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Saper invecchiare è il capolavoro della saggezza: Odifreddi trasformato da Ratzinger

Il noto matematico impertinente ha da tempo abbandonato le immature provocazioni per impegnarsi in dialoghi seri e rispettosi con il Papa emerito. Un rapporto epistolare raccolto oggi in un libro in cui il confronto è serio, anche sul tema della morte dopo la scomparsa della mamma di Odifreddi e del fratello di Ratzinger.

Cos’è successo a Piergiorgio Odifreddi ?

Da matematico (sedicente) impertinente, appassionato lettore di UCCR, si è nel tempo trasformato in moderato commentatore d’attualità.

Nel 2018 Repubblica scelse di chiudere il suo storico blog a seguito delle sue accuse al direttore Eugenio Scalfari.

Già nel 2012, tuttavia, gli venne impedito temporaneamente di scrivere dopo aver accusato di nazismo lo stato di Israele.

 

 

Le odifreddure di Odifreddi: provocazioni poco mature

 

Noto dai più come ateo fondamentalista, lo ricordiamo brevemente per alcune di quelle che abbiamo definito odifreddure.

«I cristiani? Sono dei cretini», scrisse nel 2007. Nello stesso anno e nel 2008 vinse ben due Asini d’Oro come peggior divulgatore scientifico.

Nel 2010 se la prese anche con gli ebrei accusando il celebre matematico Giorgio Israel di essere «un virulento, un intellettuale di nicchia, una testa calda. In più esercita il vittimismo dell’ebreo» (affermazioni che gli causarono non poco scompiglio a causa nostra).

Nel 2011 Odifreddi accusò i medici cattolici di essere «inaffidabili in quanto malati di mente», pochi mesi dopo invitò lo Stato ad «intervenire per impedire la procreazione» di persone infelici, «anzitutto forzando all’uso di anticoncezionali. E poi, quando la prevenzione avesse fallito, imponendo la cessazione della gravidanza».

Un anno dopo, nel 2012, sostenne che «mi fa piacere se le bestemmie verso Dio danno fastidio».

 

Nel 2013 l’inizio delle lettere tra Odifreddi e Benedetto XVI

Dal 2013, più o meno, Piergiorgio Odifreddi sembra aver smesso i vestiti del bizzarro personaggio che ha a lungo interpretato, sicuramente condizionato dalla perdita di appeal dell’ateismo aggressivo in voga fino a qualche tempo fa (anche Richard Dawkins è finito d’altra parte per dichiararsi “cristiano culturale”).

E’ probabile che questo cambiamento sia stato provocato dalla sua corrispondenza con Benedetto XVI, culminata anche in incontri personali.

Lui stesso ne ha parlato recentemente sponsorizzando il libro In cammino alla ricerca della verità (Rizzoli 2022), con prefazione del card. Ravasi.

Una raccolta di lettere tra Odifreddi e Ratzinger a partire (guarda caso) dal 2013, quando il Papa emerito rispose personalmente al libro Caro papa ti scrivo (2011), nel quale il matematico commentò quel che definisce «il capolavoro» di Benedetto XVI, ovvero Introduzione al cristianesimo (1968).

Ratzinger, scrive oggi Piergiorgio Odifreddi, «mi aveva tirato le orecchie con parole “dure e franche”, invitandomi “in modo deciso a rendermi un po’ più competente da un punto di vista storico”, per rimediare a “un parlare avventato che non dovrei ripetere”».

I due hanno proseguito a scriversi negli anni, confrontandosi sulla storicità di Gesù, sulla veridicità dei miracoli, sul monoteismo e sulla prova ontologica dell’esistenza di Dio di Kurt Gödel. In un incontro personale, al termine di un’udienza, Odifreddi racconta di essere stato bonariamente stuzzicato da Benedetto XVI: «Lei finirà per diventare un grande teologo!».

Il card. Ravasi, nella prefazione del libro, mette comunque in guardia dal fatto che l’autore del libro è Odifreddi ed è sua la parte preponderante, il quale «talora plasma parole e giudizi del suo interlocutore».

Tuttavia, nota il cardinale, «sorprende, comunque, una indubbia delicatezza affettuosa del narratore, che rivelerà a molti un volto inedito, rispetto a certe asprezze fin aggressive riservate in passato al mondo cristiano, e in particolare all’orizzonte ecclesiale»

La mamma di Odifreddi ed il fratello di Ratzinger.

C’è anche un aspetto più personale al di là del confronto sui massimi sistemi.

«Nel 2015 avevo scritto al papa emerito una lunga lettera su come un ateo vede la morte», ricorda Odifreddi, «ma nel 2020 le parole astratte divennero dolore concreto, quando lui perse suo fratello e io mia madre. Il libro si conclude dunque con le nove lettere che ci scambiammo in quell’annus horribilis, nel tentativo di elaborare i nostri rispettivi lutti».

Il 18 ottobre 2020, in occasione della morte di sua madre, Odifreddi inviò infatti al pontefice emerito una lettera che definì «sfogo filiale, tanto privato e personale da risultare quasi una “confessione”».

Il card. Ravasi la definisce «una straordinaria testimonianza dell’approccio personale, anche emotivo, di un ateo di fronte alla morte di una persona cara, un’esperienza umana radicale. E Benedetto XVI, rispondendo il 24 novembre 2020, confessa senza esitazione che “la Sua lettera circa la morte della Sua amata Madre mi ha profondamente toccato”».

Infine, la decisione da parte di entrambi di rendere pubblica questa corrispondenza.

Odifreddi interpreta così questa esperienza: «La dimostrazione di come anche due persone con idee antitetiche, come un papa e un ateo, possano comunque confrontarsi rispettosamente e andare d’accordo, con buona pace dei fondamentalisti e dei bellicisti».

Una riflessione probabilmente autobiografica, riferibile senz’altro all’Odifreddi “fondamentalista e bellicista” di qualche anno fa. Oggi non è più così, (anche) grazie al Papa emerito.

«Saper invecchiare è il capolavoro della saggezza», scrisse Herman Melville, aggiungendo che «è uno dei capitoli più difficili della grande arte del vivere».

Fonte: Uccronline.it

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