A quasi un mese dalla scomparsa del grande stilista, la maison annuncia un progetto per l’istruzione nei Paesi poveri sviluppato in collaborazione con Caritas. Che porta il nome di mamma Maria.
Mariù. Era il diminutivo dell’amata madre Maria, a cui il pensiero di Giorgio Armani tornava ogni volta che ripensava alla sua infanzia sulle rive del Trebbia. E all’infanzia, nel crepuscolo della vita, il celebre stilista ha voluto dedicare anche uno fra i suoi ultimi gesti terreni. Un progetto internazionale per garantire il diritto all’istruzione di tanti bambini, ideato in collaborazione con Caritas Ambrosiana, che prenderà il via in sei paesi di tre continenti diversi fra Africa, America meridionale e Sud Est Asiatico. «“Casa Mariù” – ha annunciato l’azienda svelando il lascito solidale del suo fondatore- si tradurrà in una serie di interventi mirati e concreti, che includeranno contributi per la retribuzione del personale educativo, la fornitura di attrezzature didattiche e del materiale scolastico e tutto ciò che risulterà necessario per assicurare ai bambini e alle loro famiglie un ambiente accogliente e strumenti adeguati alla crescita e all’apprendimento».
Armani avrebbe voluto presentare l’iniziativa in occasione della sfilata celebrativa per i cinquant’anni della maison. Ora, dopo la sua scomparsa, avvenuta il 4 settembre scorso, toccherà agli eredi il compito di far diventare realtà quello che per lui rappresentava l’ideale coronamento di una carriera costellata di grandi successi: restituire tutta la fortuna e il bene ricevuti. «Un futuro migliore parte da un’infanzia, se non felice come tutti i bambini meriterebbero, almeno serena e formativa, della quale la famiglia e la scuola sono il centro» aveva dichiarato, non a caso, qualche tempo fa. «Ho ripensato alla mia infanzia, a quanto mia mamma ci abbia protetti e sostenuti, e per questo ho voluto dedicare a lei questa iniziativa per me piena di significato, attraverso la quale mi auguro di poter avere un impatto concreto e positivo sulla vita di tanti bambini e delle loro famiglie». La figura di Maria Raimondi, la donna forte e determinata accanto alla quale le ceneri dello stilista oggi riposano, aveva influenzato molto più del suo gusto estetico votato ad uno stile elegante e sobrio, trasmettendogli anche la sensibilità e l’attenzione nei confronti dei più fragili.
Valori che promettono di riflettersi nell’opera sostenuta da Casa Mariù in molti contesti bisognosi, con il contributo di Caritas, che porta avanti programmi di scolarizzazione e sostegno alla povertà in molti Paesi del mondo. I missionari del Pime e l’operazione Mato Grosso, invece, sono stati coinvolti nell’individuazione dei progetti da concretizzare, come partner esperti delle diverse aree d’intervento di e delle esigenze primarie di chi li abita. Nei sei stati in cui l’iniziativa è attiva, sono otto le strutture dedicate ai più piccoli che ne riceveranno il supporto: A Mouda, in Camerun, la creatura di Giorgio Armani aiuterà ad accogliere e curare i neonati orfani o abbandonati nell’asilo nido locale gestito dal Pime e garantirà a circa sessanta bambini dagli zero ai tre anni assistenza sanitaria e nutrizionale. Personale specializzato, farmaci, fisioterapia e borse di studio verranno invece destinati ai minori disabili del Centro San Giuseppe di Chiang Rai, in Thailandia, mentre in Bangladesh, a Suihari, Casa Mariù permetterà di completare la ristrutturazione dei locali dove studiano e alloggiano 160 piccoli ospiti e altri 25 con patologie. E poi, ancora, le scuole Caritas e per i più poveri nelle Filippine, in Nicaragua e quelle aperte da Operazione Mato Grosso nelle zone meno sviluppate del Perù, tra le quali, la baraccopoli di Nuevo Chimbote. «Istruire ed educare sono obiettivi primari della nostra azione- ha voluto ricordare l’ideatore e coordinatore del progetto per Caritas Luciano Gualzetti- E siamo onorati che questa impostazione sia stata condivisa in modo generoso anche da Armani».