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Sinodo, dieci cose da sapere

Cos’è, quando è stato istituito, chi lo convoca, cosa significa la parola, che funzioni e poteri ha e come si svolgono i lavori: un utile vademecum con le notizie utili sull’assemblea dei vescovi che si apre a Roma il 4 ottobre e si concluderà il 25 ottobre sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”

La XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” si svolgerà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015. Ecco le cose da sapere sulla storia e le funzioni del Sinodo.

Che cos’è il Sinodo?

Il Sinodo dei Vescovi fu istituito da papa Paolo VI il 15 settembre 1965 con la lettera apostolica-Motu proprio Apostolica sollicitudo in risposta al desiderio dei padri del Concilio Vaticano II per mantenere viva l’esperienza dello stesso Concilio. È un’assemblea dei rappresentanti dei vescovi cattolici che ha il compito di aiutare con i suoi consigli il Papa nel governo della Chiesa universale e su specifiche questioni dottrinali e pastoriali. Il Sinodo infatti, come dirà Paolo VI, sarà «convocato, secondo i bisogni della Chiesa, dal Romano Pontefice, per sua consultazione e collaborazione, quando per il bene generale della Chiesa ciò sembrerà a lui opportuno».

Cosa significa la parola “Sinodo”?

Deriva dal greco syn-hodos, letteralmente “camminare insieme”. Il Sinodo è, infatti, un luogo per l’incontro dei Vescovi tra di loro, attorno e con il Papa che lo convoca quale strumento di “consultazione e collaborazione”. È dunque un luogo per lo scambio di informazioni ed esperienze, per la comune ricerca di soluzioni pastorali valide universalmente.

Come funziona e come è disciplinato?

Il Sinodo dei Vescovi è regolamentato dal Codice di diritto canonico (canoni 342-348). La sua attività è sempre convocata, presieduta e conclusa dal Papa. Quello in corso a Roma dal 4 al 25 ottobre 2015 è riunito nella forma di un’assemblea generale ordinaria, che si ha quando una più stretta rappresentanza di vescovi da tutto il mondo si riunisce all’occorrenza per discutere questioni urgenti di interesse generale. In questo caso la pastorale della famiglia alla luce delle sfide del mondo globalizzato.

Al Sinodo possono partecipare solo i vescovi?

No, possono partecipare anche laici, invitati a motivo dalle proprie competenze o per altre ragioni di opportunità: il loro ruolo all’interno del sinodo viene in questo caso definito volta per volta.

Il Sinodo può prendere decisioni operative?

No, è un organo consultivo che si conclude con un elenco di proposte e riflessioni consegnate dai padri sinodali al Papa.

Come si svolgono i lavori?

Generalmente lo svolgimento dell’Assemblea è preceduto dalla redazione da parte della segreteria del Sinodo dei Vescovi dei Lineamenta, si tratta di un documento preparatorio in cui vengono delineati i temi da affrontare nell’Assemblea, secondo le richieste dei vescovi di tutto il mondo. Le successive osservazioni dei vescovi vengono recepite in un altro documento preparatorio, chiamato Instrumentum laboris, sempre formulato a cura della segreteria del Sinodo. Dopo lo svolgimento dell’Assemblea, il Papa solitamente trae spunto dagli argomenti trattati e gli conferisce organica sistemazione promulgando un’Esortazione apostolica post-sinodale.

Chi partecipa a questo Sinodo?

I Padri sinodali che parteciperanno al Sinodo sulla famiglia saranno in totale 270. Tra loro si contano: 74 cardinali (tra cui 1 patriarca cardinale e 2 arcivescovi maggiori), 6 patriarchi, 1 arcivescovo maggiore, 72 arcivescovi (tra cui 3 titolari), 102 vescovi (tra cui 6 vescovi ausiliari, 3 vicari apostolici e 1 emerito), 2 sacerdoti parroci e 13 La provenienza dei Padri dai cinque continenti è così ripartita: 54 dall’Africa, 64 dall’America, 36 dall’Asia, 107 dall’Europa e 9 dall’Oceania. Inoltre, parteciperanno altri invitati provenienti da diverse culture e nazioni: 24 esperti o collaboratori del segretario speciale, 51 uditori e uditrici, 14 delegati fraterni. Trattandosi di un’Assemblea che tratterà della famiglia, si è voluto dare particolare rilievo alle coppie di sposi, genitori e capi famiglie, che sono complessivamente 18, 17 tra gli Uditori e una tra gli Esperti

Che cos’è l’Instrumentum laboris?

È il documento di base su cui si poggerà la discussione del Sinodo. In questo caso, il documento è la risposta a 46 domande, scaturite dal precedente Sinodo sulla famiglia del 2014, a cui i vari organismi ecclesiali sono stati invitati a rispondere entro il 15 aprile 2015. Sono arrivate 99 risposte dagli organismi aventi diritto (come le Conferenze episcopali), a loro volta sintesi di centinaia di migliaia di contributi di organismi intermedi, e 359 osservazioni inviate liberamente da diocesi e parrocchie, associazioni ecclesiali e gruppi di fedeli. Di queste risposte il Consiglio di segreteria, presieduto da papa Francesco, ha fatto sintesi appunto nell’Instrumentum Laboris.

Il documento si articola in tre parti: 1) L’ascolto delle sfide della famiglia. Tratta del contesto sociale, culturale, economico ed “ecologico”. Tra le sfide, la povertà, l’esclusione sociale, la disabilità, le migrazioni, il ruolo delle donne, la bioetica. 2) Il discernimento della vocazione familiare. Tratta tra le altre cose del matrimonio naturale e dell’indissolubilità, della vita familiare, dei giovani e la paura dis posarsi. 3) La missione della famiglia oggi. Tratta della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, con focus sull’integrazione dei fedeli in situazioni “irregolari”, sull’eventuale introduzione di una via penitenziale per accedere ai sacramenti, sull’adozione e sul rispetto della vita. Queste tre parti rifletteranno anche i lavori del Sinodo, che saranno divisi per l’appunto in tre settimane.

Quando e come nasce il Sinodo?

L’idea di ristabilire i Sinodi, come nella Chiesa antica, era già sorta nella fase preparatoria del Concilio Vaticano II. Il cardinale Silvio Oddi, allora nunzio apostolico nella Repubblica Araba Unita (Egitto), presentò una proposta il 15 novembre 1959 per istituire un organo di governo centrale della Chiesa, o, per usare le sue parole, un organo consultivo. Diceva: «Da molte parti del mondo giungono lamentele perché la Chiesa non ha un organo consultivo permanente, a parte le congregazioni romane. Pertanto dovrebbe essere istituito una sorta di “Concilio in miniatura” che includa persone provenienti dalla Chiesa di tutto il mondo, che s’incontrino periodicamente, anche una volta all’anno, per discutere le questioni più importanti e per suggerire nuove possibili vie nell’operato della Chiesa. Un organo insomma che si estenda a tutta la Chiesa come le Conferenze Episcopali riuniscono tutta o parte della Gerarchia di un Paese, come altri organi, per es. C.E.L.A.M. (la Conferenza Episcopale dell’America Latina) estendono la propria attività a beneficio di tutto un continente».

Chi il segretario generale del Sinodo?

Dal 21 settembre 2013 il cardinale Lorenzo Baldisseri. Il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), è il relatore generale dell’Assemblea ordinaria del Sinodo in corso a Roma; monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, è invece il Segretario Speciale

Fonte: FamigliaCristiana

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