Sopra La Notizia

Quell’azzardo morale delle pre-Potenze che tradisce il dialogo e la giustizia

Le grandi potenze oggi si muovono in modo arbitrario. Ma l’Occidente ha una tradizione in cui ritrovare geli anticorpi per questa situazione

Siamo entrati in una nuova era delle relazioni internazionali. Non abbiamo a che fare con il mero ritorno alla logica ottocentesca delle politiche di potenza. Non è così. Siamo nell’inedita e minacciosa età delle Pre-Potenze. Tutte le grandi potenze mondiali si muovono, infatti, in modo arbitrario e minaccioso. Dopo il superamento di diverse linee rosse, oggi accampano diritti a partire dalla loro grande forza militare.

Non esiste limite alla volontà di affermazione del loro potere, accompagnato da minacce nucleari esplicite o sottintese, eserciti imponenti, intelligence senza scrupoli. Le Pre-Potenze prescindono dalle volontà dei popoli, dai richiami degli organismi internazionali e dal buon senso delle opinioni pubbliche interne. Le loro azioni sono caratterizzate dall’azzardo morale, da narrazioni storiche inverosimili e da palesi violazioni del diritto.

Viene in mente, perciò, la celebre favola di Fedro Lupus et agnus. Le diverse scuse accampate dal lupo servono solo a nascondere la sua volontà: uccidere l’agnello.

Nel nostro tempo, perciò, soft power e moral suasion sono diventate parole del passato che non servono più. Le Pre-Potenze esercitano la loro volontà con l’hard power. Non hanno bisogno di giustificazioni morali: il fatto arbitrario e violento si impone e si autogiustifica.

La Russia, così, continua imperterrita con la sanguinosa e devastante invasione della martoriata Ucraina. E l’altro giorno numerosi droni hanno violato il confine della Polonia. In Bielorussia stanno per iniziare imponenti e pericolose esercitazioni militari: il rischio è evidente.

Gli Usa, a loro volta, reclamano la Groenlandia, per il controllo delle risorse e per la loro strategia sull’Artico. Nel recente passato Trump ha definito il confine con il Canada “una semplice demarcazione arbitraria”, parlando dei vicini come il cinquantunesimo Stato degli Usa. Il Golfo del Messico è diventato “Golfo d’America” e il ministero della Difesa “ministero della Guerra”.

Si è capito nel tempo, inoltre, che le guerre di Israele non sono finalizzate solo alla legittima difesa da Stati che minacciano l’esistenza della stella di David. La recente violazione dello spazio aereo di Doha, in antitesi al diritto internazionale, è indicativa. Le bombe contro l’UNIFIL dicono una scelta precisa e unilaterale. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti, poi, che lo scopo dell’occupazione di Gaza non è solo la distruzione di Hamas. Il governo israeliano vuole cacciare via tutti i palestinesi dai loro territori – anche gli innocenti – con la fame e il terrore. E gli Usa, incredibilmente, sembrano concordare.

La Cina, a sua volta, ritiene di avere un diritto storico su Taiwan. Le continue esercitazioni militari sono perciò una preoccupazione per chi ama la libertà e la volontà dei popoli.

L’esplosiva situazione mondiale è complicata dal fatto che negli Usa esistono due partiti radicalmente contrapposti e con visioni totalmente diverse. Tale frattura indebolisce dall’interno la superpotenza con rischi per tutti.

Il primo partito (dem e repubblicani tradizionalisti) ha sostenuto una visione unilateralista (Iraq, Afghanistan, Libia, Siria) che ha contribuito, in parte, al delinearsi della situazione attuale. Il secondo, attualmente al governo, propone non una visione occidentalista, ma “America First”. In questa nuova prospettiva gli Usa non sono più i leader dell’Occidente, ma i feudatari a cui i sottoposti devono pagare le tasse. Le multinazionali americane, a loro volta, devono avere campo libero in Europa per il dominio dello spazio economico e finanziario.

La forma in cui si esercita il neo-feudalesimo è data dai dazi e dall’imposizione dell’acquisto di armi (americane, naturalmente) e petrolio. Tale politica lascia gli europei in una situazione di guado a tutti i livelli, molto difficile da gestire. Il cambio brusco di direzione, peraltro, non può non lasciare stupiti e spiazzati.

