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Luoghi di meditazione aconfessionali (o areligiosi?)
— 24 Ottobre 2025— pubblicato da Redazione. —
Esistono spazi, definiti come luoghi del silenzio e meditazione, che assomigliano a chiese, ma non lo sono…
Questi spazi di meditazione e silenzio hanno una particolarità: quella di non essere confessionali. Negli ultimi anni, dopo essermi imbattuta casualmente in due di questi siti, ho notato come stiano proliferando in tutto il mondo, salutati molto spesso come luoghi in cui ritrovare se stessi, luoghi inclusivi, universali e contemplativi. Cosa sono dunque questi edifici normalmente firmati da importanti architetti e artisti dal design contemporaneo e accattivante?
Sono stati progettati come “cappelle” o luoghi di raccoglimento, ideati per offrire un rifugio dal mondo esterno. In essi l’arte, il design e il silenzio sono i principali mediatori dell’esperienza spirituale.
Rothko Chapel
La Rothko Chapel, inaugurata nel 1971 a Houston, Texas, è forse l’esempio più emblematico di spazio aconfessionale dedicato al dialogo interreligioso e alla meditazione. Commissionata dai collezionisti e filantropi John e Dominique de Menil, la cappella è un edificio ottagonale minimalista che ospita quattordici grandi dipinti del pittore espressionista astratto Mark Rothko (1903-1970). L’architettura è austera e priva di finestre tradizionali. L’unica luce naturale filtra da un lucernario schermato sul soffitto, che regala un’atmosfera cupa e introspettiva. I dipinti, prevalentemente in tonalità di nero, marrone e viola scuro, si presentano come campi monocromatici che assorbono lo sguardo, invitando a una profonda contemplazione del vuoto e del mistero. Rothko considerava questo ciclo di opere come il culmine del suo messaggio artistico, un’esperienza pittorica destinata a suscitare un’esperienza emotiva o spirituale pari a quella religiosa.
Altro esempio è la Cappella Kamppi (Helsinki, Finlandia, immagine in evidenza), conosciuta come la Kamppi Chapel of Silence. Collocata nel cuore del quartiere Kamppi a Helsinki, uno dei luoghi più trafficati della capitale finlandese, è stata progettata dallo studio K2S Architectse completata nel 2012. L’esterno, caratterizzato da una forma curva e avvolgente, è rivestito in legno di abete rosso, un materiale che le conferisce un aspetto caldo e organico. La sua funzione è esplicitata dal soprannome: un’oasi di pace e silenzio in un ambiente urbano frenetico. L’interno è un’unica aula con pareti in legno, panche ed un altare. L’illuminazione zenitale esalta la sensazione di isolamento e quiete ed è aperta a chiunque cerchi un momento di riflessione personale e distacco, indipendentemente dal credo.
Entrambe le cappelle sono prive di immagini, di candele, di simboli religiosi. Entrambi i luoghi risultano estremamente suggestivi dal punto di vista emotivo ma non rimandano a nessuna rappresentazione del divino.
Il silenzio orante di Sant’Anna
Il silenzio è la prima porta che ci aiuta a pregare e ad avvicinarci a Dio, ma per il cristiano il silenzio è orante non vuoto, esso è abitato dalla presenza di Dio. Nell’immagine de “Il silenzio orante di Sant’Anna” (affresco copto dell’VIII secolo trovato a Faras, nell’Alto Egitto, che raffigura Sant’Anna con un dito sulle labbra), il gesto che simboleggia il silenzio e la preghiera rimanda al raccoglimento interiore e riflette il mistero dell’Incarnazione e l’attesa fiduciosa nella volontà di Dio, perché Lui ascolta anche quando tace ed è in quel momento che si prende cura di te.
In queste cappelle invece non esiste una rappresentazione della realtà trascendente o una liturgia, in esse il senso religioso che esprime la relazione tra l’uomo e Dio viene meno e resta solo la centralità dell’uomo e delle sue emozioni.
Il silenzio e lo spazio del tempio perdono così il loro significato essenziale di rimando alla trascendenza, cedendo il posto al nulla e al vuoto di senso.
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