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LA SPEZIA – Difendiamo la famiglia luogo privilegiato per educare uomini e donne di domani

Un pubblico molto attento, di circa centocinquanta persone, ha partecipato venerdì sera al Cinema Teatro Palmaria alla conferenza “Difendiamo la famiglia, luogo privilegiato per educare gli uomini e le donne di domani”. Sono intervenuti la dottoressa Paola Biondi, medico, e l’avvocato Andrea Gasperini, moderati dall’avvocato Laura Toracca e dal professor Paolo Cevasco.

«Sono un genitore preoccupato e un professore intellettualmente avvilito – ha introdotto Cevasco – a causa del diffondersi dell’ideologia del gender, che sostiene l’indifferenziazione tra maschi e femmine. Tale ideologia, secondo la quale la natura sarebbe “difettosa”, non è nuova (la professava già la gnosi, nei primi secoli del cristianesimo) e oggi ispira leggi in vari Stati Occidentali, autorevolmente sostenuta da organizzazioni internazionali quali Unesco e Unicef, che da sempre sostengono politiche per la limitazione delle nascite».

L’avv. Gasperini ha indicato quattro fattori su cui è prosperata l’ideologia del gender: la rivoluzione sessuale del ’68, che ha promosso il predominio delle passioni sulla ragione; il movimento omosessualista; il femminismo radicale, che intende annullare la differenza tra uomini e donne; e la teoria del genere, con gli esperimenti folli del dottor Money. Nel 1995, alla Conferenza ONU di Pechino sulla donna, gli Stati Uniti (amministrazione Clinton) e l’Unione Europea riescono a sostituire in tutti i documenti il termine “genere” al termine “sesso”, perché allora erano considerati sinonimi. «Ma la strategia prevedeva che ben presto i termini si differenziassero e l’ideologia del gender si imponesse attraverso leggi di vari Stati ispirati ai documenti di Pechino».

Siamo così arrivati ai giorni nostri, con, ad esempio, gli “standard sull’educazione sessuale in Europa” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che richiedono l’insegnamento della masturbazione infantile negli asili nido. «Sono documenti consultabili liberamente su Internet e parlano da sè». Così come le “linee guida” dell’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali (Unar, dipartimento pari opportunità) “per un’informazione rispettosa delle persone LGBT”. «Su alcuni temi in Italia c’è libertà di informazione, su altri no».

Poi le fiabe gay nelle scuole. «Non sono fatti isolati, ma frutto di una strategia. L’Unar ha commissionato all’Istituto Beck tre libretti che dovevano essere distribuiti nelle scuole elementari, medie e superiori». Poi sono stati bloccati, ma l’ideologia che li ispira prosegue a diffondersi, in vari modi. I libretti fanno l’identikit del “mostro” da cui mettere in guardia tutti gli studenti italiani, usando queste parole testuali: “Tratti caratteriali, sociali e culturali, come l’età avanzata, la tendenza all’autoritarismo, il grado di religiosità, di ideologia conservatrice, di rigidità mentale, costituiscono fattori importanti da tenere in considerazione nel delineare il ritratto di un individuo omofobo. Come appare evidente, maggiore risulta il grado di ignoranza, di conservatorismo politico e sociale, di cieca credenza nei precetti religiosi, maggiore sarà la probabilità che un individuo abbia un’attitudine omofoba”. L’opuscolo prosegue: “È chiaro inoltre che i tratti qui citati a mero titolo esemplificativo non solo aumentano la possibilità di omofobia in un individuo, ma in generale anche le probabilità che il medesimo individuo coltivi dentro di sé altre forme di pregiudizio”.

«Domenica 3, nel week-end del primo maggio, la Commissione cultura della Camera ha approvato un emendamento del Pd che impone l’introduzione del gender nelle scuole di ogni ordine e grado». E’ tutta una corsa a fare leggi “gender”, «sembra che non si possa perdere neanche un minuto». Scalfarotto, omosessuale, sottosegretario Pd, ha introdotto il reato di omofobia (il ddl, approvato alla Camera, è in Commissione giustizia al Senato), che minaccia il carcere a chi si oppone all’agenda LGBT (Lesbic, gay, bisexual, transexual). E ora è la volta Cirinnà, che equipara le unioni omosessuali al matrimonio.

