Sopra La Notizia

Se non sei mainstream sei di destra

Ogni tanto scopro di essere una giornalista sovranista e di estrema destra. L’ultima volta qualche giorno fa: è sicuro perché l’ho letto sul giornale (cerco di non ridere mentre lo scrivo). Umbria 24 infatti dava notizia di una polemica aperta da Pd Cgil Anpi e Sinistra italiana contro il Comune di Todi, reo di ospitare il festival letterario Todi città del libro, che ha in programma ospiti senza il bollino rosso della sinistra, quindi automaticamente di destra, e tra questi citava me, “autrice del capolavoro letterario Sposati e sii sottomessa” (risata).

 

A parte che, anche se fosse, vorrei sapere in quale articolo di legge si prevede che le sole ad avere diritto di parola pubblicamente siano le persone di sinistra. Ci deve essere, da qualche parte, questa legge; almeno un articolino, un comma scritto in piccolo, perché le suddette presidiano praticamente tutti gli spazi pubblici, e si sentono investite della superiorità morale che consente di alzare il sopracciglio con sdegno ogni volta che si provi non dico a dissentire, ma anche a cercare di capire meglio, di farsi qualche domanda a proposito dei diktat del pensiero unico su alcuni temi sacri e intoccabili: porti aperti, riscaldamento globale, gender (il tuo sesso lo scegli tu), aborto come diritto, gli uomini sono tutti cattivi, soprattutto se bianchi ed eterosessuali (i cattolici poi non ne parliamo), le divise stiano chiuse in caserma, le donne sono tutte vittime, sarebbero bravissime e farebbero magnifiche carriere e invece vengono pagate di meno perché schiavizzate da uomini cattivi, e via dicendo. Le obiezioni e le domande sono vietate. I dati, proibiti (le donne non sono pagate di meno). La libertà, permessa solo se rispondente ai canoni (sei libera di fare carriera, ma non sei libera di volere più tempo per stare a casa e occuparti di chi ami, se no sei una minus habens e non una donna liberata).

Sono idee, per carità, si può essere liberi di pensare qualunque cosa (anche che i cattolici siano dei mentecatti). Il problema è che il pensiero unico è diventata una religione. E così gli uomini che non credono più a nulla, hanno finito per credere a tutto, e hanno sostituito Dio con delle divinità intoccabili. Per dire, se tu osi soltanto chiederti se davvero l’Unione Europea – almeno così come è gestita – ci spalanchi le magnifiche sorti e progessive, sei sovranista. Il covid invece deve essere europeista visto che, offeso, se ne è andato dalla Gran Bretagna, dopo che tutti i giornali ci avevano parlato per mesi della catastrofe sanitaria che sarebbe succeduta alla Brexit (non ho letto nessun mea culpa, nessuno “scusateci, forse ci siamo un po’ sbagliati”, neppure una rettifica in ultima pagina in corpo 6).

Se dici che forse in una situazione di giganteschi squilibri macroeconomici mondiali, con popoli interi alla fame, aprire il porto di Lampedusa forse, e dico forse, non è una magnifica soluzione ma una misera toppa, e rischia piuttosto di aumentare i naufragi e incentivare il mercato degli uomini, carne da macello, i quali poi non potranno che andare a ingrossare le file alla mensa della Caritas, se dici questo sei egoista, e razzista (oltre che sovranista, ça va sans dire), anche se ti spendi come puoi per quelli che alla mensa dei poveri ci finiscono davvero.

Se dici che i maschi sono maschi e le femmine femmine, e che la realtà ha alcuni connotati che non dipendono dalla tua percezione, poi, sei veramente una brutta persona.

Forse ho un’accezione un po’ naif della mia professione (sarei una giornalista, oltre a scrivere libri) ma io credo che l’unico patrimonio di chi fa il mio mestiere sia la lealtà. Gli ex giornaloni italiani si sono trasformati come mai prima d’ora in fanzine, sembrano i giornaletti che distribuivano quando andavo in curva nord a tifare il Perugia. Ormai non sono più fonte di informazione, ma veicoli di appartenenza. Nessun problema, l’importante è dichiararlo, e non atteggiarsi a “professionisti dell’informazione” oggettiva (ci sarebbe un lungo discorso da fare: il case study potrebbe essere la vicenda Trump, ma andremmo fuori tema). L’informazione non ha più assolutamente nulla di oggettivo, è tutta emozione, è tutta superficie, è tutta fuffa. Il Nobel della pace preventivo al guerrafondaio Obama e le zero guerre di Trump il cattivone: la narrazione decisa da tutta la stampa mondiale prescinde totalmente dai dati di fatto, dalla realtà.

E qui arriviamo al mio minuscolo, trascurabile caso. Se fossi sovranista e di destra come afferma l’articolo, dichiarerei la mia appartenenza senza problemi, ma il fatto è che io sono solo cattolica – e mi glorio di dichiararlo (è la formula che usavano i primi martiri, tanto prima o poi faremo questa fine, soprattutto se passa il ddl Zan) – e cerco di ragionare sulle cose a partire dalla realtà, questa sconosciuta. Le due cose per me sono totalmente sovrapponibili: fides et ratio.

Ho scritto Sposati e sii sottomessa perché nei primi anni di matrimonio mi sono accorta che tutte le balle che mi ero bevuta su uomini e donne, sulla carriera, sulla parità e la divisione dei compiti in parti identiche si infrangevano contro questa cosa testarda che è la vita vera. Non è un capolavoro letterario, né pretende di esserlo, però decine e decine di migliaia di donne non solo in Italia lo hanno letto, per moltissime è stato un libro rivelatore, e in tante mi hanno detto di avere trovato lì una corrispondenza che non hanno certo con le battaglie delle michelemurgia sui metoo e i soffitti di cristallo. Non so se questo sia di destra.

Ho scritto altri libri – come Quando eravamo femmine – per ricordare che esistono moltissime donne, la maggioranza, che non hanno il problema di diventare amministratore delegato, ma quello di non riuscire a stare abbastanza con i propri figli; ho scritto per ricordare che quella fioritura dello spirito che fu all’inizio il femminismo era in realtà una ricerca dello sguardo su di sé, quello che vuole ogni donna, e che non serve deprezzare gli uomini. Non so se questo sia di destra.

Ho organizzato con degli amici il family day perché per fare una famiglia servono un uomo e una donna, e perché sfruttare le donne per farle partorire a pagamento è una cosa abominevole. Non so se questo sia di destra: di politica so pochissimo, ma sono quasi sicura che la sinistra non sia nata per difendere i desideri di gente molto ricca che per soddisfarli sfrutta le donne povere, pagando moltissimi soldi, quasi tutti ai trafficanti di bambini. Se questa è la bandiera della sinistra, io mi metto dall’altra parte.

Fonte: CostanzaMirianoBlog.it

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