La Plac, piattaforma di lavoro autosollevante a colonna, ha raggiunto la sommità della ciminiera della ex centrale Enel “Eugenio Montale” per demolirla partendo dall’alto, un metro alla volta. La città volta pagina e manda per sempre in soffitta un pezzo della sua storia. Ospitiamo di seguito il contributo di un lettore, S.T., che traccia la storia dell’imponente struttura e, con lo sguardo di un ingegnere, ne racconta anche presente e “futuro”
LA FINE DELLA CIMINIERA
Il 22 dicembre 2021, dopo 59 anni di attività, il gruppo a carbone della centrale termoelettrica da noi tutti conosciuta come “Enel” è stato spento definitivamente.
Il 22 dicembre 2021, la centrale termoelettrica “Eugenio Montale”, situata nella zona industriale “Pianazze” del comune della Spezia, viene spenta. Essa fu inaugurata nel 1962 con il nome Edison-Volta, alimentata inizialmente a olio combustibile e successivamente trasformata per bruciare carbone.
L’inaugurazione dell’impianto fu fatta al cospetto dell’allora presidente della Repubblica Segni Antonio e veniva identificato come il più grande d’Italia e il secondo in Europa in ragione della sua potenza produttiva di 1.835 megawatt.
Il 22 dicembre 2021, dopo 59 anni di funzionamento e di diatribe sull’inquinamento la ciminiera della centrale viene definitivamente spenta.
2025 – Alla Spezia c’è una ciminiera. Alla Spezia c’è una ciminiera alta 222 metri, solo 90 metri in meno della torre Eiffel e porta un peso di 10.000 tonnellate di calcestruzzo. La ciminiera fu costruita in soli 55 giorni nel 1967, senza impiegare alcuna incastellatura interna o esterna e fu per l’epoca la più alta d’Europa. La ciminiera ha un diametro di 16 metri alla base e 8,5 metri alla sommità, mentre le pareti sono spesse appena 92 cm alla base e 20 cm alla sommità. La ciminiera…. a breve non ci sarà più.
La ciminiera, dopo 59 anni di onorato servizio, seppur poco apprezzato dai cittadini, ci sta per lasciare. Quella ciminiera che nel bene o nel male ha dato, negli anni, lavoro a tanti spezzini e che per tutti noi, era in qualche modo “Spezia” perché la vedevi da lontano, la vedevi da dovunque. Non sono qui a discutere se sia giusto o sbagliato procedere con la demolizione ma, come purtroppo troppo spesso accade, un simbolo del passato industriale viene cancellato.
Fonte: Ing. S.T. | CittadellaSpezia.com