«Il matrimonio è tra un uomo e una donna e si fonda sulla diversità sessuale, l’unica che permette la vita», ha proseguito Paola Biondi. Commentando il famoso quadro “La passeggiata” di Chagall, ha aggiunto che «l’uomo è signore del mondo esteriore, la donna del mondo interiore. Lei genera e accoglie la vita dei figli e del marito. Lui deve sacrificarsi per loro». Mostrando le immagini tipiche dell’attività cerebrale, Biondi ha sottolineato la diversità dei cervelli maschile e femminile. «Il primo ha una struttura più rigida, lateralizzata sui due emisferi, il secondo è molto più interconnesso, con connessioni nella zona frontale. Il primo supporta soprattutto capacità spaziali e motorie, il secondo intuito, sensibilità e capacità linguistiche. Il cambio di sesso è una grande bugia, perché nessun bombardamento ormonale può cancellare l’identità sessuale (maschile o femminile), che è scritta in ognuna delle nostre cellule». Tanto più inaccettabile è l’applicare tali pratiche ad adolescenti e bambini.

«In 150 anni, la psicologia dell’età evolutiva non ha mai avuto dubbi che un bambino, per sviluppare la propria identità, ha bisogno del confronto con il padre e la madre. Nei primi tre anni il bimbo vive in un rapporto quasi simbiotico con la madre. Il padre avrà poi un ruolo fondamentale per aiutarlo ad uscire verso il mondo esterno, dandogli fiducia, capacità di rischio, spirito di sacrificio. Citando Roberto Marchesini, “La madre insegna a vivere, il padre a morire, dopo aver dato uno scopo alla vita”».

«Non esistono due padri o due madri, perché si diventa padri attraverso la madre e viceversa. Anche Elton John ha riconosciuto: “Quando Zack (bimbo allevato da lui e dal suo compagno, ndr) capirà di non avere una madre, gli si spezzerà il cuore”. Vari giovani cresciuti da persone dello stesso sesso hanno ringraziato pubblicamente Dolce e Gabbana (che hanno recentemente preso posizione in favore dell’unicità della famiglia naturale) per aver dato voce a quanto appreso dall’esperienza. Anche nel mondo femminista sta avanzando la consapevolezza che i figli sono un dono, frutto dell’amore tra un uomo e una donna, e sono soggetto, non oggetto di diritti. Un albero senza radici non può vivere. Questo vale anche per i bambini, che hanno diritto alla loro origine vitale».

«Il matrimonio interessa a ben pochi, come mostra il numero piccolissimo di registrazioni nei registri delle “unioni” già da tempo istituiti da vari Comuni italiani. In realtà, è una strumentalizzazione contro la famiglia».

Citando l’esempio del neonato comitato “Famiglia, Scuola, Educazione” a Pisa, Biondi ha sottolineato l’importanza che le famiglie si uniscano «contro l’indottrinamento gender nelle scuole». «Mettere in contrasto natura e cultura, è uno stereotipo LGBT (Lesbic, gay, bisexual, transexual). E tale confusione è molto pericolosa, perché i bambini non sanno scegliere da soli, vanno aiutati».

L’avv. Toracca ha concluso esortando i presenti a farsi «portavoce», a «dire senza paura la verità sull’ideologia del gender», che subdolamente si insinua con la scusa di valori veri, come l’accoglienza di ogni persona. «Il gender cerca di scardinare i principi morali e anche la realtà stessa, che è conoscibile scientificamente. Se noi siamo qui oggi è perché un uomo e una donna si sono incontrati e ci hanno generati». Una consapevolezza da non perdere, specie nell’epoca in cui – con fecondazione eterologa e utero in affitto – si possono commissionare anche i bambini.

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