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PACE PER GAZA: La veglia di preghiera promossa da Sant’Egidio insieme a movimenti, associazioni e congregazioni cattoliche

 “Noi crediamo che la preghiera abbia la forza pacifica, non violenta per smuovere i cuori perché finisca la guerra, l’occupazione, siano rilasciati gli ostaggi, sia rispettato il diritto internazionale”. Lo ha detto il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, aprendo la veglia di preghiera “Pace per Gaza”, promossa, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, da Acli, Agesci, Auxilium, Azione Cattolica Italiana, Comunione e Liberazione, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento Cristiano dei Lavoratori, Movimento dei Focolari, Movimento politico per l’unità, OFS Ordine Francescano Secolare, Rinnovamento nello Spirito Santo e Uisg, nella basilica di Santa Maria in Trastevere.
“Preghiamo”, ha esortato “per tutte le vittime, in particolar modo i bambini”.
La basilica è gremita di partecipanti. Altri sono sulla piazza e migliaia seguono online. Un popolo credente che ha fiducia nella forza della preghiera contro quella violenta delle armi si è riunito, la sera del 22 settembre, per invocare la pace.

Il cardinale Bassetti si è rivolto ala moltitudine di persone accorse: segno concreto, ha detto, che “la violenza puo’ e deve essere fermata”, ribadendo che “nonostante tutto, la speranza non arretra”. Ha poi ricordato con forza che “beati sono gli afflitti – coloro che sono rimasti a Gaza. Infelici sono coloro che non provano compassione”.

Particolarmente toccante e’ stata la lettura di alcuni versi scritti da una madre di Gaza: “Una madre a Gaza non piange, attende che sia finito il rombo degli aerei per liberare il respiro”.

La veglia di preghiera si è conclusa con un videomessaggio del card. Pizzaballa, patriarca dei Latini di Gerusalemme: “Siamo affranti, siamo profondamente feriti da questa situazione, da quello che stiamo vivendo, dal clima di odio che ha creato questa violenza, che a sua volta crea altro odio, in questo circolo vizioso che non si riesce a spezzare …. Però vedo anche tanti miti, vedo tante persone che si mettono in gioco, che amano la giustizia, che fanno la giustizia, pagando anche un prezzo personale, in questo senso, israeliani, palestinesi, ebrei, cristiani, musulmani, qui non è questione di appartenenza, ma di umanità … Questo per me fa sperare che quando il linguaggio del potere e della forza fallirà, quando tutto questo castello di violenza crollerà, in quel momento noi dovremmo essere pronti, verrà il momento in cui noi dovremo con la nostra parola, con la nostra testimonianza portare la forza di questa mitezza e ricostruire”.

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