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Lettera aperta ai genitori (liberi di scegliere?)

La libertà di educazione è un “diritto costituzionale”. E un gruppo di associazioni hanno individuato nel buono scuola nazionale lo strumento per renderla effettiva.

Carissimi genitori, è ricominciata la scuola. È ricominciato un nuovo anno di tremore e di speranza verso la crescita dei figli che affidate alla scuola. Speranza che la crescita sia positiva; tremore perché ogni genitore non può non trepidare per un futuro che troppo spesso appare, ascoltando le cronache, molto incerto. Vorrei porvi una domanda. Ritenete di essere stati liberi nello scegliere la scuola a cui affidare i vostri figli? Liberi sia dal punto di vista ideale e culturale che dal punto di vista economico? Per esempio, con gli stipendi che vi arrivano mensilmente in casa, avreste potuto iscrivere vostro figlio ad una scuola pubblica paritaria, magari cattolica, nella quale siete sicuri che egli avrebbe trovato una educazione più solida e più utile per lui? Avreste potuto spendere per lui una retta di qualche migliaia di euro, mentre l’accesso alla scuola pubblica statale è praticamente gratuito? Avete potuto fare una serena scelta tra le varie possibilità che avevate a disposizione? Probabilmente molti di voi non si sono neppure posti il problema, tanto è grande il divario tra le due ipotesi di scelta. Personalmente, ritengo che non siate stati liberi, soprattutto per motivi economici.

Se tutto questo è plausibile e realistico, probabilmente ciò avviene perché proprio i genitori (cioè le famiglie) non sono a conoscenza dei loro diritti, che non sono frutto di ragionamenti ideologici, ma che poggiano sulla legge fondamentale  cui fa riferimento il nostro Paese. Allora, vorrei ricordarvi che l’articolo 30 della Costituzione italiana, sempre così osannata quando fa comodo, fissa questa norma obbligatoria per chi ci governa: «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio». Ciò significa che il diritto ad educare spetta a voi, carissimi genitori, e non ad altri: non allo Stato (come invece avviene nei Paesi totalitari), non alle Regioni, non ai Comuni: questo diritto spetta solo a voi. Anche tutte le dichiarazioni internazionali che proclamano i diritti dell’uomo, a partire dalla Dichiarazione dell’Onu del 1948, riaffermano lo stesso principio. La stessa cosa si può dire riguardo alla dottrina sociale della Chiesa.

Troppa rassegnazione

Se è vero come è vero che il diritto all’educazione dei figli fa capo ai genitori, allora, carissimi amici genitori (e nonni), non possiamo rimanere indifferenti se questo diritto viene violato, come sta avvenendo di fatto, dopo quasi 80 anni di Repubblica e 164 anni di Stato Unitario, anche perché il diritto all’educazione è il più importante di tutti i diritti. I genitori hanno il dovere, allora, di pretendere che le autorità democratiche del nostro Paese assicurino che la libertà di educazione venga assicurata, come, del resto, prevedono gli articoli 3 e 31 della Costituzione. Assicurare la libertà di educazione, infatti, costituisce il contributo maggiore che si possa dare a quello che, spesso demagogicamente, viene definito come il “bene comune”. Ho pensato a questa lettera aperta a voi genitori perché vedo troppa rassegnazione in tante famiglie verso il problema educativo. Voi genitori, per primi, dovreste ribellarvi rispetto all’attuale situazione.

Anche perché mi pare che oggi la emergenza delle emergenze sia proprio quella educativa. Troppi genitori, troppi preti, troppi possibili maestri hanno rinunciato a fare proposte educative ai giovani, per le più varie ragioni, sintetizzabili, forse, in una inspiegabile rassegnazione rispetto ad una ondata di pensiero che, in fondo, spinge i giovani a fare unicamente quello che vogliono, privandoli del fascino (e della bella fatica) della verifica con una proposta ideale. In tema di educazione, ci stiamo riducendo a lamentarci dei terribili risultati che sta producendo la non-educazione, ma senza reagire positivamente.

Buono scuola nazionale

Carissimi genitori (e nonni), penso che dobbiamo, tutti insieme, riprendere coscienza del nostro fondamentale compito educativo, ricominciando a praticarlo con entusiasmo e orgoglio. Con l’orgoglio di essere titolari di un diritto che nessuno può togliere ai genitori, come hanno affermato, proprio in questi giorni, molte associazioni che si occupano di famiglia: quello della libertà di educazione è un “diritto costituzionale” che dobbiamo riprenderci. Tali associazioni hanno indicato nel “buono scuola” nazionale, già positivamente vigente in Lombardia, lo strumento per aiutare economicamente le famiglie a operare in libertà la scelta della scuola più adatta ai propri figli. La miccia di questa mite battaglia dovreste accenderla voi, carissimi genitori. Solo una vostra ragionevole protesta potrebbe far capire a tutta la politica quale sia e dove stia l’origine del problema educativo: nella responsabilità della famiglia liberamente assunta.

Fonte: Peppino Zola | Tempi.it

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