Il dramma della neonata sottratta alla madre dopo il test di competenza genitoriale
— 28 Agosto 2025
— pubblicato da Redazione. —
È successo in Danimarca dove la giovane Ivana ha perso l’affido della propria figlia, Aviaja-Luuna, già prima di partorire (l’11 agosto scorso). Il tutto dopo essere stata sottoposta al test di “competenza genitoriale” che ha stabilito come le sue capacità genitoriali – appunto – potrebbero rivelarsi nel tempo insufficienti
Una bambina sottratta alla propria madre appena un’ora dopo il parto, avvenuto l’11 agosto scorso. Negli ultimi giorni in Danimarca dilaga la polemica, tra accuse di razzismo e sconcerto per la decisione che, oltre ad andare contro la legge locale, cozza con ogni principio di buon senso e umanità. Al centro della bufera mediatica è finito il Comune di Høje-Taastrup, la cui amministrazione ha dato ordine che una neonata fosse tolta alla propria genitrice. Quest’ultima, la 18enne Ivana Nikoline Brønlund, è di origine Inuit essendo nata a Nuuk capitale della Groenlandia (che è una “nazione costitutiva” ma semi-indipendente del Regno di Danimarca). La giovane Ivana ha perso l’affido della propria figlia, Aviaja-Luuna, di fatto già prima di partorire. Il tutto dopo essere stata sottoposta al test di “competenza genitoriale”, che ha stabilito come le sue capacità genitoriali potrebbero rivelarsi nel tempo insufficienti. La valutazione è stata prese sulla base di precedenti traumi che la ragazza avrebbe introiettato in seguito ad abusi infantili subiti dal padre adottivo.
Ma cos’è questo test di “competenza genitoriale”? Si tratta di un esame psicosometrico previsto dalla legge danese in quei casi di genitorialità valutati come complessi, nonché per le decisioni su affidi e adozioni. Nello specifico il test stabilisce i bisogni individuali del bambino o della bambina e la capacità dei genitori di soddisfarli. Nell’esempio di Ivana e più in generale quando si tratta di persone di origine groenlandese però questi esami non considerano le nette differenze culturali tra Inuit e danesi. E nel maggio scorso il governo danese ha varato una nuova legge che esenta i groenlandesi dal fare l’esame. «I test non tengono conto delle barriere linguistiche o delle differenze culturali. Ciò espone i genitori groenlandesi al rischio di essere valutati in modo errato nei casi di affidamento», ha spiegato Louise Holck, direttrice dell’Istituto danese per i diritti umani.
Ma nonostante tutto il comune Høje-Taastrup ha proceduto lo stesso alla valutazione nei confronti di Ivana, tra le altre cose ritenuta dalla comunità “poco groenlandese” (da qui l’aumento delle accuse di razzismo). Gli esami si sono tenuti in primavera e hanno portato le autorità comunali a prendere la contestata decisione, comunicata a Ivana tre settimane prima del parto. La piccola Aviaja-Luuna è stata subito data a una famiglia affidataria e la madre per ora può vederla solo una volta ogni due settimane e sotto supervisione.
«È così straziante… Mamma sente la tua mancanza, mia cara figlia… Mamma combatterà ogni giorno per sempre perché tu torni a casa, te lo prometto piccolina, non mi arrenderò mai!», ha scritto su Facebook la giovane. Che poi ha proseguito, raccontando il proprio dramma interiore: «Non volevo entrare in travaglio perché sapevo cosa sarebbe successo dopo. Tenevo la mia bambina vicina a me quando era nella mia pancia, era il momento più vicino che avrei avuto con lei. È un periodo molto duro e orribile». Numerosi attivisti locali ma anche di altri paesi hanno duramente protestato e sono previste diverse manifestazioni per solidarizzare con Ivana. La Ministra danese degli Affari Sociali, Sophie Hæstorp Anderse si è subito interessata al caso e ha rilasciato una breve ma pungente dichiarazione: «I test standardizzati non dovrebbero essere utilizzati nei casi di affidamento che coinvolgono famiglie di origine groenlandese. La legge è chiara». Mentre il comune di Høje-Taastrup ha ammesso di aver sbagliato alcune procedure e di essere al lavoro per garantire la migliore soluzione per la famiglia. Ma l’affare è destinato ad andare in tribunale: il 16 settembre sarà discusso l’appello di Ivana. Nella speranza che la legge e il buon senso possano prevalere.
Fonte: Alessandro Stella | FamigliaCristiana.it
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