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Tra il dire e il green pass à la Macron c’è di mezzo la Costituzione

L’Italia sogna il “modello francese”. Ma «far portare il peso di nuove restrizioni a chi non è vaccinato» non è così semplice. Dai dubbi di costituzionalità al rischio di creare un precedente pericoloso

Dopo gli annunci del presidente Emmanuel Macron sull’estensione dell’obbligo di pass sanitario per accedere a bar, ristoranti, trasporti, è corsa sfrenata dei francesi al vaccino. In seguito alla diretta del presidente dal Grand Palais le prenotazioni sfioravano il milione. «Faremo portare il peso di nuove restrizioni a chi non è vaccinato. Dal 21 luglio, solo i vaccinati o le persone testate negative potranno entrare nei luoghi di cultura, per esempio cinema e musei, che accolgono più di 50 persone. Non si tratta ancora di una vaccinazione obbligatoria, ma l’importanza del pass sanitario verrà estesa», ha detto il presidente. Fornendo un assaggio della legge che verrà votata in agosto per fare del green pass l’unica via d’accesso a bar, ristoranti, aerei e treni.

Obbligo vaccinale per i sanitari

Ma come funziona il modello Macron che in tanti chiedono di adottare anche in Italia? Intanto dal 15 settembre la vaccinazione diventa obbligatoria per il personale sanitario: medici e infermieri, dipendenti in case di riposo, volontari e chiunque lavori a contatto con fragili, anziani, disabili anche a domicilio se non ha ancora ricevuto il vaccino non potrà più mettere piede al lavoro né ricevere lo stipendio.

In altre parole, per usare quelle del ministro della Salute, Olivier Véran, «dal 15 settembre, se sei una badante e non sei vaccinata, non potrai più lavorare e non sarai più pagata». Lunedì 19 luglio sarà presentato al Consiglio dei ministri un disegno di legge ad hoc sull’obbligo vaccinale dei caregiver che sarà poi esaminato nel corso della prossima settimana dal Parlamento, con procedura accelerata. Questa misura si applicherà «senza indugio», e gli interessati avranno «fino al 15 settembre» per rispettarla. Dopodiché «verranno effettuati i controlli e saranno adottate sanzioni»

Green pass obbligatorio ovunque

A scatenare la corsa al vaccino è stato però l’annuncio dell’estensione del pass sanitario – test Covid negativo, certificato di vaccinazione o un test di guarigione superiore a 11 giorni e inferiore ai sei mesi – che entrerà in vigore il 21 luglio in tutti i «luoghi di svago e cultura» che riuniranno più di 50 persone. E varrà per tutti, dall’età di 12 anni (per non «rovinare le vacanze in famiglia» Véran ha parlato di flessibilità fino al 30 agosto per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni, dopo di che scatterà l’obbligo di pass anche per loro).

Il pass sanitario sarà poi esteso «all’inizio di agosto» – dopo il voto preventivo di un testo di legge e la sua promulgazione – a bar, ristoranti, centri commerciali, nonché ad aerei, treni, autobus a lunga percorrenza e a strutture mediche.

Test Covid a pagamento e scuole

«Non si tratta ancora di un obbligo generalizzato», ma in pratica lo è. Anche perché i test del Covid-19 non saranno più gratuiti e rimborsabili senza prescrizione medica (tali erano in Francia fin dall’inizio della pandemia): 49 euro il prezzo del Pcr, 29 per l’antigenico.

Ha anche parlato di scuola, Macron: con l’inizio dell’anno scolastico verranno organizzate «campagne vaccinali» per gli studenti di medie, superiori e per gli universitari. Parallelamente, all’inizio di settembre, partiranno anche i richiami per chi è stato vaccinato nei primi mesi del 2021.

I rischi dell’estensione del pass

Il tema è delicato ed estremamente monitorato dalle autorità. A maggio il governo parlava di uso del pass sanitario limitato «ai soli eventi più rischiosi», escludendo luoghi che riguardavano le attività quotidiane della popolazione (ristoranti, appunto, luoghi di lavoro, negozi etc) o legati a «manifestazioni delle libertà fondamentali» (riunioni politiche e religiose). Limiti che giustificavano da parte della Commission nationale de l’informatique et des libertés (Cnil) la convalida del pass, seppur mettendo in guardia dal «rischio di creare un fenomeno di dipendenza dannosa che potrebbe portare a giustificare, ad esempio, che l’accesso a un cinema sia condizionato alla prova che la persona non è portatrice di determinate patologie, diverse dal Covid».

Il dietrofront di Macron

Anche il Consiglio di Stato, chiamato a giudicare se il dispositivo violasse la libertà di movimento, aveva convalidato il green pass in quanto il suo utilizzo era «limitato agli spostamenti da e per l’estero» nonché per l’accesso a determinati luoghi specifici, non per gli spostamenti quotidiani o per l’esercizio delle libertà fondamentali. Lo stesso Macron riteneva a fine aprile che il green pass «non potesse diventare obbligatorio per accedere ai luoghi della vita quotidiana, come ristoranti, teatri e cinema».

