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Al via il processo per la canonizzazione dell’«eroe dello skateboard»

Ignacio Echevarría, il giovane di 39 anni che perse la vita il 3 giugno del 2017, quando a Londra ci furono gli attentati da parte dei terroristi islamisti, potrebbe essere canonizzato. A comunicarlo pubblicamente, su Twitter, è stato Joaquín Echeverría, suo padre: «Vi comunico la bella notizia che sta iniziando il processo per la possibile causa di canonizzazione di Ignacio Echeverría. Per questo processo, sono molto utili due tipi di testimonianze: quella di chi lo conosceva, che può spiegare come fosse Ignacio, ma possono essere preziose anche le testimonianze di quanti, pur non conoscendolo hanno trovato nella sua vita e nel suo esempio un supporto per migliorare la propria esistenza».

Il padre del giovane ha inoltre aggiunto, dando i propri recapiti per la raccolta di eventuali testimoni e persone che possono averlo conosciuto, che «chiaramente, se qualcuno avesse ottenuto qualche aiuto da Dio per intercessione di Ignacio, è bene che lo comunichi». Si tratta di una notizia senza dubbio positiva per quanti avevano appreso del sacrificio di colui che è rimasto noto come l’«eroe dello skateboard» e che il giornale El Mundo, a ridosso della morte, aveva già celebrato come «Sant’Ignacio dello skate». Col senno di poi, e viste in particolare le ultime novità, quello fu senza dubbio un titolo profetico – anche se si poteva in qualche modo sperare che la morte di quel ragazzo spagnolo finito a lavorare nel Regno Unito non passasse inosservata.

Al tempo stesso, sarebbe comunque sbagliato ridurre alla sola morte l’esempio dato da questo testimone della fede. In effetti, come confermato dal parroco di Las Rozas – la città della periferia di Madrid da dove veniva Echeverría, prima della partenza per Londra – il giovane, che era avvocato, proveniva da una famiglia molto religiosa, era assiduo alla messa. Non solo. Parlava spesso dello zio materno, il missionario Antonio Hornedo, scomparso nel 2006 dopo essere stato per anni vescovo sulle Ande in Perù. Ignacio Echevarría inoltre frequentava l’Azione Cattolica delle sue zone dove, ha confermato la responsabile del gruppo, «partecipava alla riflessione sui testi della Bibbia. Era il più giovane del gruppo, ma non si sentiva affatto a disagio». L’«eroe dello skateboard» era insomma un fedele vero e convinto.

Talmente convinto, in particolare – viene da dire – di quel vertiginoso versetto evangelico – «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» – da arrivare all’estremo sacrificio. E’ successo, come si diceva, il 3 giugno 2017, quando Ignacio stava andando in bicicletta nella zona londinese di Whitechapel. Lungo la strada, ha visto come un uomo stesse accoltellato una ragazza. A quel punto, il 39enne non ha esitato ad intervenire per aiutare la ragazza di nazionalità francese, cosa che ha permesso alla giovane di salvarsi la vita; in compenso, si è però preso le coltellate mortali inflittagli da due terroristi, perdendo la vita. Quella terrena, s’intende; perché con quel gesto – valsogli già la medaglia di San Giorgio da parte della Regina Elisabetta – Ignacio di vita ne ha certamente guadagnata subito un’altra. Quella tra le braccia del Padre.

Fonte: Giuliano Guzzo | IlTimone.org

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