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La lezione di Piero Angela

Chi ha buoni contenuti talvolta non sa comunicarli. Piero Angela sarà stato pure un positivista ottocentesco, ma è stato anche un maestro nella comunicazione. Noi cattolici dovremmo imparare proprio da lui

Ho lasciato “sbollire” l’emozione per la scomparsa di Piero Angela, accompagnata dai due “cori” contrapposti degli adoratori, che ne hanno fatto una sorta di “santo laico” canonizzato a furor di popolo, e degli avversari che, criticandone l’impostazione da positivista ottocentesco, lo hanno dipinto, talvolta, calcando i toni in modo caricaturale, come una sorta di “belzebù contemporaneo”.

Io vorrei per un attimo separare il piano dei contenuti (COSA DIRE) da quello del metodo (COME DIRLO). Sul piano dei contenuti, mi limito a osservare che Piero Angela ha deciso, eliminando ogni riferimento alla dimensione soprannaturale in nome di una laicità più simile al laicismo, di precludersi un’importante strada di indagine del reale. Ne prendo atto con rammarico, e per il resto trovo ben detto quanto già scritto su questo sito.

Sul piano del metodo, invece, siamo di fronte ad un gigante, dal quale tutti noi (parlo di quelli che lanciano strali contro lo “scientista-razionalista-materialista-positivista”) dobbiamo imparare la lezione. Noi, che abbiamo la presunzione di avere contenuti importanti da comunicare al nostro prossimo (e spesso li abbiamo veramente!) siamo assai spesso pessimi comunicatori: arroganti, noiosi, cattedratici, pedanti, moralisti, prolissi e così via.

Uno stretto collaboratore di Piero Angela, ricordandone la figura e l’insegnamento, ha scritto queste parole:

«Lui era questo: pura comunicazione. Certo, c’è di mezzo il tema della scienza e della divulgazione, ma non fatevi distrarre: l’essenza fondamentale di Piero Angela era una capacità di comunicazione straordinaria. Se si fosse occupato di qualsiasi altro tema, lo avrebbe fatto con la stessa efficacia con cui si è speso per la scienza per tanti anni. Il suo segreto consisteva in una modalità ben precisa, che andrebbe studiata e spiegata per bene in un manuale di comunicazione.
Nel frattempo, si possono trarre dal suo insegnamento tre virtù semplici, ma potenti, che ho sempre visto presenti nei suoi interventi:
1. Se vuoi essere spontaneo, studia e preparati.
2. Non avere mai l’ansia dell’attualismo, vai alle questioni che durano.
3. Parla sempre mettendoti nella posizione di chi ti ascolta e non a partire da dove sei tu.»

Chi ha i contenuti, ma non sa comunicarli, fa un pessimo servizio alla Verità. La figura di Piero Angela e la sua professionalità, non di “scienziato” (che NON era) ma di comunicatore, dovrebbe risvegliare in noi soprattutto il desiderio di comunicare meglio la dottrina cattolica, anziché dileggiare gli avversari con insofferenza.

Fonte: Andrea Arnaldi | AlleanzaCattolica.org

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