Poi è arrivata la variante Delta. E con essa un problema che si preannuncia anche di natura giuridica: fino che punto e in che misura si possono estendere le restrizioni alle attività quotidiane? «La questione è se la violazione delle libertà sia proporzionale allo scopo», ha spiegato Louis Le Foyer de Costil, avvocato del foro di Parigi al Figaro (per capirci, un datore di lavoro non potrebbe imporre il green pass ai dipendenti). «O il governo rispetta le indicazioni del Consiglio di Stato, oppure va oltre e rischia». Ma dovrà poi rispondere del cambio di rotta.

L’Italia sogna il pass di Macron

Non è diverso per l’Italia, dove con l’avanzare della variante Delta sono in molti a invocare (o a protestare contro) l’adozione del modello francese. E dove esiste, prima di ogni polemica sulla libertà e la moralità del pass sanitario, un problema giuridico.

Scrive il Corriere che la prossima settimana il governo discuterà la proroga dello stato di emergenza e del rilascio del green pass solo dopo la seconda dose. Piace al ministro Speranza e al Pd l’idea di imporlo per salire sui treni o andare al ristorante per frenare l’aumento preoccupante dei contagi e la drammatica proiezione dei dati del Regno Unito, dove la variante Delta ha portato a un raddoppio dei decessi rispetto alla settimana scorsa (ieri erano 50) e alla veemente protesta di cento scienziati contro le riaperture di Johnson.

La benedizione di Figliuolo

Sull’estensione del green pass per accedere ad alberghi e ristoranti anche Speranza era stato perentorio: i gestori non avranno mai il diritto di richiedere il certificato verde. Ma era prima dell’avanzare della variante Delta e del dietrofront di Macron. Già richiesto per accedere a eventi sportivi, culturali, banchetti e cerimonie (e, per quando riapriranno, per le discoteche) oggi l’estensione del green pass «per l’accesso a una serie di servizi, come in Francia, potrebbe essere una soluzione per una spinta alle vaccinazioni. Poi per chi non l’avrà c’è anche il tampone, bisogna comunque rispettare la Costituzione», ha commentato il generale Figliuolo.

La bocciatura del Garante

Già, la Costituzione. Ieri Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante per la privacy e docente di Diritto Costituzionale e Comparato all’Università di Firenze, commentava l’inevitabile rissa tra politica pro o anti Macron con un tweet lapidario: «Il green pass in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti sulle libertà dei cittadini». E intervistata dalla Verità ha spiegato: «A cosa servirà il certificato verde? L’indeterminatezza potrebbe aprire ad usi sproporzionati, magari con differenze tra Regione e Regione, non solo per partecipare ad un grande evento (il che può essere ragionevole), ma magari per andare al ristorante, al teatro, o per esercitare diritti-doveri fondamentali, come andare a scuola o al lavoro. Il rischio cioè è che l’obbligo vaccinale, pur in assenza di legge, lo diventi in modo surrettizio. È il cuore del costituzionalismo. Ci vuole cautela».

Le minacce sulla scuola

Non è una questione di poco conto. In assenza di una legge Macron ha aggirato il problema dell’obbligo vaccinale con il green pass: non ti obbligo alla doppia dose ma se non la fai ti rendo la vita difficile (e, a detta di molti ristoratori o esercenti, impossibile). È questa la strada che vuole intraprendere l’Italia? L’unico paese al mondo ad avere reso la vaccinazione contro il Covid-19 obbligatoria per tutti i maggiorenni è il Tagikistan. In Italia si discute di obbligo vaccinale minacciandolo anche per il rientro scuola, o sarà Dad per tutto l’anno. Lo ha detto il ministro Bianchi stesso: «Stiamo tutti lavorando per la scuola in presenza ma bisogna che si completi l’opera di vaccinazione. L’85 per cento degli insegnanti sono vaccinati, ma siamo un po’ indietro con i ragazzi. Bisogna fare un atto di responsabilità collettiva. Faccio un appello, naturalmente lasciando la libertà alle persone».

Una legge impossibile

Ma un provvedimento ex novo, come impone la Costituzione non solo italiana («nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge») non esiste. E l’esito di un iter di approvazione in Parlamento sarebbe tutt’altro che scontato data la risoluzione del Consiglio d’Europa che, come spiegavamo qui, impegna gli Stati a «garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desidera» e a «garantire che nessuno sia discriminato per il fatto di non essersi fatto vaccinare, a motivo di possibili rischi per la salute o perché non lo desiderava».

Una imposizione surrettizia

Un concetto ben ribadito da Feroni: «La Costituzione, art. 32, tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Non esclude certo che vi siano obblighi vaccinali, tanto che ve ne sono nel nostro ordinamento e la Corte costituzionale li ha giudicati legittimi. Il nodo problematico è l’obbligatorietà per vaccini ancora in fase sperimentale di cui, per ovvie ragioni, non si possono conoscere gli effetti a medio e lungo termine. Credo che abbia un qualche significato che in Europa non ci sia nessun Paese che abbia introdotto l’obbligo, neppure per il personale sanitario, e che il Consiglio d’Europa abbia escluso la legittimità dell’obbligo». Non è un tema solo di libertà ma in primis giuridico: davvero l’Italia aggirerà la Costituzione e seguirà la Francia sull’imposizione surrettizia dell’obbligo vaccinale? E chi garantirà che il green pass resterà un precedente passeggero?

Fonte: Caterina GIOJELLI | Tempi.it

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