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La Spezia unita alla Chiesa italiana nella notte di preghiera per i martiri contemporanei

Una testimonianza pubblica in favore dei cristiani perseguitati, e un appello perché la libertà religiosa sia rispettata in tutto il mondo. E’ quanto hanno fatto sabato sera oltre millecinquecento spezzini, appartenenti a varie chiese e comunità cristiane. In processione, in silenzio, hanno sfilato dal molo Italia fino alla Cattedrale di Cristo Re, preceduti da una grande croce di legno portata dalle Confraternite.

I cristiani sono vittime di tre quarti delle violenze anti-religiose nel mondo. I dati del 2011 parlano di oltre centomila martiri cristiani all’anno, uno ogni cinque minuti. Particolarmente grave è la situazione in Stati, quali Corea del Nord, Somalia, Siria, Iraq, Afghanistan, Arabia Saudita, Maldive, Pakistan, Iran, Yemen, India, Nigeria, Egitto, Repubblica Centrafricana, Cina, Cambogia. I nomi di questi paesi sono stati letti sulla terrazza sopra i portici di via Veneto, nel silenzio commosso dei presenti, scanditi dai rintocchi delle campane della cattedrale.

Ogni anno si segnalano centinaia di casi di chiese profanate, di statue distrutte o decapitate, di simboli religiosi banditi, di aggressioni ai danni di laici e di cristiani consacrati. E, oggi, i crimini in odio della fede non sono commessi soltanto in Africa, Medio oriente e Asia, ma anche in Occidente, dove la persecuzione spesso avviene in nome di una malintesa tolleranza.

Dopo l’arrivo in cattedrale della processione, è iniziata la veglia – svoltasi quest’anno appunto in modo ecumenico – di Pentecoste, con l’invocazione del dono dello Spirito Santo.

Tra le riflessioni e preghiere, una delegata della comunità copta ha letto l’intervento del Papa copto Teodoro II al Festival delle religioni di Firenze. «Non esiste civiltà senza libertà e senza cultura. Il terrorismo intellettuale è l’imposizione di un pensiero che va a colpire chi pratica culti diversi, per i quali è chiamato infedele. I veri motivi della violenza sono da rintracciare in alcuni punti: un’educazione a senso unico che non tollera chi è diverso; il carattere settario del sé; il guardare gli altri come ad uno specchio dove si vede solo se stessi; l’ignoranza e i pregiudizi nell’altro». «Ricordiamo che Dio è amore e per questo il cristianesimo è portatore di un pensiero di pace. Il 14 agosto del 2013 la chiesa egiziana ha pagato un tributo molto alto con la distruzione di circa 100 edifici. In quella circostanza, ha messo in pratica il suo messaggio d’amore facendo pace con tutti. Il nostro messaggio è stato: ”Noi vi amiamo e vi perdoniamo, malgrado tutto”».

Il pastore avventista ha pregato che «il Signore possa essere vicino ai nostri fratelli perseguitati e noi anche. Preghiamo anche per i persecutori, che magari non sanno quello che stanno facendo. Il Signore li guidi verso la sua luce».

La pastora evangelico-battista ha pregato di saper «riconoscere il nostro volto in chi ci sta di fronte. Vieni Signore, dalla riconciliazione nascono economie di pace. La tua volontà è la nostra pace!».

Il pastore evangelico-metodista ha invocato «il dono di una pace che non ci lasci in pace, ma ci renda attivi. Ora assaporiamo cosa vuol dire testimoniare la fede con il martirio. Spirito, vieni nei nostri cuori, perché ci adoperiamo per pace e giustizia!».

Una rappresentante del gruppo ecumenico spezzino ha pregato: «La tua pace, che è perenne, riempia la terra. Il nostro cammino persegua la giustizia. Signore, fa che siamo pronti a rendere sempre ragione della speranza che è in noi!»

La veglia si è poi spostata all’esterno, nell’ampia terrazza sotto la cattedrale, dove «guardando il golfo, è più facile pensare ai fratelli che al di là del mare danno la propria vita per Gesù». Lì, il vescovo Monsignor Luigi Ernesto Palletti ha sottolineato l’importanza del silenzio, «per lasciar spazio allo spirito», e di «professare insieme il nome in cui riconosciamo la salvezza, il nome di Gesù». «Proclamiamo la fede cristiana e chiediamo il dono del perdono. Il martire muore come Gesù, che disse “Padre perdona”. Preghiamo anche per i persecutori, perché il cristiano deve volere la salvezza di tutti».

La veglia si è quindi conclusa con la preghiera che Gesù stesso ha insegnato ai suoi discepoli, il “Padre Nostro”.

La celebrazione ecumenica è stata allietata dal coro della Pastorale Giovanile. Durante la veglia, tre giovani diciottenni dell’Azione Cattolica hanno fatto la loro professione di fede pubblica.

 

di Francesco Bellotti

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