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Maturità, piccola guida per famiglie alle prese con l’esame

Fino a che punto l’ansia aiuta? Che cosa dovrebbe fare un genitore? Che effetti ha il sonno sullo studio? I consiglio dello psicologo per avvicinarsi alla prova con l’approccio corretto

 

È forse l’unico rito di passaggio che è rimasto nella vita degli adolescenti. L’esame di maturità rappresenta l’ultimo gradino da affrontare al termine del percorso della secondaria. È importante perché conferisce in modo definitivo l’ingresso in adultità Temuto e desiderato al tempo stesso, l’esame di maturità è un evento ansiogeno non solo per il maturando, ma per l’intero nucleo familiare.

E forse dovremmo partire proprio da qui, ovvero dall’ansia – come contenerla, come permetterle di essere risorsa e non ostacolo per la prova d’esame – per fornire qualche consiglio ai prossimi esaminandi e a tutta la famiglia.

L’ansia ha un significato fisiologico: ci fa “tendere” verso l’obiettivo, ci fornisce – almeno all’inizio – quella spinta che, prima della prova, aiuta a dirigere attenzione sguardo, concentrazione e sforzo verso il raggiungimento della meta. L’ansia è la corda che si tende prima che dall’arco venga scagliata la freccia. Senza quella tensione la freccia avrebbe un volo mal direzionato e non raggiungerebbe l’obiettivo. Per essere fisiologica, l’ansia però deve essere regolata e direzionata. Non può esondare in ogni direzione.

Non può stare presente sulla scena in ogni istante. Perché allora si trasforma in ansia anticipatoria e performativa, un eccesso di preoccupazione verso l’esito della prova che va ad inficiare la qualità del percorso necessario a raggiungerlo. È fondamentale che la famiglia del maturando aiuti a mantenere un clima tranquillo e sereno. Non serve drammatizzare, non c’è bisogno di occhi spalcanti tesi ad indagare in ogni istante se il figlio sta bene, sta studiando o è di umore positivo. Va bene sdrammatizzare, ma non va bene diventare troppo sarcastici o minimizzanti. «Hai ragione quando pensi che questo esame è davvero una montagna difficile da scalare. In effetti gli esami spaventano un po’ tutti. Però ce l’abbiamo fatta tutti a superare la prova. Ce la farai anche tu». Più o meno, è questo che il nostro “mood” di affiancamento al figlio maturando deve comunicare. E lo dobbiamo fare con le parole, ma anche con lo sguardo e la postura del corpo. Se noi eccediamo in ansia, probabilmente produrremo un effetto di contagio emotivo, che contamina tutto e tutti. Al ragazzo, nei giorni precedenti la prova, non serve lo studio “matto e disperato”. Bensì serve uno studio strutturato concentrato. Potrebbe essere utile lasciare le distrazioni tecnologiche in stanze diverse da quelle in cui si ripete e si ripassa.

È fondamentale trovare il giusto equilibrio corpo/mente, alternando ore di studio concentrato con brevi periodi di attività fisica moderata. Può essere utile alla fine della giornata una corsa o una camminata a passo sostenuto per “buttare fuori” lo stress accumulato. È fondamentale dormire bene nei giorni precedenti le prove. Il sonno è un grande amico dell’apprendimento (avete notato che al mattino, appena svegli, sapete ripetere le cose studiate il giorno prima molto meglio del momento in cui siete andati a dormire?). inoltre il sonno aiuta a stabilizzare l’umore e riduce l’irritabilità. Soprattutto vi sarà utile fare qualche esercizio di rilassamento e respirazione guidata, per ridurre lo stato di ansia e tensione. Sdriatevi su un tappeto, rilassate completamente il corpo, mettete in sottofondo una musica tenue e respirate lentamente seguendo le schema 4-2-5 (insiperate per quattro secondi, trattenete il fiato per due secondi, espirate lentamente contando fino a cinque). Bastano poche sequenze di respiro con questo ritmo lento, per ridurre in modo significativo la percezione del proprio stato di tensione. Infine visualizzatevi, una volta al giorno, al momento dell’esame. State in contatto con l’immagine di voi stessi che ricevete il foglio su cui scriverete il vostro compito oppure di voi che rispondete alle domande della commissione che vi fa le domande. Quando vi guardate, nella vostra immaginazione, assumete una postura distesa, un’espressione sorridente e intanto dite a voi stessi che ce la farete. Immaginatevi nel momento in cui vi alzate dalla sedia perché la prova è conclusa. State in contatto con quell’immagine. Comprenderete che per quanto sfidante, l’esame è uno dei tanti ostacoli che nella vita ci si parano davanti, ma noi abbiamo le risorse per affrontarlo e superarlo. Insomma, convincetevi già adesso che ce la farete. E non state in apprensione eccessiva per il voto che vi verrà assegnate. Nessuno di noi è il voto che prende. Vale molto più il percorso del traguardo.

Fonte: Alberto Pellai | FamigliaCristiana.it

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