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Renato Zero si “schiera” con Dio e contro l’aborto (VIDEO)

Da “La culla è vuota” a “Quanto ti amo”, nel nuovo album del cantautore c’è una piccola “rivoluzione”, intrisa di valori cristiani

Il nuovo album di Renato Zero, dal titolo Zero il folle, farà certamente discutere. Il cantautore esalta la dignità come parola cardine e reazione al degrado; rimarca l’ecologia e l’essere genitori; inveisce contro un web che ci violenta e ironizza sul diffuso pentirsi solo a posteriori; e finisce col trattare in musica della morte e di Dio. «È che sono cantautore per eccesso e mai per difetto, sin da quand’ero ragazzino al Piper» dice sornione ad Avvenire (2 novembre).

«Nel tempo le mie canzoni hanno sortito effetti diversi, ma nascono sempre dalla vita e dalla gente: e ancor oggi scrivo non per dare risposte ma per spingere a farsi domande, anzi per dare modo a chiunque di provare a capire le cose. Il mio miraggio resta scuotere le coscienze: come faceva Jannacci, come ha fatto Modugno».

Un inno anti-aborto

In Zero il folle, tredici inediti dai testi smaglianti, ecco il singolo Mai più da soli, «rabbia dell’anima» contro una tecnologia che ci convince d’essere eterni.

Da ascoltare La culla è vuota, che, incita a far figli cantando contro l’aborto, seguendo però una lezione applicata già nel primo lp del ’73: «L’amore non deve solo rappresentare un rapporto a due ma pure dar continuità alla specie, condanno fortemente l’aborto anticoncezionale; poi se anche altri non preservano la vita il mio dovere è farlo, come quando in Sogni nel buio diedi voce a un embrione».

Ecologia e violenza sessista

Quattro passi nel blu invece sublima il morire in una dedica: «Ad amici come Dalla o Mango, che porto addosso e voglio rappresentare sempre; poi ormai io ho fatto un accordo con la morte, soprassiedo a sudditanza e terrore…». Un uomo è… osa valori forti con la maiuscola: «Non mi piacciono i troppi “maschi” che oggi spopolano, esser uomini è un’altra cosa. È farsi carico dei problemi collettivi e avere il coraggio di denunciare quel che non va, che sia la violenza sessista o la spazzatura».

A proposito di spazzatura, Renato in Zero il folle ne ha anche per come stiamo riducendo il mondo, e lo grida in maniera poco retorica e molto ficcante. «È incredibile com’è ridotta la mia Roma… Allora mi permetto di cantare che ecologia è respiro, nutrimento, affrontare il cielo senza paura che le nuvole portino tifoni…».

Dio, “quanto ti amo”

Il culmine della sua odierna, ribelle, coraggiosa, matura follia è Quanto ti amo: splendida canzone d’amore il cui soggetto, si svela nel finale, si chiama Dio. «Per me l’amore è protezione, comunicare agli altri la loro potenza: se non dici t’amo la gente sfiorisce, va speso. E perché non avrei dovuto nominare Dio? Quando trovi un amore così forte e poderoso come fai a non chiamarlo per nome?».

Fonte: Aleteia.org

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