Vale la pena occuparsi di questa ennesima “lezione afgana”? La risposta dovrebbe essere sì.
Anche i canarini (proprio i graziosi uccellini) non sembrano essenziali nel bilancio del mondo ma fino a pochi anni fa venivano utilizzati nelle miniere di carbone per segnalare la presenza di monossido di carbonio, a cui sono molto sensibili. La loro funzione era di allarme: i minatori se li portavano dietro sapendo che quando smettevano di cantare c’era da allarmarsi.
L’Afghanistan è il nostro canarino e non solo ha smesso di cantare, è agonizzante sul fondo della gabbia. Nel caleidoscopio afghano si riflettono tutte le grandi questioni del globo: il ruolo dell’America (non quello in Afghanistan, quello nel mondo), la postura della Cina in Asia, della Russia nel suo ex-impero, dell’Europa e la sua irrilevanza, di Iran e Turchia in Oriente, del terrorismo islamico e del narcotraffico; e potremmo continuare. Forse non vale la pena morire per Kabul ma, sì, vale certamente la pena studiare la lezione afgana.
Fonte: AlleanzaCattolica.it
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