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Rosanna Brichetti Messori: ho risentito la voce di Dio mentre stavo male

“Avvertii chiaramente come una voce interiore, che pronunciò alcune frasi: Tu appartieni a una storia sacra. Io sono morto anche per te. Anche i capelli del tuo capo sono contati”

E’ nel momento del buio più assoluto, della depressione, che Dio ha bussato alla porta della giornalista e scrittrice Rosanna Brichetti Messori, moglie di Vittorio. Nel suo nuovo libro Tornare al centro” (edizioni Ares) racconta la “conversione del cuore”, cioè come la fede ha riacceso la sua vita, ormai spenta.

Una malattia difficile da diagnosticare

«Me ne andavo piena di attese verso il mio avvenire, lasciandomi alle spalle il passato «cattolico», che Dio decise di fermarmi, con una lezione salutare – srcrive Rosanna Brichetti Messori – Ma anche consolandomi con una pienezza che mai più avrei dimenticato. Entrai in uno stato di malattia, difficile da diagnosticare e curare – forti e numerose intolleranze alimentari, allora pressoché sconosciute – che quasi all’improvviso mi tolse, pressoché totalmente, le forze e mi procurò anche numerosi altri guai collaterali, facendo crollare tutti i bei programmi di studio, di lavoro e affettivi che mi riempivano l’esistenza».

I problemi familiari

La scrittrice confessa di avere affrontato e superato «altre notevoli difficoltà legate alla mia infanzia, al poco amore ricevuto, ad altri problemi familiari. Un po’ faticosamente ero riuscita ad andare avanti e a non restarne del tutto prigioniera. Ma quella volta la situazione si era fatta così faticosa e debilitante che mi mise davvero con le spalle al muro».

Il Santissimo

Nel suo nuovo libro, Rosanna Brichetti Messori spiega che ritrovò la luce frequentando una cripta dove era esposto il Santissimo per l’adorazione perpetua. «Ma io, almeno consciamente, non mi recavo lì per questo. Semplicemente quel luogo mi offriva un angolo buio in cui nascondermi, forse anche a me stessa».

Bussare alla porta del Signore

La scrittrice non riusciva però, a nascondersi a Dio, «che in verità era lì, vicinissimo, quella forma misteriosa ma reale che è l’Eucaristia. E che un giorno, all’improvviso, decise di soccorrere il mio dolore, di parlare al mio cuore in modo più deciso e forte affinché finalmente lo intendessi. Così, quel “bussare”, che abbiamo visto essere la forma con cui di solito il Signore sta alla soglia del cuore, quella volta si fece un tocco così intenso che mi scosse e mi ridestò». 

“Tu appartieni a una storia sacra”

Fu allora, ricorda Rossana Brichetti Messori, che «avvertii chiaramente come una voce interiore, che pronunciò alcune frasi: “Tu appartieni a una storia sacra. Io sono morto anche per te. Anche i capelli del tuo capo sono contati”».

Solo pochi istanti, «e avvertii con certezza non solo la presenza di Gesù, lì, reale davanti a me, che accorreva in mio soccorso e mi consolava, ma anche tutto l’amore contenuto in quella sua morte, che mi veniva ricordata. Quella avventura incredibile che è stata l’Incarnazione dell’Uomo-Dio, con ciò che l’ha seguita, fino alla Risurrezione».

Il ritorno a Dio, la ri “conversione” di Rosanna aprono in lei una riflessione.

«Tutto ciò ridava improvvisamente un senso nuovo e incredibilmente profondo anche alla mia vita: ultimamente si era molto complicata, è vero, ma ora mi appariva comunque di estremo valore, costruita a immagine e somiglianza del Creatore, redenta dalla morte del Salvatore».

“All’appello era sempre mancato il cuore

In teoria, prosegue la scrittrice, «le cose che venivano suggerite le sapevo già tutte, poiché non ero né un’atea che nega Dio, né una agnostica che ignora il problema del soprannaturale. Ero una credente, anzi, istruita più di altri perché avevo frequentato scuole cattoliche e, soprattutto negli ultimi anni del liceo classico, nell’ora di religione, avevo anche studiato un po’ di teologia e di Sacra Scrittura».

Però, «ora mi accorgevo che avevo immagazzinato quelle informazioni come ogni altra nozione di ogni altra materia – che so, di storia, di geografia, di filosofia –, ma che all’appello era sempre mancato il cuore».

“Ho percepito la tenerezza del Padre”

La Scrittura parla come del cuore come del «nostro luogo interiore più profondo, di quel recesso dove abita lo Spirito Santo e dove, dunque, la comunicazione tra il Creatore e ogni sua creatura si fa possibile e intensa. Ma per saper adempiere a questo suo compito – il più importante in assoluto – di relazione reciproca tra Dio e noi, il cuore deve come “risvegliarsi”, aprirsi, diventare sensibile per ascoltare e intendere». 

Ecco, in quel momento, in quella cripta, conclude Rosanna Brichetti Messore, «credo proprio che anche il mio cuore si sia aperto, “risvegliato”, e che per questo abbia inteso ciò che gli veniva suggerito. Fu così che percepii la tenerezza con cui il Padre mi aveva creata e immessa in una “storia sacra”; l’amore con cui il Figlio Gesù mi aveva redenta».

Fonte : Gelsomino Del Guercio | Aleteia.org

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