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L’Occidente e la guerra in Ucraina un pretesto per testare nuove armi

Se gli Usa non avessero inviato 18,6 miliardi di dollari di armi a Kiev, la Russia avrebbe già vinto. Ma secondo il New York Times uno degli obiettivi della Nato è testare nuovi armamenti in un vero conflitto. «È una vergogna»

Il sostegno militare che l’Occidente ha fornito all’Ucraina dall’inizio dell’invasione da parte della Russia non ha precedenti nella storia recente. Solo gli Stati Uniti, da febbraio, hanno inviato a Kiev 18,6 miliardi di dollari di armi. L’Unione Europea ha fornito 3,1 miliardi di euro in armamenti, mentre il Regno Unito 2,3 miliardi.

La Nato “sfrutta” Kiev per testare nuove armi

Gli aiuti militari sono stati certamente forniti dall’Occidente a Kiev per aiutare l’esercito ucraino a fronteggiare un avversario più forte e meglio equipaggiato, per difendere un popolo da un’ingiusta aggressione e per scoraggiare chiunque dal calpestare il diritto internazionale in futuro come fatto dalla Russia.

Ma c’è anche un’altra ragione, svelata dal New York Times, che ha spinto i membri della Nato a foraggiare l’Ucraina ed è molto meno nobile delle precedenti: testare in battaglia armi sofisticate di nuova generazione mai provate prima in un contesto di guerra reale.

Software, droni, sistemi missilistici di difesa

Tra le novità principali testate dagli ucraini c’è il sistema Delta, un software avanzato che raccoglie e processa informazioni in tempo reale sulle unità nemiche, coordina le forze di difesa e fornisce un quadro attendibile della situazione sul campo per aiutare l’esercito a definire la migliore strategia di attacco. Delta è in grado di fornire informazioni minuto per minuto su quanti nemici ci sono in un determinato territorio, come si stanno muovendo e dove si stanno dirigendo e addirittura con quale tipo di armamenti sono equipaggiati.

Oltre a Delta, i paesi occidentali hanno fornito all’Ucraina altre armi da testare in battaglia: navi-drone controllate e pilotate da remoto, il sistema di difesa anti-drone SkyWipers e la versione aggiornata di un sistema di difesa aereo costruito in Germania che Berlino non ha ancora mai utilizzato.

Le navi-drone che fermeranno la Cina

L’Ucraina, con l’aiuto dei partner della Nato, in particolare di Stati Uniti e Germania, ha iniziato a testare in estate le piccole navi controllate da remoto e cariche di esplosivo. La nuova arma ha dimostrato di funzionare molto bene a ottobre, quando Kiev ha lanciato alcuni di questi droni contro la flotta russa del Mar Nero, davanti alla costa di Sebastopoli.

«L’attacco impone un nuovo paradigma nella dottrina di guerra navale», spiega al Nyt Shaurav Gairola. Secondo l’esperto del gruppo Janes, specializzato in intelligence e Difesa, per gli americani è molto importante testare in Ucraina contro una flotta potente come quella russa questo tipo di navi. L’eventuale successo delle imbarcazioni controllate da remoto potrebbe infatti cambiare gli scenari nel caso in cui gli Stati Uniti si trovassero a combattere la Cina nel Mar cinese meridionale o orientale o nell’eventualità di un’aggressione a Taiwan.

La mediazione della Nato

Gli SkyWipers, invece, permettono di deviare o rendere inoffensivi gli attacchi con i droni bloccando il segnale di comunicazione. Sviluppati in Lituania appena due anni fa, sono stati forniti all’Ucraina con la mediazione della Nato e si sono rivelati incredibilmente efficaci tanto che per l’esercito di Kiev rappresentano ormai una «priorità».

Lo stesso si può dire del sistema missilistico di difesa aerea sviluppato dalla Germania e mai testato in un contesto di guerra reale.

Il sistema Delta ha fermato la Russia

Se gli ucraini non si fossero resi disponibili a testare queste nuove armi, non avrebbero mai riconquistato Kherson, spiega Inna Honchar, comandante di Aerorozvidka, che sviluppa droni e altre tecnologie per l’esercito ucraino.

In particolare, senza il sistema Delta Kiev non avrebbe mai bloccato il convoglio di blindati russi diretti verso la capitale nelle primissime fasi della guerra. Dall’inizio del conflitto, spiega il ministero della Difesa ucraino in un comunicato, Delta ha aiutato a identificare 1.500 obiettivi russi da colpire ogni giorno, «centinaia dei quali sono stati eliminati entro 48 ore».

«L’Ucraina paga con le vite dei suoi soldati»

Senza le nuove armi fornite dagli alleati Nato l’Ucraina non sarebbe mai stata in grado di resistere all’avanzata della Russia ed è dunque più che comprensibile la compiacenza del governo di Volodymyr Zelensky a prestarsi all’operazione.

Ma fare da “cavia” per nuovi armamenti ha il suo lato oscuro. «In Ucraina stiamo imparando come combattere e stiamo imparando come utilizzare questi nuovi equipaggiamenti Nato», ha dichiarato al Nyt Dalia Grybauskaite, presidente della Lituania negli anni in cui gli SkyWipers sono stati progettati. «Questa guerra ci sta insegnando molto. Provo però anche vergogna perché gli ucraini stanno pagando con le loro vite per testare per noi queste armi».

Fonte: Leone GROTTI | Tempi.it

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