Gli Usa aiutano invece Israele in maniera incondizionata con tutto quello che consegue per tutta l’area mediorientale e non solo. Cambiano anche politica nei confronti dell’Ucraina: Ucraina nella Nato (Biden), ora non più e situazione da gestire in carico all’UE (Trump). Gli alleati americani, purtroppo, sembrano non conoscere l’importante via del “giusto mezzo” di Aristotele. Sia loro che gli altri grandi attori della politica internazionale sembrano peraltro aver dimenticato o non conoscere neanche la via del “saggio egoismo” indicata da Reinhold Niebuhr come strada da percorrere con sano realismo nelle relazioni internazionali.

Le Pre-Potenze aumentano, perciò, a dismisura il rischio di una guerra senza ritorno. Il loro egoismo non saggio, anzi massimalista, sembra simile a quello dei lupi di Hobbes. Il rischio di una sorta di anarchismo distruttivo perciò è grande. Anche perché molti Stati meno forti, ma autocratici, dopo le vicende recenti, per non fare la fine dell’agnello di Fedro ritengono necessario dotarsi di armi distruttive (nucleari, di massa, sporche). La tranquillità dell’ordine, decisiva per la pace secondo Agostino, sembra perciò sgretolarsi.

Eppure se solo le Pre-Potenze volessero, l’Onu, la Croce Rossa e la stessa Chiesa cattolica potrebbero rientrare nel gioco diplomatico con un ruolo reale. Mai, come in questo momento, c’è bisogno di mediazione dei conflitti, protezione umanitaria, visione della salvezza propria e altrui. Sarebbe inoltre necessario trovare basi solide per la sicurezza internazionale e la limitazione degli arsenali nucleari.

Tutte le grandi tradizioni culturali – tradite dall’attuale deriva -, hanno, peraltro, gli anticorpi per non condannare l’umanità alla morte e trovare vie di dialogo.

Fëdor Martens, estone, straordinario diplomatico zarista, fu l’autore della “clausola Martens” del diritto umanitario, alla base della protezione dei civili nei conflitti armati (1899). Il pietroburghese Peter Carl Fabergé, orafo geniale, fu creatore di un uovo della Croce Rossa donato da Nicola II alla madre. L’uovo è simbolo di una nuova nascita, quella della pace e dell’aiuto. Ekaterina Peskova, prima moglie dello scrittore russo Maksim Gor’kij, da donna di Croce Rossa, aiutò prima le vittime della guerra (1917), poi si distinse nell’aiuto ai perseguitati politici.

Ancora, i poeti di Harvard (Dos Passos ed Hemingway) donarono il loro aiuto come volontari della Croce Rossa in Italia, durante la prima guerra mondiale. E furono, poi, proprio gli Stati Uniti a volere l’Onu per preservare le generazioni future da una distruzione simile alla Seconda guerra mondiale. Avevano chiaro che le potenze dovevano porsi dei limiti ed evitare gli azzardi. E proprio un generale, cioè Dwight Eisenhower, con un celebre discorso, mise in guardia gli Usa dal potere del complesso militare-industriale.

Che dire poi della grande lezione di autori della grande cultura ebraica come Martin Buber ed Emmanuel Lévinas? Una vita spesa per l’Altro e l’importanza della relazione. E la grande lezione di grandi uomini di pace come Mo Ti e Li Po? Come si fa a ignorarla?

Per evitare la Pre-potenza finale, insomma, bisogna ritornare al diritto e all’origine autentica della propria tradizione. Ogni cultura vera ha intravisto la possibilità della coesistenza.

Fonte: Vincenzo Rizzo |  IlSussidiario.net

Newsletter

Ogni giorno riceverai i nuovi articoli del nostro sito comodamente sulla tua posta elettronica.

Contatti

Sopra la Notizia

Tele Liguria Sud

Piazzale Giovanni XXIII
19121 La Spezia
info@sopralanotizia.it

Powered by


EL Informatica & Multimedia