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UNIONI INCIVILI

È interessante vedere come i vari promotori delle unioni incivili vogliano realizzare una legge sulle unioni civili. Può sembrare una battuta, anche se per capire quanto sia reale basta guardare quanta ipocrisia viene senza pudore sbandierata dalle varie istituzioni, a partire da quelle politiche. Incivilmente uniti di fatto sono tutti coloro che fanno finta di litigare, specialmente nei talk show, quando poi nella realtà si sono già accordati per far passare questa e tutte le altre leggi che il governo vuole.

 Il termine “opposizione” non dà più garanzie perché anche questa parola di fatto ha perso il suo valore e peso istituzionale. Le unioni incivili le troviamo un po’ ovunque, basterebbe seguire il processo di “mafia capitale” oppure ancor più elementare conoscere la storia degli affari e del potere: gli opposti, i nemici si sono molto spesso piegati e abbracciati per convenienze e così anche nei nostri tempi l’inciviltà regna sovrana un po’ ovunque, persino nei luoghi più impensati.

Ma si capisce che il termine così diffuso di “unioni civili” vuole significare un qualcosa di molto particolare; e si fa sempre più rovente la discussione su questo tema prestando il fianco ai molti tiratori scelti con l’ennesima occasione di attaccare e insultare la chiesa cattolica, come se tale argomento si possa ridurre soltanto a una questione religiosa.

Il pensiero comune che i media fanno passare è appunto il disaccordo tra la realtà ecclesiale che non vorrebbe le unioni civili, e quelle laiche che invece ritengono che sia ora di legiferare per compiere questo cosiddetto salto di civiltà. tra queste due posizioni ci sono chiaramente tutti i mercenari, lobby varie comprese, che non hanno l’intenzione di  dialogare ma gridare il proprio volere.
Le coppie gay, secondo costoro, devono potersi sposare e farsi una famiglia potendo scegliere di avere, o comprare, in qualche modo un figlio.

Dal linguaggio che utilizzano agli obiettivi che si prefiggono si comprende la legittima preoccupazione (da rispettare!) di tantissime persone, anche non credenti, e addirittura del mondo omosessuale che non vogliono assolutamente che venga parificata l’unione civile all’istituto del matrimonio e della famiglia.

Infatti una cosa è chiedere legittimamente allo Stato di riconoscere legalmente il valore affettivo di una convivenza che unisce persone, anche dello stesso sesso, affinché possano riceve quei benefici e diritti basilari, altro è pretendere di voler cambiare la Costituzione (art. 29) chiedendo di potersi definire e dichiarare “marito e marito” o ” moglie e moglie” nel nome del matrimonio. Ma questo non basta! Proprio perché si vuole celebrare civilmente un matrimonio, allora a causa di un accecante egoismo secondo loro bisogna imporre ai bambini di avere figli con papà 1 e papà 2 oppure con due mamme. Il culto spietato di se stessi prende il posto di ogni più minima logica umana.

Non si capisce inoltre per quale motivo si insiste, anche cinicamente, nel chiedere alla Chiesa cattolica di accettare una tale proposta. Mi sembra una vera follia, non solo questo culto estremo di relativizzare ed omologare qualsiasi cosa ma anche il pretendere che la realtà ecclesiale debba tacere oppure dare la propria benedizione.

Penso invece che il ruolo di ogni cristiano dovrebbe essere quello di gridare la verità evangelica che di certo non giudica nessuno ma nello stesso tempo non prende in giro e non è fatta di menzogne. Gesù non ha giocato con l’uomo, non si è mai burlato di esso, anzi ne ha avuto profondo amore e compassione.

Il Messia è venuto anche per l’uomo dei nostri tempi fortemente ferito dal peccato e magari anche dalla propria famiglia. Il Redentore è venuto per i nostri bambini che hanno diritto ad avere un padre e una madre; e di certo non può essere un favore o una semplice concessione o un caso dare loro una famiglia. Ogni neonato deve sentire sia le braccia paterne che il seno di una mamma che lo allatti.

Questa diversità duale è fondamentale. Infatti sono proprio gli studiosi della psiche umana che ci spiegano come molte devianze sono condizionate e quindi riconducibili o all’assenza di uno dei genitori oppure alla sua eccessiva possessività. Dietro un adolescente o un giovane che si orienta nel dichiararsi gay c’è sempre uno stato di profondo disagio, insoddisfazione, solitudine e insicurezza.

Certamente ci sono anche tante persone che si sentono così fin dalla fanciullezza, soffrendoci per questa diversità, spesso vergognandosi a causa di una società crudele e discriminante. L’uomo non può essere catalogato né qualificato per il proprio istinto sessuale e affettivo.

Questa sessuofobia non è un limite solo degli etero o della Chiesa cattolica o di qualche altra realtà. Ciò che non viene insegnato oggi è il rispetto della persona a partire del proprio corpo consegnato ad ogni oltraggio e sfregiato in ogni modo.

Il rispetto della propria anima e coscienza lo si ottiene valorizzando anche quell’ambito religioso così importante che invece si vorrebbe cancellare o relegare ad un fatto privato; il rispetto della psiche invece viene violentato ogni giorno dalle contraddizioni degli adulti capaci addirittura di speculare sui più piccoli.

La Chiesa quindi non deve temere di essere tacciata per bigotta o antiquata. Nel suo essere profetica è inclusa l’incomprensione dei molti, il disprezzo e persino la persecuzione. L’importante è non scivolare nell’ipocrisia o nel compromesso scendendo a patti con il vero divisore dei cuori, il grande superbo, il diavolo, colui che mira alla distruzione della vita umana; questa sciagurata alleanza sarebbe una vera unione incivile.

Fonte: InTerris.it

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