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Controcorrente

Ci vuole una grande forza per andare contro natura, come per andare controcorrente. Lo so che, nell’intendere a cui siamo abituati, andare controcorrente è una cosa giusta e doverosa: ma fermiamoci un attimo al significato originario del termine.

Non so se avete mai nuotato o remato controcorrente per davvero. Come correre contro un vento impetuoso: fai fatica, ci metti tutto te stesso ma sei sospinto indietro. Perché il fluire delle cose va in senso opposto a te.
Un tempo non erano rari certi racconti di quel moralismo tipico del calvinismo nordeuropeo: pieni di bambini a cui accadevano disgrazie terrificanti perché disubbidivano ai genitori. Quei racconti erano fasulli, nel senso che se si viene colpiti da un qualche accidente non è colpa di un dio vendicativo, ma perché disubbidire, trasgredire, andare contro corrente e contro natura è spesso troppo faticoso per le nostre forze. Se corri al buio ti prendi una storta non perché tu abbia trasgredito un comandamento, ma perché non vedi dove vai. Chi corre al buio e si trova una caviglia slogata può sentirsi maledetto, ribaltare la colpa sulla società o sulla cattiveria dei tempi, ma in realtà l’unica cosa di cui può accusare il mondo è di non essere perfettamente liscio.
Il non sapere che il mondo non è liscio può chiamarsi in vario modo: ingenuità, ignoranza, o stupidità. Come chiameremmo però chi incoraggia nella trasgressione? Oggi sembra prevalere il racconto immorale: il nuovo conformismo è fare l’opposto del ragionevole.

Se i cristiani avvertono che certe pratiche sono contro l’ordine naturale e andrebbero evitate, non è che invocano la disgrazia su chi le mette in atto. Si limitano a segnalare che il mondo va in una direzione, e che sarebbe decisamente meglio non correre nell’altro verso. Il pericolo è inciampare, e cadere rovinosamente trascinando anche altri con sé.
Il peccato, così come ci è stato insegnato, non è infrangere un moralismo ridicolo e arretrato, ma decidere di fare qualcosa di male pur essendo stati avvisati. Andare contromano in autostrada può essere visto anche come un atto di libertà, ma più verosimilmente come un atto criminale. Ad andare controcorrente si finisce per essere trascinati dove non penseremmo, perché anche i migliori nuotatori si stancano molto prima che l’acqua di fluire.

L’avviso che la corrente è troppo forte, che la strada è buia e sconnessa, che stiamo imboccando un senso vietato andrebbe sempre preso sul serio. Potete anche ignorarlo, e irriderlo, come alcuni di voi lettori faranno con il presente articolo; e allora spero per voi in un pavimento sempre liscio, una barca sempre pronta, un’autostrada vuota.

Fonte: Berlicche.com

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