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QUASI GOLPE WAGNER/ La prova che quando si vuole evitare la guerra si può fare

Quando si vuole evitare veramente un conflitto, alla fine una soluzione la si può ritrovare. Ce l’ha dimostrato anche quel che è avvenuto in Russia in poche ore

 

Anche questa volta non sono riusciti a conquistare Mosca. Non c’erano riusciti né Napoleone, né Hitler. Ora non c’è riuscito neanche un certo Prigozhin.

Non è stato fermato dal “Generale inverno”, ance perché adesso siamo in estate. Non è stato fermato neanche dal glorioso esercito russo che l’ha lasciato passare, gli ha permesso nel giro di neanche 24 ore di percorrere, quasi indisturbato, centinaia di chilometri verso Mosca. Non l’hanno fermato neanche quel numero di oligarchi che già in mattinata si erano messi in salvo con i loro aerei privati ufficialmente presi da un improvviso desiderio di andare in vacanza.

Pare che Prigozhin l’ha fermato un suo vecchio amico, compagno di bevute e di altro, come si usa fare fra mugiki di un certo livello.

Nessun, ameno per ora, sa che cosa gli abbia promesso oltre all’immunità. Dopo l’orgoglioso proclama di Putin del mattino, la condanna di Prigozhin e dei suoi sembrava ineluttabile. Invece, avete visto? Anche Putin è capace di calare le brache. Ancora una volta si è scoperto che, in fondo, il re è nudo.

A proposito di re, a molti di noi la marcia su Mosca ha ricordato un’altra marcia di circa 100 anni fa. Allora un piccolo gruppo di gente, decisa a tutto, partendo da una piccola piazzetta dietro l’Ambrosiana, era arrivata pressoché indisturbata dal Grande Esercito italiano che da poco aveva sconfitto l’impero Austro-ungarico, e, non contestando il Re, ma i politici di allora, era riuscito a prendere il potere.

Prigozhin aveva con sé, pare, 25.000 uomini ben addestrati, ma comunque assolutamente meno armati dell’immenso esercito della Federazione Russa. E, alla fine, si è consegnato a Lukashenko. Il “mondo occidentale” è stato giustamente a vedere, probabilmente, segretamente, facendo il tifo per Putin, perché non so se avete presente che cosa significhi avere come avversario uno come Prigozhin…

Gli ucraini, in questa occasione, pare, non hanno saputo o potuto sfruttare più di tanto l’occasione. Una cosa, paradossalmente, dovremmo averla imparata: che quando si vuole evitare veramente un conflitto e un relativo spargimento di sangue, alla fine una soluzione la si può ritrovare. Anche accettando di mettere in campo un mediatore come Lukashenko.

Meditate gente, meditate…

 

Fonte: Edoardo Canetta | IlSussidiario.net

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