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7 consigli per dibattere con un ateo

Qualche giorno fa mi sono imbattuta per caso in questo video. È del sacerdote marianista Daniel Pajuelo, più noto come «SMDANI», un sacerdote Youtuber che da qualche anno porta la Buona Novella e tende ponti di dialogo nelle reti sociali.

Non è mai facile parlare quando si hanno posizioni opposte. Credo che oggi sia un’arte poter esprimere il proprio punto di vista senza essere definiti intolleranti o irrispettosi. Cristiani e non cristiani devono percorrere un lungo cammino relativamente all’arte del dialogo e dell’intesa corretta.

Questo video mi è sembrato ideale per imparare a dialogare, soprattutto quando dobbiamo spiegare la fede a un ateo. Non si può controllare la reazione di chi si ha di fronte, ma si può controllare la propria e “gettare ponti”, come dice padre Daniel, per promuovere un dialogo fruttuoso.

Il video di SMDANI è la risposta a un video intitolato “Dio non esiste”, proposto da una youtuber messicana piuttosto nota, Dama G. A molti questo video è risultato estremamente offensivo, e posso capirne facilmente il motivo, ma vorrei che ci concentrassimo sul modo in cui risponde padre Daniel, dal quale possiamo imparare davvero molto.

1. Cercate di non scandalizzarvi e ascoltate il vostro interlocutore

Siamo tanto sensibili e a volte anche complessati (so che questa affermazione è dura e può ferire, ma credetemi che ha un senso esprimerla esplicitamente) da soffermarci al dolore del primo impatto. Se cerchiamo di guardare con gli occhi di Gesù, vedremo che la prima impressione si va diluendo e possiamo guardare con una prospettiva migliore quello che sta accadendo. Spesso abbiamo sentito che non è bene rispondere in momenti di ira o dolore perché potremmo dire cose che in realtà non pensiamo. Questo è un buon esempio: prima di rispondere all’amico ateo prendiamoci un attimo per diluire quel momento scomodo, scandaloso, che ci destabilizza, per poter poi rispondere con un po’ più di oggettività e un po’ meno sentimento.

2. Guardate innanzitutto gli aspetti positivi

La prima cosa che fa SMDani è riconoscere gli aspetti positivi prima di emettere qualsiasi giudizio. Ammira il suo lavoro, riconosce che lo fa molto bene, che sa utilizzare le risorse, che è arrivato a moltissima gente. Oserei dire che ha sicuramente tenuto conto di questo nella sua risposta. Ciò vuol dire che sa che non è una risposta per una sola persona, ma per molte.

Magari se tenessimo conto di questo risponderemmo con un po’ più di responsabilità. So che nella quotidianità non siamo Youtubers o bloggers, ma le nostre azioni si ripercuotono sempre su più persone. Viviamo in comunità, l’esempio conta molto e le nostre parole raggiungono molte più persone del nostro interlocutore ateo.

3. Cercate di comprendere il contesto

Prima di rispondere o di criticare il modo in cui questa ragazza ha esposto la sua posizione agnostica di fronte all’esistenza di Dio, ascoltate e cercate di capire il perché di questo video. Cosa c’è in fondo, chi lo ha realizzato, cosa sta dicendo, da dove vengono queste convinzioni? Cosa sa o cosa ha capito della religione cattolica, su quali aspetti si può concordare, quali altri punti può capire?

Non si tratta di fermarsi ai sentimenti, magari feriti, ancor più se qualcuno ha un fervido zelo cattolico. È una persona che non conosce molti aspetti della nostra religione, che è stata allevata in modo diverso, che dice varie cose che possono avere un senso, e il nostro compito come cristiani è portare luce e verità. Non c’è, però, una luce che accechi l’altro, né una verità che tormenta.

4. Informatevi su chi è il vostro interlocutore e sulla sua storia

A volte, visto che gli animi si scaldano, non è facile comprendere chi è la persona che abbiamo davanti. Ovviamente è più semplice prendersi un po’ di tempo per verificare di chi si tratta quando non si parla faccia a faccia.

In quest’epoca di reti sociali, abbondano le conversazioni “virtuali” rispetto a quelle a tu per tu. Con questo voglio dire che si può capire qualcosa dell’altra persona per capire perché risponde o esprime ciò che prova in un modo o nell’altro.

Capire un po’ meglio chi abbiamo davanti ci fa poter rispondere in un modo non solo più adeguato, ma anche misericordioso, caritatevole e soprattutto fraterno.

Quando si tratta di una conversazione faccia a faccia si può capire qualcosa sull’interlocutore ponendo domande aperte come: “Cosa ti fa dire questo?”, “Dove hai sentito quello che stai affermando?”, ecc., capendo così da dove derivano le informazioni che ci sta facendo arrivare.

5. Esprimete ciò che provate con calma

In un momento del video, padre Daniel dice con molta calma: “Voi che non credete, mettetevi nei nostri panni”. Le immagini del video di Dama G, spiega, sono molto forti per noi credenti, perché per noi la croce è un simbolo d’amore. Se reagiamo, come spesso facciamo, con ira e dolore, chi non crede non capisce questa reazione, come noi non capiamo i non credenti quando ci attaccano e parlano senza rispetto.

Come dicevo, l’unica forma di controllo che abbiamo è quella su noi stessi, e in questo padre Daniel ci offre un buon esempio. Dice ciò che prova e lo spiega con calma perché capisce che le sue parole sono rivolte a un altro essere umano, indipendentemente dal fatto che sia ateo o meno, come lui creato dall’amore di Dio.

6. Formatevi e informatevi costantemente

A volte le nostre risposte esplosive e poco aperte al dialogo nascono dalla paura di non avere gli argomenti necessari a rispondere con calma, o anche dalla paura di perdere la fede perché è sostenuta solo dalla ragione.

a fede non solo per sapere, ma per amare meglio, è quindi uno strumento preziosissimo. Se il sacerdote non gestisse con tanta chiarezza le sue conoscenze e la sua esperienza di fede, non potrebbe fornire una risposta tanto minuziosa e positiva.

Al di là di ribattere al video, sono certa che si sia guadagnata una follower in questa ragazza e che sia diventato un punto di riferimento. Lo possiamo dedurre dal commento lasciato da Dama G nella spiegazione del suo video: “Molta gente e molti credenti hanno potuto cogliere una proposta rispettosa e hanno suscitato un dialogo molto bello. Grazie”.

Siamo chiamati proprio a questo, a promuovere dialoghi che ci portino a Dio. Siamo suoi strumenti. È Lui che realizza il lavoro con le anime.

Non appare nel video, ma sappiamo che la preghiera e il fatto di chiedere l’illuminazione dello Spirito Santo sono una pratica che dobbiamo mettere in atto sempre, soprattutto quando parliamo nel Suo nome.

Poniamoci una domanda: come stiamo rispondendo a chi ha convinzioni diverse, ai non credenti, a chi ci attacca e ci disprezza, a chi ci confonde?

Fonte: Silvana Ramos | Aleteia.org

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