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Francesca Albanese lascia InOnda dopo citazione Liliana Segre
— 7 Ottobre 2025— pubblicato da Redazione. —
Francesca Albanese stizzita lascia gli studi di InOnda non appena viene citata la posizione di Liliana Segre sul genocidio: video, ecco cos’è successo
ANCORA FRANCESCA ALBANESE “SPACCA” LA SINISTRA SU GAZA: L’ULTIMA LITE SU LILIANA SEGRE A “INONDA”
Di liti in diretta, “tele-scazzi” come si dice ormai, ne accadono ogni giorno e spesso fanno anche le fortune dei talk show che li “ospitano”: quanto avvenuto a InOnda ieri con la Relatrice Speciale dell’ONU sui territori palestinesi Francesca Albanese ha però un sapore lievemente diverso in quanto conferma un particolare fenomeno in corso nella sinistra italiana sull’immenso dramma in corso a Gaza.
Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati (ANSA 2025, Federico Perruolo)
Invitata e premiata nei teatri di mezza Italia, Albanese da qualche tempo è protagonista di episodi piuttosto controversi con dichiarazioni e opinioni che hanno fatto storcere il naso alla parte riformista interna al Centrosinistra, visti i continui attacchi ad Israele e dimostrando non sempre una predisposizione al dibattito pluralista: su tutte, la scena della scorsa settimana con il sindaco di Reggio Emilia (in quota Pd e che la stava premiando, ndr) che ha “osato” citare la necessità di liberare gli ostaggi israeliani, tanto da scatenare il piglio di Francesca Albanese che irritata è sbottata «io la perdono sindaco ma lei non deve più dire una cosa del genere».
DA TELESE AD ALBANESE, QUANDO IL CONTRADDITTORIO È UN OPTIONAL
Insomma il personaggio è piuttosto energico nel mostrare le proprie opinioni e così nel dibattito in tv ieri sera a “InOnda” già i toni erano stati piuttosto caldi quando il giornalista Federico Fubini aveva contestato la tesi di Francesca Albanese in merito alla certezza che Israele stesse compiendo un genocidio a Gaza contro il popolo palestinese. «L’accusa di genocidio è molto complicata», ci sono tantissimi morti e per questo servirà un’inchiesta dell’ONU in merito, ma ad oggi «nessuno di noi può sapere che è genocidio», spiega l’editorialista del “Corriere”.
Il punto chiave è l’eliminazione di un gruppo quando c’è l’intento effettivo di voler eliminare quelle persone proprio perché appartenenti al tal gruppo: su questo però, espresso dalla Carta ONU, è la l’Albanese ad inalberarsi in quanto la definizione giuridica di genocidio non si troverebbe sul regolamento delle Nazioni Unite ma “solo” nella Convenzione adottata nel 1948 dall’ONU. La Relatrice attacca Fubini, seppur con toni pacati, sottolineando di «non conoscere le sue competenze», ma che proprio il suo mandato le conferisce il ruolo per avere le testimonianze idonee a definire genocidio il dramma a Gaza.
Qui Fubini non ci sta e irritato spiega che nel recente passato è la stessa Albanese ad aver dato la colpa dell’attentato a Charlie Hebdo al Mossad israeliano e non all’Isis, dunque occorre avere giudizio e attendere le vere indagini prima di dare per assodato elementi gravissimi come le definizioni di genocidio. In questo contesto si inserisce allora Francesco Giubilei, che fino ad allora non aveva parlato in quanto la Albanese avrebbe dovuto lasciare lo studio anticipatamente per un impegno personale.
E qui scatta la lite, o meglio, deflagra la discussione come evidenza il video online di La7: «io sono d’accordo con Liliana Segre sul genocidio», spiega Giubilei facendo riferimento alle parole della Senatrice a vita (ebrea scampata agli orrori di Auschwitz) che ha definito improprio bollare come “genocidio” le politiche comunque terribili perpetrate sul popolo palestinese. Francesca Albanese visibilmente stizzita interrompe Giubilei alzandosi dalla sua sedia e uscendo di fretta dallo studio, generando stupore e polemica nell’ospite che infatti lamenta un certo grado di «mancanza democratica nella signora Albanese».
Francesca Albanese davanti al murales di Liliana Segre (Instagram Albanese, 2025)
Che abbia avuto o meno un impegno, resta la figura fatta da questa nuova icona della sinistra che ogni volta si trova davanti ad un tema o tesi lievemente in disaccordo con la sua provoca una reazione scomposta e vagamente stizzita, per non dire di peggio. Già nei mesi scorsi una sua foto su Instagram davanti al murales di Liliana Segre aveva scatenato a sinistra un dibattito sulla mancanza di rispetto per la senatrice e per la Shoah in quanto tale.
Un contraddittorio che spesso è vero viene reso difficile dalla controparte che tende a provocare e ribattere – da destra a sinistra – ma che non merita comunque il trattamento dato ieri sera da Albanese al pubblico e gli ospiti del programma (seppur il conduttore appena poche ore prima aveva fatto più o meno la stessa scena).
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