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Perché i test prenatali (gratuiti o meno, non cambia molto) sono disumani

Dorme la notte da quando è nata e la mattina, quando apre gli occhietti e ti vede, ti regala un sorriso talmente solare da illuderti di essere bella nonostante l’impronta del cuscino sulla guancia e i capelli sparpagliati in ordine sparso sulla testa. Mangia di tutto (minestroni di verdura compresi) e con gusto; non ha mai sofferto di colichette e fa la cacca nel gabinetto da quando ha un mese di vita (non è una esagerazione! È proprio vero).

E’ curiosa e gioca con tutto. E’ molto socievole e regala coccole e baci a chi la prende in braccio; le piace giocare con i suoi tre fratelli maggiori che la adorano (parole loro) e se la contendono. Gattona per casa e si alza in piedi non appena trova un appoggio, cercando di muovere i primi passi. Nuota da sola con l’unico aiuto di uno “spaghetto” da piscina e si diverte tantissimo a immergersi sott’acqua. Ti guarda negli occhi e ti ascolta, cercando di imitare ciò che fai o dici, tenendo comizi bisillabici dal suo trono (il seggiolone) quando siamo tutti a tavola insieme. E’ molto attenta ai particolari: quando leggiamo un libro, indica con il suo ditino ogni piccola figura e ti guarda per sapere cosa sia. Batte le manine quando canti (quanto si gode di questi applausi entusiasti e quello sguardo che chiede sempre il bis!) e si muove al ritmo della musica. Le piace essere massaggiata e ride quando le fai il solletico. Si addormenta in pochissimo tempo con la sua testina che cerca il tuo cuore, mentre ti accarezza con la manina e piano piano si abbandona al tuo caldo abbraccio.  E’ paziente e non piange quasi mai, se non quando sente qualcuno di noi alzare la voce durante un litigio, mostrando una spiccata sensibilità. Si fa capire in tutto… anche il suo lamento è diversificato a seconda che sia per fame, paura, tristezza o dolore.

Potrei andare avanti ancora, ma credo che, da mamma a mamma, tu abbia capito quanto sia perfetta mia figlia. Forse avrai anche pensato: che fortuna che hai ad averla!

Già, Miriam è un dono grande… ed io mi sento assolutamente indegna, ma tanto più colma di gratitudine e gioia nel poterla tenere tra le mie braccia.

Ti chiederai perché ti scrivo questo elogio della mia prole. Ora vengo al punto.

Durante la gravidanza, ho subito pressioni (chiamiamole diplomaticamente così) per controllare se mia figlia fosse davvero perfetta come io credevo. “Signora, le consigliamo il test di screening prenatale (anche noto sotto il nome di Nipt). E’  un po’ costoso (circa 300 euro!), ma assolutamente sicuro e anche molto molto preciso. SI tratta solo di un banale prelievo di sangue. Se sua figlia ha un problema, lo scopriremo nel 99% dei casi”. Lì per lì avrei voluto rispondere: “Lo possiamo fare anche sugli adulti questo test? No perché sa, di gente che potrebbe avere problemi in giro ce n’è parecchia, io per prima”, ma non ero pronta. Ho solo chiesto “e a cosa mi servirebbe saperlo?”. Risposta “Innanzitutto per poter essere libera di scegliere, o al limite per vivere meglio il resto della gravidanza se è tutto a posto… oppure per prepararsi psicologicamente all’idea di un figlio con dei problemi, se il test dovesse risultare positivo”.

Non credo che queste parole abbiano bisogno di commenti.

So solo che quel test, se lo avessi fatto, mi avrebbe come minimo rovinato 5 mesi di gravidanza, perché sul foglio ci sarebbe stato scritto che la figlia (non una generica creatura!) che cresceva dentro di me aveva troppi cromosomi.

L’ho scoperto 5 mesi dopo, negli istanti successivi ad un meraviglioso parto naturale in acqua, mentre l’ostetrica me la attaccava al seno (già perché questa mia figlia “im”perfetta è stata allattata in modo esclusivo prima e misto a pappe poi per 16 lunghi e bellissimi mesi per poi svezzarsi da sola qualche giorno fa) ed io spingevo per espellere la placenta. Il medico di turno mi guarda con occhi tra il pietoso, il preoccupato, il “come glielo dico?” e comincia a fare un elenco di problemi che avrei dovuto affrontare (incluso “l’Alzheimer quando e se mai arriverà a sessant’anni”). Notare il tempismo. L’elenco delle disgrazie sembrava non finire mai. Mio marito, uomo esemplare, blocca il medico e mi dice “lei è nostra figlia e non un ammasso di problemi, tra l’altro solo potenziali”. Dopo solo tre giorni di ricovero, lotto coi medici per dimetterci “Sono pronta” li sfido “Ho altri tre figli che mi aspettano a casa” e finalmente, tra lo stupore del personale ospedaliero, ce ne andiamo a vivere la benedizione che Dio ci ha dato, certi che Cristo è in mezzo a noi e ci ripete “non abbiate paura sono io!” e calmerà le tempeste delle nostre paure, delle nostre fragilità e dei nostri dubbi. Cristo non è un fantasma, ma è vivo e vero e ogni giorno appare in mezzo a noi, nelle nostre giornate piene di cose da fare (4 figli a volte sembrano 8!), ripetendoci “pace a voi!”.

