Home / MONDO / TOP NEWS / Esportazioni di armi: il giro di affari miliardario sulla pelle dei bambini
Esportazioni di armi: il giro di affari miliardario sulla pelle dei bambini
— 16 Luglio 2020— pubblicato da Redazione. —
Quanto vale l’esportazioni di armi dall’Italia? La dottoressa Silvia Gison, dell’advocacy di Save The Children fa il punto con Interris.it
“Stop alla guerra sui bambini” è la petizione che Save The Children ha lanciato per chiedere la fine dell’esportazioni di tutte le armi italiane in Yemen e per chiedere che ai bambini che vivono in zone di conflitto siano garantiti cibo, acqua, cure e protezione.
Costretti a diventare soldati, mutilati, uccisi, rapiti e abusati: è questa la sorte di oltre 415 milioni di bambini che vivono in zone di guerra, spesso colpiti in quei luoghi che, invece, dovrebbero essere per loro un luogo sicuro, come le loro case, le scuole e gli ospedali.
L’embargo deciso dall’Italia
Come spiega Save The Children, da parte del Governo italiano sono stati registrati dei passi positivi come la decisione di sospendere per 18 mesi l’esportazione di bombe da aereo e missili diretti verso l’Arabia Saudita. Embargo che scadrà il prossimo 31 dicembre, data molto vicina se si pensa dal punto di vista politico. Interris.it ha affrontato l’argomento con la dottoressa Silvia Gison, dell’advocacy di Save The Children.
Perché avete lanciato una petizione per chiedere lo stop dell’esportazione delle armi in Yemen?
“Per proteggere tutti i bambini che vivono in zone di conflitto. In particolare ci siamo concentrati sullo Yemen, paese che è in guerra dal 2015, verso il quale l’Italia esporta armi, in particolare verso la coalizione a guida saudita”.
E’ possibile quantificare quante armi esporta l’Italia e che giro economico genera?
“Come save The Children non abbiamo questo mandato, ma ci affidiamo ai dati che vengono forniti da Rete Italiana per il Disarmo e Rete per la pace, entità più vicine al controllo dell’esporto di armamenti. Grazie a loro sappiamo che, da quando è nata la legge 185/90, l’Italia ha esportato circa 97,75 miliardi di euro verso altri Paesi, il 56% dei quali è al di fuori delle alleanze politiche militari dell’Italia, quindi Stati che non fanno parte della Nato e dell’Ue. Per quanto riguarda l’Arabia Saudita e gli Emirati, i dati dell’ultimo anno non sono disponibili, in quanto è stato bloccato l’export di bombe e missili. Sappiamo che l’Arabia Saudita è stato il primo Paese per numero di importazioni nel 2013, dal 2013 in poi è sempre stato nella top ten tra coloro che hanno ricevuto dall’Italia. L’ultima commessa che è stata autorizzata era di enorme valore, composta principalmente da bombe da aereo e missili fabbricati in Sardegna, autorizzazioni pluriennali che portano un continuo traffico di armi dalle nostre fabbriche verso la coalizione a guida saudita che le utilizza poi per bombardare in Yemen vari target, militari e non”.
Proprio pochi giorni fa ricorreva il 30esimo anniversario dell’approvazione della legge 185/90 che proibisce l’esportazioni di materiali di armamento verso Paesi che violano i diritti umano. Come è possibile, che nonostante ci sia questa legge, l’Italia continui ad esportare armi?
“La legge c’è, nasce da anni e anni di pressione sul Parlamento affinché si legiferasse su questo ambito visto l’enorme flusso di armi verso l’esterno delle alleanze Nato e Ue. Dal 1990 ad oggi ha passato vari processi di revisione. A partire dal 2006 ci sono state una serie di limitazioni alla leggibilità sui dati delle esportazioni di materiali di armamento; nel 2012 è stata istituita l’Uama – l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento – che si doveva incaricare che le autorizzazione che venivano rilasciate andassero solamente verso i Paesi con i quali l’Italia aveva alleanze o accordi di collaborazione militare. E’ su questo punto che si instaura tutto quello che secondo noi è un’interpretazione differente che si dà della legge: attraverso vari passaggi in Parlamento si autorizzano export con Paesi terzi per collaborazioni, training delle forze armate, difesa, missioni di pace. A causa di tutto ciò, si è un po’ depauperata la legge, è diventata meno leggibile, sempre meno tracciabile”.
