuali, locazioni e risarcimenti. Il testo smentisce i luoghi comuni sulla carenza di diritti già oggi riconosciuti ai conviventi. Proprio in questi giorni, i genitori che iscrivono i propri figli alla scuola dell’obbligo hanno scoperto che nei moduli online del Ministero dell’Istruzione ci sono “primo genitore” e “secondo genitore” e il sesso del figlio è annullabile. Così, silenziosamente e subdolamente, la rivoluzione che scardina l’alfabeto dell’umano avanza pervasiva.

E si stanno diffondendo sempre più le iniziative di “decostruzione degli stereotipi di genere” nelle scuole italiane. Dietro queste e simili definizioni, si nasconde spesso l’indottrinamento “gender”, che il ddl Fedeli depositato a dicembre in Senato intende rendere obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado.

Nei Paesi dove l’ideologia del gender è già affermata, le conseguenze sono chiare. I laureati in legge alla Trinity Western (Università protestante canadese legalmente riconosciuta) non possono esercitare la professione di avvocato nelle provincie dell’Ontario, British Columbia e Nova Scotia. Sono infatti fortemente sospettati di omofobia perché, da studenti, sottoscrivono un codice di comportamento, che, tra l’altro, richiede, nei dormitori, “l’astensione da forme di intimità sessuale che violino la sacralità del matrimonio tra un uomo e una donna”. La scorsa settimana, la Corte Suprema della Nova Scotia ha dato ragione ad un ricorso della Trinity University, per cui i suoi laureati potranno esercitare la professione. Ma nella British Columbia contro l’università protestante è già sceso in campo il governo. Simone Pillon, portavoce del Forum delle Famiglie dell’Umbria, risulta iscritto nel registro degli indagati per aver denunciato la diffusione di materiale pornografico a sfondo omosessuale in una scuola. Davanti alla logica di un potere che anziché servire l’uomo (ogni uomo – non siamo contro alcuna persona) cerca di controllarlo, e nonostante il clima intimidatorio, le Sentinelle in Piedi vegliano in tutt’Italia per portare la propria testimonianza per la libertà di espressione e per la famiglia, contro il “pensiero unico” del gender. Anche a Genova. La veglia delle Sentinelle in Piedi è aconfessionale e apartitica e aperta a chiunque ne condivida gli ideali. Non sono ammessi simboli né vessilli.

www.sentinelleinpiedi.it Facebook: Sentinelle in Piedi – Sentinelle in Piedi Genova

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