Bene, vado subito al sodo perché mi preme che passi questo concetto, poi casomai se avete voglia leggete tutta la sbobba qui sotto, altrimenti vi fermate qui. Quando paghiamo le tasse, c’è una piccolissima parte sulla quale possiamo decidere noi: il 13 per mille. Cioè 13 euro ogni 1000, tra quelli che siamo costretti a pagare. 8 possiamo destinarli a una confessione religiosa, altrimenti vanno allo Stato. Altri 5 possiamo destinarli a enti che fanno attività di interesse sociale. Se non li destiniamo, andranno anche questi allo Stato, magari anche a finanziare attività che noi non vorremmo mai pagare di tasca nostra (per esempio i medici che fanno gli aborti, nel mio caso). Se non diciamo nulla, lo Stato se li prende, e li amministra a modo suo. I due terzi delle persone che pagano le tasse, si dimentica (non vuole?) destinare il suo 5 per mille a nessuno. Forse a qualcuno non è chiaro che questa cosa non gli costerà un centesimo, e andrà a fare cose che scegliamo noi, invece che l’amministrazione pubblica.
Se avete già qualcuno di cui vi fidate a cui dare quel contributo (che, lo ripeto per chi come me odia tutte le questioni burocratiche, paghiamo lo stesso: non è che se non lo destiniamo ci rimangano più soldi in tasca) va benissimo così. Se non lo avete, io avrei due proposte da segnalare, tutte e due di amici di cui mi fido.
La prima riguarda i ragazzi. Sarà che ne ho quattro a casa, sarà che sto invecchiando, sarà che questi due ultimi terribili anni li hanno colpiti duramente nel momento in cui dovevano essere più aiutati a progettare, sarà che siamo nel paese più vecchio del mondo (insieme al Giappone), nel quale i vecchi non hanno nessuna voglia di scansarsi e cedere il passo e i loro privilegi, ma sto provando una grande tenerezza per questa generazione (ragazzi, se vedete per strada una strana tipa tendenzialmente leopardata che vi sorride senza motivo non vi preoccupate, sono innocua). Così quando padre Maurizio Botta mi ha detto che con i soldi del 5 per mille Oratorium ha fatto 25 borse di studio per 25 giovani mi sono veramente salite le lacrime agli occhi. C’è chi ci si è pagato un biglietto per andare a studiare fuori, chi ci si è pagato un corso, chi ha potuto andare avanti ancora un po’ a studiare, in attesa di guadagnare qualcosa. Tutti ragazzi, a detta di chi ci capisce e li sta selezionando, con uno straordinario talento e tanta voglia di fare. Guardate questo video meraviglioso
e soprattutto leggete i commenti, scritti dai ragazzi che hanno ricevuto l’aiuto economico:
“Mai nella mia vita mi son sentito così tanto sostenuto come in questa famiglia. Grazie di cuore”;
“Quello che abbiamo ricevuto in realtà ha un valore che va oltre quello monetario. Ci hanno trasmesso un’enorme fiducia nei nostri confronti, che non è per niente scontato avere in un ambito come il nostro, dove spesso si incontrano ostacoli e difficoltà. Ci spronano a credere sempre di più in quello che facciamo e di sostenerci a vicenda, di non mollare mai. Non vi ringrazieremo mai abbastanza”;
“avere qualcuno che crede in te può cambiarti la vita”;
“Penso che l’assegnazione di queste borse di studio sia un atto di incredibile umanità e condivisione verso il prossimo, oltre che un atto di grande fiducia verso le potenzialità di noi giovani musicisti, grazie”;
“ero in un momento di profonda tristezza e qualcuno mi ha tirato su”;
“Uno degli atti di fiducia più incredibili che mi sono mai stati concessi in vita mia, grazie ad Oratorium, padre Maurizio e tutto lo staff di Musicoff. Per noi ragazzi siete il volto della speranza in un futuro un po’ meno grigio di come ce lo aspettavamo”.
A me personalmente leggere che un ragazzo si aspetta un futuro grigio mi fa più male di una coltellata: cioè a quell’età devi pensare che spaccherai il mondo. Poi sbatti contro la realtà, ti disilludi, forse capisci che niente ti riempie il cuore, ma prima no, non è giusto affacciarsi al mondo così, non dobbiamo permetterlo.
Questi meravigliosi ragazzi sono stati individuati grazie all’infaticabile lavoro – lavoro nel senso di fatica, non nel senso che è pagato – di Thomas Colasanti, che si spende tantissimo per aiutare i giovani musicisti a credere nelle proprie capacità, con il suo Musicoffyoung.
Per aiutare questo progetto il codice fiscale di Oratorium è 97774420588
Se questa proposta non vi corrisponde molto, come non pensare a pro Vita e Famiglia, con le sue infaticabili battaglie a favore della vita, su entrambi i fronti su cui è necessario combattere: quello culturale, e quello di aiuto concreto a chi accoglie la vita?
Con le sue campagne contro il gender, per esempio, Pro Vita è nella compagine di chi ha tenuto sveglie le coscienze e ha confortato tanti di noi che si sentono assediati da tutti i fronti, su qualunque mezzo di comunicazione. Quando ti sembra di essere un pazzo che va contro mano in autostrada, Pro Vita – insieme a poche altre voci – ci ricorda che almeno siamo un po’ più di uno, siamo un piccolo popolo che va contro mano, ma un popolo. Siamo quelli che chiedono che non vengano rubate ore alla didattica (sempre più povera) nelle scuole, per cercare di infilare a forza nelle teste dei bambini che tu la tua identità sessuale te la scegli (come se questo fosse un tema che interessa i bambini); siamo quelli che ricordano che la vita inizia con il concepimento e che la (pessima) legge 194 viene sfacciatamente tradita migliaia di volte all’anno in Italia (l’aborto, che è sempre sbagliato, doveva essere comunque l’extrema ratio, non un mezzo di contraccezione); siamo quelli che chiedono che le mamme vengano aiutate in ogni modo a farcela a scegliere la vita, e che le persone vengano curate senza accanimento ma con amore fino alla morte. E con i suoi aiuti concreti – fornendo kit di accoglienza per i bambini e altra assistenza economica – Pro Vita fa in prima persona quello che non fa lo Stato, che pure lo aveva promesso nella pessima 194 (“rimuovere le cause concrete” che inducono la donna a rifiutare la vita che ha concepito). Pro Vita rompe anche tantissimo le scatole alle istituzioni, per ricordare che ci siamo anche noi, e che il sostegno alla vita che nasce, all’infanzia, alle famiglie, agli anziani – cioè a tutti quelli che non sono produttivi – dovrebbe essere un impegno comune, al di là delle posizioni ideali, ed è un dovere di chi amministra i beni pubblici, non solo dei cattolici.
Per aiutare questo piccolo coraggioso esercito, il codice fiscale di ProVita è 94040860226
Oppure continuate a destinare a qualche altro progetto che conoscete, e di cui vi fidate: l’importante è che facciate una scelta, e non sprechiate un’opportunità preziosa di fare del bene gratis!
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