Qual è la situazione in Yemen?
“E’ chiaramente critica, molti dei dati disponibili che non sono poi così aggiornati, indicano 12 milioni di bambini attualmente in conflitto, l’80% della popolazione ha bisogno di aiuti umanitari per poter sopravvivere e inizia ad esserci in tutto il Paese, la diffusione del Covid. Dalle ultime informazioni che ci sono pervenute dal nostro ufficio nella regione, il 93% dei bambini ha bisogno di assistenza umanitaria, circa un bambino su 5 ha perso la propria casa, 7,4 milioni di bambini hanno bisogno di protezione diretta; 2 milioni sono fuori dalla scuola. Ma i dati sono in continuo peggioramento. Lo scorso anno sono stati registrati numerosi attacchi contro scuole e ospedali, sono stati uccisi centinaia di bambini; attualmente 2 milioni di minori sono gravemente malnutriti, oltre 10 milioni sono sulla soglia della fame e altri 30mila bambini nei prossimi due mesi potrebbero rischiare la vita a causa della malnutrizione acuta. La situazione sul terreno è tragica. A questo si aggiunge l’emergenza causata dal coronavirus: 6.600 bambini non avranno accesso alle cure sanitarie di base. Hanno paura di recarsi in ospedale e quei pochi ospedali che ci sono, sono pieni di malati di covid, con il personale sanitario che è totalmente sguarnito anche dei più basilari dispositivi di protezione. Negli ultimi mesi sono stati attaccati numerosi scuole e ospedali. Le bombe dall’Italia, in teoria, non arrivano più dallo scorso anno, ma chiaramente n sono state fornite molte, e alcune spedizione non sono facilmente tracciabili perché usano il sistema della triangolazione”.
Vuole lanciare un appello?
“Al governo italiano chiediamo in particolare di finanziare e supportare l’appello delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco in Yemen e di investire fondi per l’assistenza umanitaria in questo Paese. Inoltre, chiediamo la riconferma dell’embargo sulle bombe d’aereo e missili che scade il 31 dicembre 2020”.
Il cardinale richiama alla responsabilità internazionale e al ruolo delle comunità locali. Il porporato si era anche offerto in ostaggio in cambio della liberazione dei bambini israeliani I caccia che fanno rotta sulla “confrontation line” tra Israele e Libano, attraversano il cielo di una Gerusalemme che la guerra sta inesorabilmente cambiando. Le minacce da Nord,…
«Non posso nemmeno viaggiare liberamente sui mezzi pubblici», parla così in un’intervista Hillary Cass, autrice del poderoso rapporto che poche settimane fa ha mandato in frantumi vent’anni di “approccio affermativo” sul tema del cosiddetto cambiamento di genere. Pediatra britannica con una lunga carriera nel Nhs (il sistema sanitario inglese), la Cass per oltre 15 anni…
Islam. Mimesis propone uno studio che ha coinvolto il Gotha dell’islamistica europea e delle discipline collegate: è il primo volume di una ampia tetralogia Erano 1.610 volumi manoscritti miscellanei arabi yemeniti che contenevano circa 5.600 opere diverse e giunsero alla milanese Biblioteca Ambrosiana nel 1909 quando a reggerla era mons. Achille Ratti, il futuro Pio…
Già Pasolini, nel 1973, riteneva banali le polemiche sull’antifascismo. Servono solo a una pletora di presunti “pensatori” per mantenere le loro rendite e le loro posizioni All’immensa pigrizia intellettuale (che genera ottundimento e ridicolaggine) del funzionario dirigente Rai, che ha pensato di evitare il “dispiacere” di un minuto di Antonio Scurati alla presidente del Consiglio…
Si sono superate le ideologie del Novecento, ma non la loro origine gnostica, descritta da Eric Voegelin nel Mito del mondo nuovo. Lo gnostico, spiega Voegelin, “è insoddisfatto”, ritiene che la realtà sia uno schifo per la “perversità del mondo”. Lo gnostico crede “che sia possibile salvarsi dal male del mondo” rovesciandolo: “da un mondo…
Domani (giovedì 18) sarò alle 14 su Rai1 a parlare di denatalità. Pur essendo io sempre un po’ Alice nel paese delle meraviglie quando vado in tv, stavolta alla fine della telefonata con l’autore – al quale, poraccio, ho raccontato metà della mia vita, dai pesci rossi all’allattamento passando per le politiche fiscali europee –…
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.