Da allora sono trascorsi 16 mesi e l’elenco dei problemi non ha crocette… mentre cresce l’elenco delle meraviglie.

E allora mi chiedo perché non cambiare un pochino i libri di medicina, insegnando ai medici che ci sono anche cose belle, che quel cromosoma in più porta con sé anche tante meraviglie? Perché non dire alle madri “non abbiate paura!” invece di lasciarle sole a scegliere della vita e della morte, forzandole di fatto a disperarsi poiché in quella stanza bianca e sterile si sente solo l’eco di un corollario di problemi… che poi spesso non si verificano o che comunque, davanti al volto di un figlio vivo tra le tue braccia perdono la loro drammaticità. Il test è un fardello che si mette sulle spalle delle madri, sommato ad un terrore psicologico falso e menzognero. I bambini con tre copie del cromosoma 21 NON sono mostri! Non dobbiamo aver paura di loro, perché sono giganti di bontà, professionisti del sorriso e anche molto furbi!

In più, una cosa vorrei dire al Signor Bonaccini: “perché non si fa un test Nipt anche lei? Lo sa che tutti noi siamo Trisomici 21? Proprio così: lo scopritore della Trisomia 21 notò che tutti noi abbiamo una parte delle cellule che porta nel proprio DNA tre copie del cromosoma 21. La differenza la fa solo la percentuale di cellule colpite. Magari lei, come molti di noi, ha il 20% di cellule trisomiche… Cosa avrebbe scelto sua madre se avesse avuto questo test a disposizione? Quale percentuale di cellule trisomiche può essere tollerata per far nascere un bambino o per condannarlo a morte?”. Inoltre, tutti noi siamo affetti da una sindrome ben più grave della Trisomia 21 (che non ha mai causato nessuna strage): la Plurisomia dell’Ego.

Scusa lo sfogo, ma sono giorni che piango afflitta da questa deriva, troppo simile a quella nazista, ma subdola e coperta da un velo di falsa misericordia: “ognuno ha il diritto di scegliere secondo la sua coscienza”, poiché “mettere al mondo un bambino così significa condannarlo ad una vita senza qualità e piena di sofferenze”. Una parte degli ecclesiastici cattolici ha sostenuto Stefano Bonaccini[1] durante la sua ultima campagna elettorale, senza mai contrariarlo su questo punto, che oggi sembra solo un punto, ma che in realtà avrà effetti devastanti, in quanto è una induzione all’aborto selettivo e “sicuro” (ahimè, non sopporto questa loro definizione). Perché molti pastori hanno perso la fiducia nella onnipotenza di Dio? E’ vero, scoprire di avere un figlio con tre copie del cromosoma 21 può essere sconvolgente, ma Dio agisce così e lo fa per il nostro bene! Quello che a noi sembra impossibile da gestire, Lui lo rende possibile con la Grazia.

Un’ultima considerazione: aborto ed eutanasia vanno per mano, sono due facce della stessa medaglia. Se il test ti dice che tuo figlio non ha una delle tre trisomie che è in grado di rilevare, nulla toglie che tuo figlio possa avere altre “imperfezioni”, come l’autismo per esempio o le altre migliaia di sindromi genetiche (e non) che esistono (la maggior parte delle quali ben più gravi della trisomia 21). O ancora, nulla esclude che un incidente renda tuo figlio disabile dopo la nascita. Lo uccideresti per questo? Purtroppo oggi abbiamo la conferma che molti di coloro che hanno il potere, in nome di una falsissima pietà, costringono/inducono più o meno velatamente ad uccidere anche molto dopo la nascita.

La cosa che mi addolora di più è che tutto ciò non sia una conseguenza di leggi naziste dettate da un pazzo come Hitler, in un unico paese sotto il suo dominio… ma che tutto ciò sia il frutto di leggi che arrivano da diversi paesi “cristiani”, da istituti che si definiscono garanti dei diritti umani, votate da tanti (troppi) cattolici praticanti. E che il genocidio dei bimbi trisomici, seppur superi di gran lunga quello degli ebrei, sia tollerato, se non addirittura negato.

