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DIOCESI – Ordinazioni diaconali

LA SPEZIA – Grande festa domenica in diocesi per l’ordinazione sacerdotale di due giovani alunni del seminario, don Sameule Bertonati, ventotto anni, della parrocchia di Nostra Signora della Salute di Volastra, e don Marco Morolla. ventisei anni, della parrocchia di Nostra Signora della Salute in Piazza Brin.
L’ordinazione è stata presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti, alla presenza del vescovo emerito Bassano Staffieri e del vescovo di Bubanza, in Burundi, Jean Ntagwarara. Nella cattedrale di Cristo Re piena, con molti giovani, erano presenti numerosi sacerdoti e religiosi, tra cui il rettore del seminario don Franco Pagano.

Nell’omelia, mons. Palletti, ha ricordato le motivazioni – riportate negli Atti degli Apostoli – per cui fu istituito il ministero ordinato della diaconia. Non è giusto – dissero gli apostoli – che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense. «I diaconi furono quindi istituiti per il servizio delle mense, della carità. Tale compito, però, non restringe l’orizzonte del diacono. Il primo martire, Stefano, fu anche il primo dei diaconi. Morì dicendo: “Accogli il mio spirito”. E ancora: “Non imputare loro questo peccato”. Dieci giorni fa, il Venerdì Santo, quelle stesse parole le abbiamo contemplate sulle labbra del Crocifisso, di Colui che è venuto non per essere servito, ma per servire».

«Gesù aveva insegnato a scegliere l’ultimo posto». E tale insegnamento trova una rappresentazione plastica esemplare nella lavanda dei piedi del Giovedì Santo. «Servire, non servirsi di coloro che si aiuta. La diaconia è un servizio verso Cristo e verso i fratelli. A loro siamo da Lui inviati». La diaconia, quindi, è al centro del comandamento dell’amore rivelato da Gesù, per Dio e per gli uomini. C’è una relazione stretta tra la diaconia delle mense e quella della Parola, che è necessaria per «riconoscerLo e servirLo in ognuno dei fratelli». In altre parole, la diaconia del servizio è sostenuta dalla diaconia della Parola. «Bisogna saper dare ragione della propria fede, proprio come fece Stefano. Con l’ordinazione diaconale, il compito primario è quello della carità, ma ci si impegna anche alla liturgia quotidiana delle ore, preghiera elevata a Dio per l’umanità»

 L’ordinazione diaconale significa anche accogliere il celibato, «la forma di vita che Gesù scelse per sé». Questo significa una «disponibilità integrale a servire Dio, ed è segno profetico dell’amore nuovo e infinito dell’eternità. Non a tutti è dato di comprendere questo, ma solo a coloro che Dio ha chiamato».

Mons. Palletti ha poi commentato i versetti della lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo, in cui viene tratteggiato il profilo dei diaconi. “Siano persone sincere e degne nel parlare”. «Sì, si, no, no – commenta Palletti -. Uomini sinceri e coerenti, che dicono ciò che sono e vivono ciò che dicono».

“Moderati nell’uso del vino”. «Questa espressione di Paolo ci fa sorridere ma deve anche farci riflettere, su che cosa fa lievitare la mia vita. Perché in base a quello possiamo essere nella verità o nell’errore».

«Bisogna annunciare il regno, come qualcosa di cui si fa esperienza, non essere “solo” dei trasportatori della Parola di Dio, ma persone che hanno vissuto l’incontro con Gesù e possono portarlo ai fratelli».
Rivolgendosi ai due nuovi diaconi, Palletti ha aggiunto: «Sarete costituiti nel servizio attraverso l’imposizione delle mani. Alla presentazione, siete stati chiamati, avete risposto ”eccomi”. La dinamica della vocazione comprende una chiamata e una disponibilità, la grandezza del servizio e la fragilità dell’uomo».

«Chiediamo che vivano nella semplicità e che il Signore che li invia rimanga sempre al loro fianco, perché possano sempre essere testimoni credibili nella carità e nella Parola».

Prima della benedizione finale, il vescovo ha ribadito l’importanza della vocazione sacerdotale. «Visitando le parrocchie vedo una bella gioventù, e ne sono piacevolmente sorpreso. Ma mi chiedo: “il Signore non chiama questi giovani?”. Capisco la titubanza. Dire “sì” a Dio è sempre un passo grande. Preghiamo insieme per incoraggiare questi giovani, che la forza della nostra preghiera possa sospingere chi è sulla soglia. Per il bene della Chiesa e della società».
Il pensiero e la preghiera del vescovo sono infine andati ancora una volta ai cristiani perseguitati.

La celebrazione è stata lietamente accompagnata dal coro della parrocchia di Nostra Signora della Salute di Piazza Brin.

Fonte: Cronaca4

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