 “Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui, lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che un giorno apparirà quale un’opera grandiosa, più grandiosa delle più vittoriose guerre della nostra epoca borghese.”

Queste parole sembrano scritte da certi politici, opinionisti e filosofi odierni, soprattutto quelli che gridano “fascisti o nazifascisti!” a chi non si allinea al pensiero unico. E invece queste parole profetiche si trovano nel libro “Mein Kampf” di Adolf Hitler, che nel 1933 emanò la “Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie”.

Bene, è appena passato il giorno della memoria. Non dimentichiamo lo sterminio dei disabili, e dei cristiani accanto a quello degli ebrei.

Ecco perché piango. Piango perché molti dei cattolici praticanti che consideravo amici hanno votato (dato fiducia) ad un uomo o ad una corrente politica che di fatto grida “Tua figlia potrebbe anche non esserci. Ucciderla era legittimo”. Mentre i miei figli, discutendo dell’aborto, hanno concluso con aria davvero arrabbiata: “Se Miriam fosse morta sarebbe stato profondamente ingiusto. Perché la gente crede di poter giudicare chi può vivere e chi deve morire?”. Già, che dire, non fa una piega, almeno per me.

Scendiamo in piazza (anche una piazza virtuale) a pregare perché la diabolica “offerta” di Bonaccini di mettere a disposizione “questo screening a costo zero a tutte le donne in gravidanza residenti, indipendentemente dall’età e dal rischio” venga rifiutata dalle future mamme, evitando così che la vita di molte di loro venga irreparabilmente rovinata.

Poiché questo test è uno strumento di eugenetica che sicuramente diventerà molto presto gratuito a livello nazionale (cioè pagato con le tasse dei cittadini), poi fortemente consigliato, poi obbligatorio. Lo scopo? Eliminare i bimbi come mia figlia, che non solo sono perfetti, ma sono come fiori profumati in un mondo ormai desertificato.

Questa per me è l’ennesima bestemmia contro lo Spirito Santo. Ho pianto leggendo questa “eccellenza del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna”. Anche perché proprio nel cuore di questa regione, a Bologna, lavora ininterrottamente, dando anima e corpo, un grande uomo: il prof Pierluigi Strippoli. Lui si definisce una “vittima del Servo di Dio Jerome Lejeune” e, come lui, subisce la persecuzione del mondo. Trascorre giorno e notte in laboratorio (anche Capodanno) senza ricevere finanziamenti pubblici (cioè sostenuto solamente dalle famiglie e da se stesso) per continuare ciò che fratel Jerome (come lo chiamava San Giovanni Paolo II) aveva iniziato: cercare una cura alla disabilità intellettiva legata alla Trisomia 21. Se il denaro che viene speso per scovare (e poi uccidere) questi bambini prima della nascita fosse speso per la ricerca di una cura, probabilmente avremmo già vinto la battaglia. Questo era il pensiero di Lejeune.

Il prof Strippoli, però, nella sua umiltà e nella sua grandezza chiede soprattutto preghiere. Va ogni anno in pellegrinaggio sulla tomba del Servo di Dio Jerome Lejeune vicino a Parigi. Nel 2019 si sono uniti a lui anche Fra Vito ed Enrico Petrillo… Già, perché tra i Santi che lui invoca perché lo aiutino a salvare vite c’è anche Chiara Corbella Petrillo.

Ecco perché ti chiedo di aiutarmi, formando una sorta di esercito che preghi su due fronti:

  • Perché Cristo risani i cuori induriti di questa generazione, perché odano e comprendano; guardino e vedano. Perché i cristiani non siano complici del terrore che viene seminato (o come lo chiama mio figlio dodicenne: il dark pattern), ma tornino ad essere portatori di speranza e di gioia.
  • Per il Prof. Strippoli ed il suo piccolo gruppo di ricerca: perché lo Spirito Santo illumini le loro menti e possano presto portare a termine il lavoro iniziato dal Servo di Dio Jerome Lejeune (QUI la NOVENA A JEROME LEJEUNE , che mi sono permessa di scrivere perché non ne ho trovate di già pubblicate). Lui che era un grandissimo scienziato affermava: “a man is a man” e “se, Dio non voglia, la Chiesa arrivasse ad ammettere l’aborto, allora io non sarei più cattolico”. Preghiamo perché questo non avvenga!

Grazie per aver letto fino in fondo questo appello di una piccola mamma che non può più tacere.

Che la Vergine Madre anticipi l’ora come a Cana di Galilea e i servi ascoltino quel “fate ciò che Lui vi dirà”

Elena

Fonte: CostanzaMirianoBlog.com

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